Brothers of Italy

Il 22 ottobre 2022 è entrato ufficialmente in carica il governo presieduto da Giorgia Meloni, composto da esponenti di Fratelli d’Italia (di cui è espressione la Presidente del Consiglio), Lega per Salvini Premier e Forza Italia. Per avere un’idea degli orientamenti del nuovo governo nella politica estera, in particolare per quanto concerne la questione fondamentale dei suoi rapporti con la potenza “alleata” egemone (e con la sua propaggine israeliana), sarà utile ricapitolare le prese di posizione più significative che hanno caratterizzato la componente principale della compagine governativa, nonché il curriculum dei titolari dei ministeri degli Esteri, della Difesa e dell’Economia.

Il partito denominato Fratelli d’Italia (FdI) è stato fondato il 28 dicembre 2012 da Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni, la quale lo presiede dall’8 marzo 2014. La Russa, oggi presidente del Senato, quando nel 2011 era ministro della Difesa nel quarto governo Berlusconi svolse un ruolo determinante – lo spiegò in seguito lui stesso in una trasmissione televisiva – nel convincere il presidente del consiglio a partecipare all’aggressione militare contro la Libia[1]. Del quarto governo Berlusconi faceva parte, in qualità di sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa, anche Guido Crosetto, che di quello stesso Ministero è l’attuale titolare. Nel medesimo governo Berlusconi la Meloni diresse il Ministero della Gioventù; fu in tale veste che esortò gli atleti italiani presenti alla cerimonia d’apertura dei Giochi olimpici di Pechino (agosto 2008) a protestare contro il governo cinese in nome dei “diritti umani”, ma l’iniziativa venne sconfessata sia dal presidente del consiglio sia dalla delegazione degli azzurri[2].

Come presidente di FdI, la Meloni stabilisce un’alleanza con la Lega Nord e segue Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Interni nel governo giallo-verde, nell’adesione a The Movement, l’Internazionale populista fondata dai coniugi Modrikamen e da Steve Bannon[3], lo stratega della campagna elettorale di Donald Trump. “Fratelli d’Italia – dichiara la Meloni il 17 settembre 2018 – è pienamente e saldamente nel campo dei sovranisti e dei conservatori e ha quindi interesse a dialogare con tutti in questo campo. Bannon, con il lavoro che ha svolto al fianco di Trump, ha contribuito fortemente a cambiare i paradigmi del nostro tempo e non poteva mancare ad Atreju”[4], la manifestazione politica della destra italiana che si svolge annualmente a Roma.

Nel 2019 la presidente di FdI approda finalmente negli Stati Uniti, dove prende la parola alla Conservative Political Action Conference (CPAC), la conferenza politica annuale inaugurata da Ronald Reagan nel 1974 ed ospitata ad Orlando in Florida dall’American Conservative Union (ACU), alla quale partecipano attivisti conservatori e politici provenienti da vari paesi. “Fratelli d’Italia – dichiara in quell’occasione la Meloni in perfetto inglese – si batte per la libertà del Venezuela, ma la posizione del governo italiano è neutrale, perché ostaggio di alcune politiche di sinistra”[5].

Invitata anche alla CPAC del 2020, agli inizi di febbraio la Meloni si reca a Washington per partecipare al National Prayer Breakfast, il congresso repubblicano al quale interviene il presidente Donald Trump. “Sarà una settimana densa di impegni internazionali per Fratelli d’Italia – dice – e dopo l’apertura a Roma della conferenza internazionale sul conservatorismo, ora siamo a Washington ospiti del National Prayer Breakfast per incontrare personalità che arrivano da tutto il mondo”[6]. La principale esponente della destra italiana coglie infatti l’occasione per ottenere “una serie di incontri ad alto livello con rappresentanti del Congresso e dall’amministrazione Usa”[7].

Il 26 febbraio 2022, nuovamente invitata al CPAC, Giorgia Meloni si rivolge ai “cari conservatori americani” non solo in qualità di presidente dei Brothers of Italy, ma anche come presidente dello European Conservatives and Reformists Party (ECR Party), “un partito – spiega – che riunisce quarantaquattro partiti patriottici e conservatori d’Europa e del resto del mondo, compreso il Partito Repubblicano americano”[8] e il Likud israeliano. Sono queste forze politiche, conclude, a rappresentare “la vera Europa (…) la vera America”[9].

