Fonte: http://www.france-irak-actualite.com/article-grande-bretagne-de-la-repression-des-mau-mau-a-la-protection-des-civils-et-des-rebelles-en-libye-72621621.html
L’ironia della sorte vuole che nel momento in cui la Gran Bretagna si profila, armi in pugno, come difensore e protettore dei ribelli libici, si sia aperto, a Londra, un processo per le torture e l’infame trattamento dei ribelli Mau-Mau, in Kenia negli anni 50.
(Traduzione e sintesi di Xavière Jardez di un articolo di Ian Cobain e Peter Walke).
Quattro dei querelanti, Ndiku Mutua, Paulo Nzili, Wambugu wa Nyingi e Jane Muthoni Mara, che hanno tra i settanta e gli ottant’anni, sono venuti dal loro paese d’origine per essere ascoltati dal giudice McCombe dell’Alta Corte di Londra. Mutua e Nzili sono stati castrati durante la loro detenzione in un campo britannico in Kenya, Nyngi ha passato due anni in manette prima di essere battuto fino alla perdita di coscienza in un altro campo, mentre undici altri detenuti furono percossi a morte, e Mara ha subito atroci abusi sessuali.
Contro-insurrezione e violenza estrema
Una miriade di documenti che mostrano la portata della brutalità delle autorità britanniche nella repressione della ribellione dei Mau-Mau – la cui origine è stata la perdita delle loro terre a vantaggio dei coloni – è stata resa pubblica quasi mezzo secolo più tardi. Tali documenti, usciti dal Kenya alla vigilia dell’indipendenza, nel quadro di una politica mirata a sottrarre dossier pericolosi ed incriminanti per gli antichi colonialisti, e depositati negli archivi del Foreign Office, nel Buckinghamshire, attestano l’abietta linea che hanno tenuto le autorità britanniche nel corso delle operazioni di contro-insurrezione ma anche il fatto che i ministri a Londra erano perfettamente al corrente degli abusi ai quali erano sottoposti i prigionieri nei campi all’interno del paese.
Anche se il Foreign Office non nega le accuse, elenca un numero incalcolabile di precedenti costituzionali per rigettare le denunce che pretendevano che la responsabilità giuridica fosse trasferita alla repubblica keniota dopo l’indipendenza nel 1963.
Nel giugno 1957 Alan Lennox-Boyd, segretario di Stato per le Colonie, ha ricevuto un promemoria segreto redatto da Eric Griffith-Jones, procuratore generale del Kenya, e che mostrava in dettaglio i trattamenti inflitti ai detenuti Mau-Mau, sottoposti a una violenza estrema dal loro ingresso nei campi.
Sulla parte superiore dei loro corpi venivano inflitti dei colpi, scrive Jones, aggiungendo che “le parti vulnerabili del corpo non dovevano essere colpite, in particolare il fegato, la milza e i reni”. Coloro che protestavano “avevano la gola bloccata da un piede mentre del fango entrava nella loro bocca […] entro la primavera successiva, erano stati resi incoscienti”.
Il Foreign Office si defila
Griffith-Jones aveva apportato dei cambiamenti alle leggi della colonia per permettere tali maltrattamenti. Mentre il suo promemoria non dimostra alcun interesse per i diritti legali e umani dei detenuti, egli si prende cura di coloro che intraprendono gli attacchi: “Gli effetti psicologici di coloro che amministrano la violenza sono potenzialmente pericolosi; è essenziale che costoro restino sereni, equilibrati e privi di emozioni”.
Il promemoria era stato elaborato per il governatore del Kenya, Sir Evelyn Baring, che lo trasmise a Lennox-Boyd in una lettera di copertura che affermava che la sola maniera di trattare gli insorti Mau Mau era “di infliggere un violento shock”. Ciò non impedisce che il Foreign Office pretenda di non essere legalmente responsabile dal momento che Lennox-Boyd ha agito in veste di segretario di Stato del Kenya.
Un documento presenta il colonnello Arthur Young, ufficiale di polizia veterano e socialista cristiano che fu commissario della polizia kenyota prima di dimettersi, meno di un anno più tardi, dopo aver scritto, nel dicembre 1954, a Baring, che i campi “sono in uno stato tanto deplorevole che bisognerebbe condurre immediatamtente un’inchiesta per chiarire le accuse di disumanità e di sprezzo per i diritti dei cittadini africani, in costante aumento”.
Il mese seguente, Baring ha informato Lennox-Boyd che otto ufficiali avrebbero dovuto rispondere dell’accusa di omicidio, di percosse e di esecuzioni. A questo si aggiunga “ un ufficiale di distretto, per omicidio tramite percosse e per aver arrostito vivo un africano”. Lennox-Boyd, tuttavia, continuò a negare che venissero commessi degli abusi e denunciò pubblicamente i responsabili coloniali che presentavano delle rimostranze.
I documenti danno anche alcune descrizioni di torture che i responsabili coloniali fornivano ai loro superiori. Un impiegato africano dello Special Branch “aveva degli spilli infilzati nelle ascelle, nelle natiche, nelle dita, nella testa […] e le ascelle, il pene e lo scroto erano pinzati con delle tenaglie. Egli aveva schiacciato le dita di un prigioniero”.
Il processo continua.
Mercoledì 27 aprile 2011 08:08
Traduzione di Alessandro Parodi
Fonte: Ian Cobain, Peter Walker, “Papers show Britain knew about torture of Mau Mau”, in Sydney Morning Herald, 13/4/11.
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