NATO e Russia alla luce delle nuove dottrine strategiche

A vent’anni dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e dallo scioglimento del Patto di Varsavia (1 luglio 1991) la dialettica politico/militare tra la NATO e l’erede dell’URSS – la Federazione Russa – ha assunto un minor grado di scontro, basti menzionare la minore diffidenza a livello politico e la creazione del consiglio NATO-Russia. Malgrado la distensione successiva al periodo della “pax armata sovietico-americana”, tuttavia, la rivalità strategica tra le due potenze, emersa dalle nuove dottrine militari elaborate nel 2010, è spiegabile alla luce delle interpretazioni che la geopolitica classica ha fornito all’analisi delle relazioni internazionali.

Eredità sovietica e prospettive in chiaroscuro

Le tendenze degli ultimi anni hanno dimostrato che la Russia post-sovietica vive continuamente, anche quando non lo vorrebbe, sul terreno del passato e della memoria storica. Le tracce, materiali, storiche e persino spirituali, dell’era sovietica restano incancellabili, e tornano regolarmente a porre interrogativi epocali nella società russa contemporanea. Soltanto una pacificazione reale con la propria storia ed una obiettiva interpretazione del passato, potranno perciò costituire il punto di partenza per un rinnovamento sociale, politico ed istituzionale che sia in grado di rilanciare con forza e con saggezza il prestigio di Mosca nel pianeta.

L’Ucraina sospesa tra Est e Ovest

Da circa un mese, Yulia Tymoshenko è in carcere con l’accusa di abuso d’ufficio nella risoluzione della crisi energetica russo-ucraina del 2009. Nei giorni scorsi, Kiev ha insistito sulla rinegoziazione dei contratti, in particolare per quanto riguarda il prezzo del gas naturale che importa. Tutto fa pensare a un inverno freddo alle porte, ma considerare solamente la “guerra energetica” quale causa degli ultimi avvenimenti risulterebbe parziale e non permetterebbe un giudizio equilibrato dei rapporti tra Mosca e Kiev e, più in generale, della situazione politica in Ucraina.

La distruzione della Libia, una crescente minaccia per la Russia

La Libia è l'ultima vittima dell'intervento globale della NATO, che è diventato possibile dopo la distruzione dell'Unione Sovietica. La Siria è prossimo della lista. Il PCRF condanna la pirateria mondiale dell'oligarchia coloniale ed esorta il governo della Federazione Russa a prendere coscienza delle conseguenze più pericolose che comporta la collusione con gli aggressori. Solo un governo forte e patriottico, in grado di rilanciare l'industria, l'agricoltura, l'istruzione, la scienza e la cultura, il nostro passato di potenza e il ritorno delle nostre Forze Armate, può salvare la Russia dal ripetersi dello scenario libico delle rivoluzioni "colorate"

Kim Jong-Il rafforza i rapporti con la Russia e apre al Sud

Il 24 agosto il leader coreano Kim Jong-Il ha incontrato il presidente della Federazione russa Dimitri Medvedev in una base militare nei...

Intervista esclusiva a Sergej Baburin

Sergej Baburin, rettore dell’Università Statale Russa del commercio e dell’economia, ex deputato della Duma di Stato della Federazione Russa, ex vice-presidente della Duma, attualmente presidente del comitato russo di solidarietà con i popoli della Libia e della Siria, ha rilasciato questa intervista esclusiva per la rivista Eurasia sui rapporti tra Italia e Russia e sulla guerra in Libia. L'intervista è stata raccolta da Antonio Grego a Mosca, il 5 giugno scorso

L’energia nell’Artico: geopolitica tra i ghiacci

Tra i ghiacci del Mar Glaciale Artico si sta giocando una partita geopolitica molto importante. La corsa agli approvvigionamenti energetici passa per il Polo Nord, la cui calotta è contesa tra gli Stati che vi si affacciano. Le stime prevedono riserve molto ricche di idrocarburi, ma al tempo stesso ammoniscono del rischio ambientale e delle difficoltà tecnologiche per esplorazione e produzione di petrolio e gas. L’energia è ancora una volta il motore per il dialogo diplomatico tra paesi, più lontani in termini politici che in termini geografici. Il giacimento di Shtokman e gli instabili dialoghi tra British Petroleum e Rosneft ne sono prova.

La Russia tra declino e rinascita

Putin (su Medvedev è obbligato sospendere il giudizio) e Hu Jintao sanno di non poter rinunciare a combattere l’egemonia statunitense sul Vicino e Medio Oriente e profonderanno poderosi sforzi per promuovere l’integrazione continentale di contrasto all’espansionismo delle potenze atlantiste. Tuttavia la vocazione eurasiatica della Russia è da tempo entrata in rotta di collisione con le reticenze delle burocrazie di Bruxelles, che nemmeno di fronte agli aperti richiami alla collaborazione spesi da Putin in occasione della storica conferenza sulla sicurezza tenutasi a Monaco il 7 febbraio 2007 hanno manifestato segnali positivi in tal senso.

Le rivolte arabe, la crisi ed il futuro del mondo – Intervista a Igor...

Igor Panarin è un politologo russo, membro dell'Accademia delle Scienze Militari, del Consiglio Scientifico e Metodologico e del Comitato Federale per gli Affari della CSI; decano della Facoltà di Relazioni Internazionali e docente di Relazioni pubbliche e comunicazione di massa presso l'Accademia Diplomatica del Ministero degli Affari Esteri. È autore di numerosi libri sulla geopolitica e la propaganda di guerra. Antonio Grego l'ha intervistato per il sito della rivista “Eurasia”.

Alexander Rahr: l’Eurasia è una realtà emergente

Quale  futuro si prospetta per l’Eurasia? Diventerà una regione pari all’Europa in termini di influenza globale? Quale ruolo vi giocherà la Russia? Alla vigilia...
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