È il caso di citare, a questo proposito, che il 3-4 febbraio 2020 si era svolta a Roma una National Conservatism Conference, alla quale Giorgia Meloni fu invitata da Yoram Hazony, presidente dell’Istituto Herzl di Gerusalemme e della Edmund Burke Foundation che organizzò la manifestazione. La Meloni esordì dichiarando la propria adesione al pensiero del filosofo israeliano[10] e concluse il suo discorso evocando due figure storiche di riferimento del pensiero conservatore: Ronald Reagan e Giovanni Paolo II[11].

Superati brillantemente gli esami richiesti, nel febbraio 2021 Giorgia Meloni viene ammessa tra i soci dell’Aspen Institute[12], la prestigiosa organizzazione internazionale che ha la sede centrale a Washington D.C. ed è finanziata da fondazioni quali la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation ed annovera tra i propri affiliati personalità eminenti della politica, della finanza e del mondo intellettuale. Presieduto da Daniel R. Porterfield, che è succeduto il 1º giugno 2018 a Walter S. Isaacson, in Italia l’Aspen Institute ha il suo presidente in Giulio Tremonti e il vicepresidente in John Elkann; del Comitato esecutivo fanno parte, tra gli altri, Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Franco Frattini, Gianni Letta, Emma Marcegaglia, Paolo Mieli, Romano Prodi ed altri personaggi dello stesso calibro.

Quando scoppia la crisi russo-ucraina, FdI assume una netta posizione antirussa e sollecita il governo Draghi a sostenere con l’invio di armi il regime di Kiev. Prima di partire per la Florida, dove è invitata a partecipare al CPAC, Giorgia Meloni invia a Draghi il seguente messaggio: “Inaccettabile attacco bellico su grande scala della Russia di Putin contro l’Ucraina. L’Europa ripiomba in un passato che speravamo di non rivivere più. È il tempo delle scelte di campo. L’Occidente e la comunità internazionale siano uniti nel mettere in campo ogni utile misura a sostegno di Kiev e del rispetto del diritto internazionale”[13]. E all’ambasciatore ucraino in Italia scrive: “Ci ritenga a disposizione”[14]. In giugno, un documento presentato dai senatori di FdI “ribadisce il contenuto della risoluzione approvata dal Senato lo scorso 1° marzo in occasione delle Comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio dei Ministri sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina [e] impegna il Governo a proseguire la propria azione di sostegno all’Ucraina di fronte all’invasione da parte della Federazione russa”[15].

Il 25 ottobre 2022, nel primo discorso pronunciato a Montecitorio come presidente del Consiglio, richiamandosi al “sistema di valori fondato sulla libertà, l’uguaglianza e la democrazia, frutti preziosi che scaturiscono dalle radici classiche e giudaico-cristiane dell’Europa”, Giorgia Meloni ribadisce l’appartenenza dell’Italia al sistema di alleanze dell’Occidente. “L’Alleanza Atlantica – afferma – garantisce alle nostre democrazie un quadro di pace e sicurezza e che troppo spesso diamo per scontato. È dovere dell’Italia contribuirvi pienamente (…) L’Italia continuerà ad essere partner affidabile in seno all’Alleanza Atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione Russa”[16].

Non passa una settimana dall’insediamento del nuovo governo, e Giorgia Meloni parla al telefono col segretario generale della NATO Jens Stoltenberg; il 10 novembre i due si incontrano a Palazzo Chigi. “Confermo l’impegno dell’Italia nei confronti della NATO e delle sfide comuni che l’Alleanza si trova ad affrontare in questo momento delicato”[17], dichiara la presidente del Consiglio al termine dell’incontro. Ed aggiunge: “Considero prioritario lavorare per rafforzare l’Alleanza nel suo complesso con un forte pilastro che deve essere anche europeo con l’obiettivo di renderla ancora più forte e capace di rispondere alle minacce da ogni direzione”[18].

