La Patria bolivariana: una questione di autodeterminazione nazionale
L’analisi - anche se solo abbozzata - dei profili che Bolívar e Rodríguez (1) tracciano per il consolidamento dell’idea di patria, con un’esplicita prospettiva...
Che cosa è l'ALBA?
È necessario avanzare verso la stabilità del Continente: nel campo politico, in quello economico e in quello sociale, questo modello dell’ALBA punta...
La Russia para la spinta degli Stati Uniti nell’Asia centrale
L’Ambasciatore M. K. Bhadrakumar ha servito come diplomatico di carriera indiano per oltre 29 anni. Tra le sue sedi: Unione Sovietica, Corea del...
Potrà mai decollare il VEGA?
In questi giorni, praticamente dietro quasi tutte le importanti decisioni economiche ci sono motivazioni politiche. Più che in qualsiasi altro settore, è questo il...
South Stream e "Relazioni pericolose"
La Turchia ha autorizzato nei giorni scorsi la Russia a intraprendere gli studi per realizzare il passaggio del gasdotto South Strem dal territorio turco,...
I tre errori di Barack Obama in Africa
Barack Obama continua a migliorare l’immagine degli USA. In un discorso pronunciato a Accra al Parlamento ghanese, ha teso la mano agli Africani e si è impegnato ad aiutarli a vincere il sottosviluppo. Come nei messaggi precedenti del Cairo e di Mosca, questa retorica ha sedotto i media atlantisti –finalmente sollevati nel promuovere un “imperatore” simpatico-, ma ha annoiato fortemente gli interessati. I responsabili del Comitato per l’annullamento dei debiti del terzo mondo (CADTM) analizzano questo discorso paternalista.
Prova
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Turchia, Cina e questione uigura
Un paio di settimane sono trascorse dalle dure espressioni rilasciate dal capo del governo turco Erdoğan a proposito della crisi dello Xinjiang, ed è...
Dalla Russia al Venezuela: il nuovo corso della politica estera italiana
Il governo Berlusconi continua a tessere la sua trama di buoni rapporti internazionali, accumulando business redditizi e stringendo convenienti amicizie con molte potenze emergenti,...
Il Pakistan e il mito della “bomba islamica”
Il rischio di vedere la bomba atomica pakistana cadere nelle mani dei “terroristi islamici” o altri “taliban” è citato da Washington per giustificare il suo impegno militare in Afghanistan/Pakistan. Tuttavia, secondo lo studio di Nicolas Ténèze che pubblichiamo, questa minaccia è immaginaria: la bomba pakistana è stata sviluppata con l'assistenza tecnica da parte di Cina e Stati Uniti. Al di là delle vicende politiche, Washington ancora ne mantiene il controllo.