Pubblicato per la prima volta nell’aprile 2002, il libro di De Grossouvre ha conosciuto un’inattesa notorietà l’anno successivo, quando l’aggressione anglo-americana all’Iraq ha dato vita a un ipotetico asse geopolitico Parigi-Berlino-Mosca (le capitali europee più decise nel no alla guerra), al punto che l’autore ha deciso tra l’ottobre e il novembre 2003 di redarre tre capitoli supplementari presenti in questa edizione italiana.

Henri de Grossouvre propone anche un sito paris-berlin-moscou che ha l’ambizione di sviluppare dibattiti sulle questioni di sicurezza e difesa europeee e di favorire la cooperazione euro-russa e franco-tedesca.

Già questo basterebbe a giudicare positivamente l’opera del geopolitico francese, che vanta peraltro recensioni favorevoli da parte del generale Pierre Marie Gallois (ex consigliere di De Gaulle sulle questioni nucleari), nonché da parte del ministro degli Esteri di Parigi Dominique de Villepin.

In effetti sono numerosi gli spunti interessanti contenuti nel libro.

Innanzitutto un’analisi fredda e puntuale sulla necessità dell’asse geopolitico Parigi-Berlino-Mosca quale nocciolo duro dell’indipendenza europea, traguardo indispensabile per liberarsi sia dall’egemonia statunitense che dai meccanismi perversi della globalizzazione, pur non mancando qua e là considerazioni quasi di ordine metafisico relativamente al “Destino dell’Eurasia”.

Si passa così dalla volontà di superare politicamente la dicotomia “destra-sinistra”, alla necessità di rivedere l’Alleanza Atlantica(1), uno strumento utile ormai soltanto alle ambizioni imperialistiche di Washington, che nasconde dietro lo slogan della “guerra al terrorismo” la volontà di controllo dei tracciati degli oleodotti petroliferi.

Che gli Stati Uniti siano in crisi viene sviscerato dalle cifre: oggi imperversa una guerra economico-commerciale tra l’Unione Europea che detiene il 32% del PIL mondiale e gli USA con il loro 28% (ricordiamo che la lora quota di PIL nel 1946 era del 40%, un declino ammesso dallo stesso CFR statunitense) e ben simboleggiata dal ruolo spionistico antieuropeo di Echelon(2).

Al contrario le direttrici geopolitiche dell’asse Parigi-Berlino-Mosca s’intersecano perfettamente, in quanto ognuno di questi paesi svolge il ruolo di cardine geografico in una porzione d’Eurasia: la Francia sull’ovest e sul sud, la Germania sull’Europa centrale e orientale, la Russia sull’estremo est, il Caucaso e l’Asia centrale.

In particolare lascia ben sperare la politica eurasiatica di Vladimir Putin, la cui tattica della “mano tesa” verso gli americani nasconde in realtà il progetto di un’Europa indipendente e sovrana(3), così come emerge chiaramente dal suo discorso pronunciato al Bundestag ad appena due settimane dagli attentati dell’11 settembre 2001(4).

Essa si nutre dei proficui rapporti bilaterali economico-militari stretti tra Mosca e Teheran, Mosca e Nuova Dehli, Mosca e Pechino, nonostante la minaccia delle sanzioni statunitensi.

Anche se la Russia possiede le più grandi riserve di gas naturale del pianeta e rappresenta il terzo produttore mondiale di petrolio, ancora più strategica potrebbe risultare la cooperazione euro-russa nel settore spaziale(5) e in quello dei trasporti, grazie al lancio congiunto di “Soyuz” e alla nascita – annunciata dal ministro russo Sergej Frank – di una “Unione dei Trasporti Eurasiatici”.

Promettente è in proposito il progetto relativo alla costruzione di un corridoio di trasporto Parigi-Berlino-Minsk-Mosca, il cui elemento chiave sarebbe rappresentato dalla ferrovia Brest-Parigi-Berlino-Minsk-Mosca.

Quali dovrebbero essere secondo De Grossouvre – oltre a quelle sopra enunciate – le misure concrete volte a stabilire un’alleanza strategica euro-russa?

Essenzialmente sei:

Allestimento in Russia di un polo tecnologico franco-russo-tedesco;

Accordo borsistico tra Euronext, Francoforte e la Borsa di Mosca;

Scambio di prodotti tecnologici europei contro per es. petrolio russo;

Sollecitare la Russia a scegliere l’euro quale moneta di riferimento per le sue esportazioni e costituzione in euro delle riserve della sua Banca centrale;

Costituzione di una banca europea continentale;

Promozione di un prestito pubblico per la Russia garantito da Francia e Germania.

La complementarietà di queste economie è in effetti dimostrata sia da diversi indicatori economico-finanziari sia dalla teoria ricardiana dei “vantaggi comparati”.

Meno convincenti – a nostro parere – appaiono invece alcune considerazioni dell’autore relativamente ai rapporti dell’Europa con due nazioni chiave: la Gran Bretagna e la Turchia.

Se frettolosi sono gli apprezzamenti nei confronti di Londra – giustificati dal raffreddamento di alcuni circoli strategici britannici nei confronti di Washington – al contrario un po’ troppo defintiva è la condanna dell’eventuale ruolo europeo della Turchia, la cui posizione decisiva nel Mediterraneo non può essere lasciata alla mercè degli interessi atlantisti, anche in considerazione della tensione che si è registrata tra Ankara e l’accoppiata Stati Uniti-Israele sia per la guerra in Iraq che per la questione palestinese.

In conclusione un lavoro che lascia ben sperare sulle possibilità della formazione di un blocco eurasiatico rivoluzionario, tenendo bene a mente le profetiche parole del generale Charles De Gaulle: <>.

Note

Come ricorda il generale Jean Salvan, <>, cit. a p. 127.

Al proposito ottimo resoconto su noreporter.org “Spy game: il caso Echelon”.

Tendenza confermata dall’influenza russa in Kazakistan, paese chiave negli equilibri geopolitici eurasiatici. La Russia oggi grazie all’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva della CSI (assieme ad Armenia, Kirghizistan, Tagikistan e Bielorussia) <>, cfr. Vielmini Fabrizio in “Limes” n. 3 – 2004, p. 275.

<< Io credo che l’Europa può consolidare a lungo termine la sua fama di fulcro della politica mondiale, potente e indipendente, soltanto se unifica i suoi mezzi con gli uomini, il territorio e le risorse naturali russe, così come con il potenziale economico, culturale e difensivo della Russia>>, Vladimir Putin : discorso al Bundestag, 25 settembre 2001.

Va peraltro ricordato come <> cit. a p. 198.

De Grossouvre Henri: “Parigi, Berlino, Mosca: geopolitica dell’indipendenza europea”, Fazi, Roma 2004


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