Ministri di provata fede

La fedeltà atlantica del principale partito del governo di centro-destra è garantita da Alessandro Minuto-Rizzo, che fu vicesegretario generale della NATO dal 2001 al 2007: “Fratelli d’Italia – ha detto in un’intervista – ha sempre storicamente mantenuto una posizione atlantica, e di conseguenza il presidente del Consiglio non dovrà sforzarsi per convincere Stoltenberg del mantenimento della linea atlantista del nostro Paese”[19]. L’intervistatore di Minuto-Rizzo, da parte sua, ha ricordato che l’attuale ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ricevuto un positivo apprezzamento da parte del segretario della Difesa degli Stati Uniti d’America, Lloyd Austin. “L’Italia è un alleato sul quale gli Stati Uniti possono contare” ha assicurato il ministro Crosetto al suo omologo statunitense, sottolineando che “il rapporto bilaterale e multilaterale esistente tra Italia e Stati Uniti rappresenta il futuro del nostro Paese”[20]. Il ministro italiano ha poi garantito che il governo italiano è fermamente deciso ad aiutare il regime di Kiev: “Continueremo a sostenere con convinzione e determinazione l’Ucraina e le sue Forze Armate e saremo pronti a proseguire il nostro sforzo finché sarà necessario”[21]. Per quanto riguarda l’invio di armi a Kiev, dopo aver premesso che “la sola cosa che non possiamo fare è perdere il contatto con i nostri alleati internazionali, la UE e l’Alleanza atlantica”[22], Crosetto ha dichiarato ad un giornalista di “Avvenire” che “c’è un solo modo di muoversi e di decidere”[23]: decidere l’invio di un sesto “pacchetto” di armi.

Parimenti indiscusso è l’allineamento atlantico di Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nonché vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Dal 21 novembre 2019 fino al 12 ottobre 2022 Tajani è stato vicepresidente del Partito Popolare Europeo (PPE), un partito rappresentato nella NATO Parliamentary Assembly (NATO-PA), organismo che svolge una funzione di raccordo fra la NATO e i parlamenti nazionali dei paesi membri. Il PPE intrattiene strette relazioni con l’International Republican Institute (IRI), fondazione con sede a Washington sponsorizzata dal famigerato National Endowment for Democracy; il presidente del PPE, Wilfried Martens, sostenne la candidatura di John McCain, presidente dell’IRI, alle elezioni presidenziali statunitensi del 2008. In seguito, McCain e Martens svolsero una parte attiva nei movimenti che in Ucraina portarono alla caduta di Viktor Janukovyč[24]. Quanto a Tajani, altrettanto indiscusso è il suo lungo e convinto impegno filosionista, che gli è valso, all’epoca in cui era presidente del Parlamento europeo, la dedica di un boschetto (sic) in Israele[25].

E veniamo al titolare di un altro ministero chiave, quello dell’Economia e delle Finanze. Il leghista Giancarlo Giorgetti, membro dal 15 ottobre 2020 al 18 marzo 2021 della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare della NATO, ha mantenuto un rapporto diretto con gli Stati Uniti fin da quando era Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nel governo Conte I e alla Casa Bianca c’era Trump. Nell’ottobre 2021 Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega e ministro dello Sviluppo economico nel governo Draghi, si reca negli Stati Uniti. La prima tappa di Giorgetti è agli stabilimenti dell’azienda di biotecnologie Moderna, per approfondire il tema della produzione dei vaccini; poi il ministro visita l’Università di Harvard ed ha un colloquio col governatore del Massachusetts, il repubblicano antitrumpista Charlie Baker. Da Boston si sposta a Washington, dove incontra la direttrice dell’Agenzia per le piccole imprese Isabel Guzman e la segretaria al Commercio dell’Amministrazione Biden, Gina Raimondo; poi partecipa ad una riunione del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, che si occupa di consigliare il presidente su questioni di politica economica globale. Quindi si reca alla sede della Lockheed Martin, azienda attiva nei settori dell’aerospazio e della difesa. Nella mattina di sabato 22, dopo aver reso omaggio alle tombe dei veterani di guerra statunitensi nel cimitero nazionale di Arlington, Giorgetti è ricevuto a Villa Firenze da Mariangela Zappia, ambasciatrice dell’Italia negli Stati Uniti. La giornata termina col ricevimento della National Italian American Foundation.

