Il dibattito tra Europa-spazio e Europa-potenza
Hubert Védrine, ex ministro degli Affari Esteri, durante il suo mandato al Quai d’Orsay evocava le alternative Europa-spazio e Europa-potenza. Sin dalle origini delle Comunità Europee, e dell’Unione Europea (UE) in seguito, è emersa infatti un’opposizione tra le concezioni di potenza e semplice spazio di pace, libertà e di prosperità.
L’Europa ha bisogno di una nuova visione del mondo
La Geopolitica può aiutare a recuperare il sogno del progetto Europeo
Il progetto Europeo attraversa una profonda crisi che ha trovato la sua...
«Berlusconi rientrato nel solco della tradizione diplomatica italiana»: D. Scalea all'IRIB
Il nostro redattore Daniele Scalea è stato intervistato giovedì 28 aprile da “Radio Italia”, emissione italiana dell'IRIB, a proposito della decisione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di utilizzare velivoli italiani per missioni di bombardamento contro la Libia. Segue la trascrizione integrale dell'intervista, che può essere riascoltata tramite la registrazione incorporata in questa pagina.
"L'Italia conta? Molto poco"
A p. 15 de "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 21 aprile scorso è comparso il seguente articolo, a firma Manlio Triggiani, che presenta il numero 2/2010 di "Eurasia": Italia: 150 anni di una piccola grande potenza. Il numero, per chi lo desiderasse, è ancora disponibile per l'acquisto. Cogliamo l'occasione per ricordare un'offerta riservata ai nostri abbonati, valida ancora per pochi giorni.
La Turchia nell’Ue: partner scomodo o alleato strategico per la politica estera europea?
La politica estera europea, da tempo tacciata di non essere in grado di esprimere posizioni comuni come converrebbe ad un soggetto non a caso denominato“Unione europea”, spinge a riflettere su uno dei vari fronti aperti che, in vista degli accadimenti attuali quali la guerra in Libia, torna prepotentemente alla ribalta: l’ingresso della Turchia nell’Ue. In realtà sarebbe più esatto dire che non è mai stato accantonato ma, lo schieramento degli attori internazionali nella vicenda libica, chiamando in causa inevitabilmente anche la Turchia, ha evidenziato come l’Europa sia praticamente spaccata a metà tra turco-scettici e ferventi sostenitori dell’adesione turca.
Accordo di Schengen: quando molto dipende dall’ampiezza interpretativa
Persiste da mesi nel Mediterraneo una situazione tragica a livello umano e politico, che pone inevitabilmente l’Italia nell’esigenza di fronteggiare in tempi rapidi un’emergenza data dal peculiare status di Paese euro mediterraneo. Come è noto, questi giorni vedono i ministri degli Interni italiano e francese sfidarsi in un aspro dibattito circa le posizioni assunte dai due Paesi relativamente all’accoglienza da offrire agli immigrati tunisini.
Gheddafi, Sarkozy e l'Italia: Intervista a Claudio Mutti
Intervista a Claudio Mutti, redattore di "Eurasia", da parte di Davide D'Amario per il quotidiano "Rinascita", a proposito della Libia, delle idee di Gheddafi, delle motivazioni dietro all'aggressione francese e dell'atteggiamento assunto dal nostro paese.
Dallo sport allo Stato: il problema bosniaco
La Federcalcio di Bosnia e Erzegovina (NFSBiH) è stata sospesa da FIFA e UEFA. La Bosnia non potrà partecipare a nessuna competizione internazionale fino a nuovo ordine, ovvero fino a quando la dirigenza della Republika Srpska e quella della Federazione non troveranno un accordo per un solo e unico presidente, invece dei tre attuali, così come previsto dallo statuto delle due federazioni sportive.
La collocazione internazionale dell'Italia
Di fronte alla sfida che proviene (inaspettatamente) dal mondo arabo, ma anche da quelle che derivano dalle dinamiche di un modo sempre più multipolarizzato e globalizzato, l’Italia ha l’opportunità di operare un significativo ri-orientamento che le permetterebbe di acquisire una credibilità non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale. Tale ri-collocazione non è possibile se non avviene secondo due profili: quello geografico e quello storico.
L’Italia è in guerra contro i suoi interessi
Il rapporto stabilito con la Libia di Gheddafi rispondeva al nostro interesse nazionale. La situazione attuale no. Non corrispondeva all’interesse dell’Italia accettare la destabilizzazione del nostro partner all’inizio della crisi, né tantomeno schierarsi contro la Libia sperando che il nostro servilismo ci procurasse almeno le briciole sulle fumanti macerie di una nazione devastata dai bombardamenti, dopo.