Ai margini della visita del Presidente turco Erdoğan in Italia, la problematica situazione cipriota si riflette sulle operazioni di ricerca e di trivellazione programmate dall’ENI al largo delle coste di Cipro.
Come è noto, la Turchia non riconosce la “Zona economica esclusiva” con la quale ONU e Unione Europea attribuiscono a Nicosia il diritto di sfruttare i ricchi giacimenti di gas naturale presenti al largo dell’isola.
Proclamando i diritti della Repubblica turca di Cipro del nord, Ankara si oppone alla presenza dell’ENI in quell’area, cosicchè la piattaforma mobile “Saipem 12000” è stata bloccata in mare aperto e impedita nella sua attività dalla Marina turca.
Mentre il Presidente del Parlamento della UE, Tajani, è intervenuto esplicitamente contro Ankara, intimandole di “rispettare il diritto internazionale”, più sfumata e dialettica è stata la posizione italiana, secondo cui – afferma il ministro degli Esteri Alfano – occorre trovare una “soluzione condivisa nel rispetto del diritto internazionale e nell’interesse sia dell’Eni, sia dei Paesi della regione, sia delle due comunità cipriote”.
Ancora una volta la mancata soluzione del problema cipriota – e, aggiungeremmo, l’impermeabilità dell’Europa nei confronti della Turchia – determina una frattura nell’area mediterranea e uno stato di pericolosa tensione; va al proposito riconosciuto che la diplomazia italiana si è presentata – anche in occasione della visita romana di Erdoğan – in maniera più costruttiva ed equilibrata rispetto a quelle francese, tedesca e altre, prontissime a escludere ogni avvicinamento di Ankara a causa del “mancato rispetto dei diritti umani”.
Una correttezza senza grande enfasi e la conferma dei buoni livelli di interscambio commerciale italo-turco (Roma è per Ankara il terzo partner mondiale) è comunque quanto si riscontra al termine degli incontri Erdoğan – Gentiloni; come è noto, l’intesa economica fra i due Paesi si caratterizza anche in tema di appalti pubblici, settore in cui le imprese italiane si sono distinte per aver conseguito l’aggiudicazione di importanti opere pubbliche turche.
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