Il quotidiano “La Verità”, vicino all’ambiente leghista, scrive che il viaggio di Giorgetti negli USA “ha come obiettivo principale quello di consolidare i rapporti tra Roma e Washington”[26]. Dopo l’accordo con la Cina sulla Nuova Via della Seta, firmato nel marzo 2019, c’era bisogno di rassicurare gli alleati americani dell’indefettibile fedeltà dell’Italia; e tra i ministri di Draghi, aggiunge Graziosi, il più adatto per questa missione era proprio Giorgetti, che la sua fedeltà atlantica la “ha più volte dimostrata in questi mesi contrastando i tentativi di influenza cinese soprattutto nel delicato settore delle telecomunicazioni”[27]. È stato infatti Giorgetti, quando era sottosegretario nel governo gialloverde, a “sponsorizzare un decreto per rafforzare lo strumento del golden power sulla rete 5G e venire incontro alle preoccupazioni degli Stati Uniti in merito alla partecipazione di aziende cinesi”[28].

Long live America!

Assistita da ministri di provata fede atlantista quali Tajani, Crosetto e Giorgetti, la presidente Giorgia Meloni può tranquillizzare così i suoi amici d’Oltreatlantico: “Vi assicuro che questo Governo farà del suo meglio per rendere ancora più forti i rapporti con gli Stati Uniti. Long live America, viva l’Italia!”[29].

Partecipando per la prima volta in veste di capo del governo italiano ad un vertice internazionale – la conferenza di Sharm el-Sheikh sui cambiamenti climatici –, Giorgia Meloni non ha potuto manifestare personalmente a Joe Biden, che era impegnato nelle elezioni di metà mandato, i propri entusiastici sentimenti filoamericani. Ha potuto avere però un “incontro molto cordiale”[30] con Isaac Herzog, presidente dello Stato d’Israele, col quale si è impegnata per la “difesa dei valori comuni, a partire dalla lotta all’antisemitismo”[31] e per il rafforzamento del partenariato italo-israeliano nell’ambito industriale e tecnologico.

Al G20 di Bali, c’è stato finalmente il faccia a faccia con Biden, che è durato circa un’ora anziché i venti minuti previsti. Il comunicato ufficiale dell’ambasciata degli Stati Uniti, più esplicito di quello emesso da Palazzo Chigi, informa che i due si sono incontrati “per coordinare le risposte ad una serie di sfide globali, comprese quelle poste dalla Repubblica Popolare Cinese, dalla crisi climatica e dall’uso dell’energia come arma da parte della Russia. I due dirigenti hanno anche parlato del loro impegno a continuare a fornire all’Ucraina il sostegno di cui essa ha bisogno ed a ritenere la Russia responsabile della sua aggressione”[32].

In perfetta linea con quanto espresso dal comunicato, il giorno successivo la Meloni attribuisce alla Russia tutta la responsabilità dell’incidente di Przewodów: “L’ipotesi [poi rivelatasi fondata, ndr] che sulla Polonia sia caduto un missile dell’antiaerea ucraina non cambia la sostanza, la responsabilità di quello che è accaduto per quanto ci riguarda è tutta russa. E con gli alleati abbiamo condannato gli attacchi missilistici di Mosca”[33].

Per quanto poi concerne il tema del gas, anch’esso al centro della conversazione tra la Meloni e Biden, la tesi della Meloni, esposta nel suo discorso di Bali, è nota: la crisi energetica, con tutto quello che ad essa consegue sul piano economico e sociale, è dovuta alla scelta sbagliata di approvvigionarsi di gas e petrolio dalla Federazione Russa. Meglio acquistare, anche se a prezzi astronomici, il gas liquido che ci forniranno i nostri amici americani. Long live America!


