Possedendo circa il 60% delle risorse minerarie dell’ex Unione Sovietica, il Kazakhstan può considerarsi il Paese con la maggiore ricchezza pro capite al mondo. Oltre ai principali partner privati, come l’Eni e la Chevron Corporation, lo Stato kazako dal 2005 ha attirato l’attenzione della Turchia, concretatasi con la realizzazione di un accordo “energetico – militare” fra i due Paesi. L’importanza del ruolo internazionale del Kazakhstan si è, inoltre, incrementata con l’assunzione della presidenza dell’O.S.C.E., avvenuta nel 2010. Nel frattempo, il Parlamento kazako ha approvato una legge che intende contribuire alla difesa contro il terrorismo, dopo che alcuni attentati hanno fortemente turbato la popolazione.

Dal comunismo al capitalismo

Nel dicembre 1991 il Kazakhstan si è dichiarato indipendente dall’Unione Sovietica, aderendo alla C.S.I. e, nello stesso anno, Nursultan Abishevich Nazarbayev è stato eletto dal Parlamento kazako come Presidente della Repubblica. Nel 1994 si sono svolte le elezioni legislative che hanno registrato la vittoria del Partito d’Unità Nazionale, fondato dallo stesso Presidente. Nel 1995 è stata adottata la nuova costituzione che aumentava i poteri presidenziali e, inoltre, è stato firmato un importante trattato con Uzbekistan e Kyrgyzstan volto a istituire uno spazio economico comune. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, il Kazakhstan ha dovuto affrontare problemi comuni alle altre ex repubbliche sovietiche, come il crollo dei sistemi di commercio, l’enorme aumento del tasso di inflazione e il crollo della produzione. La politica governativa per la rivitalizzazione dell’economia si è basata sulla privatizzazione, sulla liberalizzazione dei prezzi e sull’apertura agli investimenti stranieri. In particolare, durante gli Anni Novanta è possibile rintracciare l’origine dei rapporti commerciali fra il Kazakhstan e l’Italia. Stringendo ottimi rapporti commerciali dal 1992, la compagnia italiana Eni può considerarsi uno dei più importanti partner privati del Kazakhstan.

L’asse “energetico – militare” tra il Kazakhstan e la Turchia

Il Kazakhstan, con le proprie riserve di petrolio, gas e uranio, ha attirato anche l’attenzione della Turchia, realizzando importanti accordi in ambito energetico. In seguito ad una serie di trattative avviate nel 2005, è stata siglata un’intesa di partenariato strategico-militare fra i due Paesi, che permette tuttora lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte. L’asse turco-kazako ha consentito al Kazakhstan di creare partenariati energetici e militari più efficaci con la N.A.T.O. e con i Paesi dell’Unione Europea, mentre alla Turchia di stringere forti legami sia in ambito militare in quello energetico con gli Stati vicini. Grazie all’asse turco-kazako, il ruolo internazionale del Kazakhstan è notevolmente aumentato e, prossimamente, potrebbe riservare conseguenze inaspettate. Inoltre, nel 2010 il Kazakhstan è stato il primo Stato post-sovietico ad assumere la presidenza dell’O.S.C.E. Nonostante le riserve di alcuni Stati europei, la scelta di affidare al governo di Astana la presidenza dell’organizzazione è apparsa evidentemente strategica: si trattava, infatti, del più grande Paese dell’Asia Centrale, in altre parole del nuovo “ponte” geopolitico eurasiatico. [1]

L’eredità di Elbasy e l’emergente terrorismo islamico

Nel 2011, il Parlamento kazako, ha conferito a Nazarbayev il titolo di “capo della nazione” (Elbasy) ma, in seguito all’ennesima vittoria elettorale, avvenuta nell’aprile dello stesso anno, il Presidente è stato severamente criticato dagli osservatori internazionali dell’O.S.C.E., a parere dei quali vi sarebbero state mancanza di trasparenza nella competizione e limitazione alla libertà di stampa. Nonostante tali critiche, Nazarbayev sembra intenzionato a proseguire nella sua funzione di governo. A succedergli potrebbe essere Timur Askarovich Kulibayev che, secondo le fonti di WikiLeaks, già detiene il 90% dell’economia del Paese, essendo a capo della compagnia petrolifera KazMunayGas e di quella nucleare Kazatomprom. [2]

In questi mesi, lo Stato kazako ha appoggiato le truppe della N.A.T.O. di stanza in Afghanistan, inviando un contingente militare e consentendo il libero accesso sul proprio territorio ai mezzi della stessa N.A.T.O. e degli Stati Uniti per il trasporto di carichi militari e di truppe verso l’Afghanistan. Pare sia stata proprio questa scelta a scatenare la successiva ondata di atti terroristici che hanno turbato la popolazione kazaka: infatti, nonostante il Kazakhstan abbia saputo mantenere una convivenza pacifica fra musulmani e cristiani, dalla primavera del 2011 si sono registrati diversi attentati riconducibili al terrorismo islamista. Tentando di limitare tale minaccia, il Senato del Kazakhstan ha approvato una legge che limita l’accesso dei predicatori stranieri nel Paese e istituisce un registro delle organizzazioni religiose locali.

* Giacomo Morabito, dottore in Scienze delle Relazioni Internazionali (Università degli Studi di Messina)

Note:
[1] (F. De Renzi, Turchia e Kazakistan: la nuova alleanza, temi.repubblica.it/limes – 15/02/2010)
[2] (Autore anonimo, Kazakistan, Nazarbaiev presidente fino alla morte. Avanza il genero, www.peacereporter.net – 19/04/2011)


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