NOTE

[1] “Eravamo tutti a teatro per una celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e – spiega – dovetti insistere per convincere Berlusconi che non voleva assolutamente intervenire contro Gheddafi, dicendo che aveva dato la sua parola al Rais” (F. Q., Libia, La Russa (FdI): Nel 2011 convinsi B. a intervenire mentre eravamo all’Opera, https://www.ilfattoquotidiano.it, 19 febbraio 2015).

[2] Giorgia Meloni a Tatanka: “Ho chiesto un gesto, non di non gareggiare”, https://loccidentale.it, 6 agosto 2008.

[3] “Per quanto concerne in particolare l’Europa, l’Internazionale bannoniana si chiama The Movement ed ha inizialmente installato la propria centrale operativa a Bruxelles, dove lo statuto ufficiale dell’organizzazione venne depositato il 9 gennaio 2017 dall’avvocato Mischaël Modrikamen, già presidente della sinagoga liberale di Bruxelles, presidente della Fondazione Weizmann in Belgio, nonché fondatore del Partito Popolare (di cui fu vicepresidente Joël  Rubinfeld, presidente della Lega Belga contro l’Antisemitismo, vicepresidente del Congresso Ebraico Europeo nel 2009 e 2010 e copresidente del Parlamento Ebraico Europeo). L’iniziativa di fondare The Movement era stata presa nel dicembre 2016 a Gerusalemme dal Jerusalem Leaders Summit diretto da Jasmine Dehaene, moglie di Mischaël Modrikamen e membro del Consiglio di amministrazione di The Movement. Perciò The Movement dichiara nel proprio statuto di voler sostenere ‘la difesa di Israele quale Stato sovrano sul suo territorio storico’” (C. Mutti, L’Internazionale sovranista a difesa della “civiltà giudeo-cristiana”, “Eurasia”, 3/2019, p. 135). Cfr. C. Mutti, Sovranisti a sovranità limitata, in: AA. VV., Inganno Bannon, Cinabro Edizioni, Roma 2019, pp. 83-102.

[4] Alessandro De Angelis, “Steve Bannon è un amico, entreremo in The Movement”. Intervista a Giorgia Meloni, Huffington Post, 17 settembre 2018. Michael Pontrelli, Steve Bannon esulta: dopo Salvini anche Meloni dentro The Movement, l’Internazionale sovranista, https://notizie.tiscali.it, 19 settembre 2018.

[5] Giorgia Meloni al Cpac 2019: Venezuela, Governo italiano ostaggio di alcune politiche di sinistra, Youtube.

[6] ANSA, 5 febbraio 2020.

[7] Giorgia Meloni negli Usa per l’esame di maturità, https://www.quotidiano.net, 5 febbraio 2020; Cristina Agostini, Giorgia Meloni negli Usa: “Ho chiesto ai repubblicani perché sostengono Giuseppe Conte”, https://www.corriere.it, 9 febbraio 2020.

[8] Giorgia Meloni al Cpac 2022: “L’unico modo per essere ribelli è essere conservatori” (video), giorgiameloni.it, 28 febbraio 2022.

[9] Ibidem.

[10] “I entirely agree with Yoram’s views on the need to put conservatism back into its traditional sphere of national identity. The great challenge facing us today is defending national identity and the very existence of the nation-states as the sole means of safeguarding peoples’ sovereignty and freedom. This is why I find the title of Yoram’s latest book, The Virtue of Nationalism so effective, because in a few words it clearly sums up the fact that our worldview is the exact opposite to what they would like to force on us. Dear Yoram, your book will scandalise Italy, and I will gladly make my contribution to this effect, because I intend to quote it frequently” (https://nationalconservatism.org/natcon-rome-2020).

[11] “I have an image in mind: President Ronald Reagan and Pope John Paul II walking in the gardens of the President’s residence in Florida back in 1987. It is the image of two great men walking together along the path of history, in that brief period in the 20th century that was to change the world very shortly thereafter, thanks also to them, with the collapse of communism. Remembering them here today is not simply to pay tribute to them; it is a warning, and a commitment not to betray their dream of freedom, which is ours, too” (Ibidem).

[12] Francesco Bechis, Meloni l’americana. Se la leader di Fdi entra nell’Aspen Institute, https://formiche.net, 1 febbraio 2021.

[13] Ucraina, Fratelli d’Italia: “Difendiamo insieme i valori di libertà”, https://www.lavocedelpatriota.it, 25 febbraio 2022.

[14] Meloni all’Ambasciatore d’Ucraina: solidarietà e sostegno al popolo ucraino, ibidem.

[15] Simone Canettieri, Ucraina, la risoluzione di FdI: “Sì all’invio di armi come deciso lo scorso 1° marzo”, https://www.ilfoglio.it, 21 giugno 2022; Le posizioni dei partiti sulle armi all’Ucraina, https://pagellapolitica.it, 12 maggio 2022.

[16] Ecco il discorso integrale di Giorgia Meloni alla Camera per la fiducia al governo, https://www.repubblica.it, 25 ottobre 2022. Per quanto riguarda in particolare il richiamo alle “radici giudaico-cristiane”, riproponiamo queste considerazioni di Sergio Romano: “L’espressione ‘tradizioni giudaico-cristiane’ non è un falso storico, ma è certamente una costruzione storica, nata in America per rappresentare la particolare importanza che il Vecchio Testamento ha avuto nella formazione dei pellegrini che cominciarono a popolare la Nuova Inghilterra nel Seicento. (…) queste parole mi sembrano un ‘americanismo’, simile a quello di coloro che ascoltano l’inno nazionale mettendosi una mano sul petto, come si fa negli Stati Uniti, e dicono ‘convention’ anziché congresso” (Radici giudaico-cristiane. Origini di una espressione, https://www.corriere.it, 2 dicembre 2009).

[17] ANSA, 10 novembre 2022.

[18] Nato: Meloni, ‘rafforzare alleanza con forte pilastro europeo’, https://metronews.it

[19] Marco Battaglia, Cosa significa la visita di Stoltenberg per Meloni. L’analisi di Minuto-Rizzo, https://formiche.net, 10 novembre 2022.

[20] Ministero della Difesa, Colloquio telefonico tra il Ministro Crosetto e il Segretario alla Difesa USA, https://www.difesa.it, 7 novembre 2022.

[21] Ibidem.

[22] Arturo Celletti, Intervista al ministro della Difesa. Crosetto: ammiro i pacifisti ma daremo ancora armi, https://www.avvenire.it, 4 novembre 2022.

[23] Ibidem.

[24] US and European politicians condemn Tymoshenko travel ban, https://khpg.org, 3 settembre 2011; IRI Chairman Senator John McCain Speaks to Protestors in Ukraine, https://www.iri.org, 16 dicembre 2013; https://khpg.org,

[25] Comunità ebraica dedica un bosco in Israele a Antonio Tajani, ANSA Bruxelles, 28 giugno 2017.

[26] Stefano Graziosi, Giorgetti l’atlantista vola negli Usa e incontra gli avversari di The Donald, https://www.laverita.info, 22 ottobre 2021.

[27] Ibidem.

[28] Francesco Bechis, Al Mise va Giancarlo Giorgetti. Dal 5G al golden power, cosa pensa il vice di Salvini, https://formiche.net, 12 febbraio 2021; Gabriele Carrer, Meno Cina nel 5G. Le mosse del governo Draghi sui piani Tim e Vodafone, https://formiche.net, 4 ottobre 2022.

[29] Meloni al Niaf: “Renderemo i rapporti con gli Usa ancora più forti”, https://www.rainews.it, 30 ottobre 2022.

[30] ANSA, 7 novembre 2022.

[31] Meloni incontra Herzog alla Cop27: insieme per i valori comuni e per la lotta all’antisemitismo, https://www.shalom.it, 7 novembre 2022.

[32] U.S. Embassy & Consulates in Italy, Readout of President Joseph R. Biden, Jr.’s Meeting with Prime Minister of Italy Giorgia Meloni, https://it.usembassy.gov, 15 novembre 2022.

[33] Huffpost, Meloni da Bali: “Con Biden ci risentiremo presto. L’Italia protagonista con l’unico capo di governo donna”, https://www.huffingtonpost.it, 16 novembre 2022.


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