Il Turkish – African cooperation meeting che si è tenuto a Istanbul il 13 dicembre scorso è parte del programma di follow-up che, secondo gli accordi, deve costituire il seguito della “Istanbul Declaration on Turkey-Africa Partnership: Cooperation and Solidarity for a Common Future” e della “Cooperation Framework for Turkey-Africa Partnership”, entrambe adottate durante il primo summit di cooperazione turco-africana nel 2008. Scopo del Cooperation Meeting di Istanbul è soprattutto l’approvazione del Turkey-Africa Partnership Joint Action Plan, da mettere poi in atto negli anni 2010-2014.

L’interesse della Turchia nel confronti dell’Africa e’ abbastanza recente: risale, infatti, al 1998, quando la Banca Mondiale lanciò l’Africa Action Plan.

Dal 1998 al 2008 i rapporti tra Turchia e Africa sono gradualmente migliorati, e questo miglioramento è testimoniato sia da un forte incremento del commercio tra le due zone geografiche, sia da una serie di atti istituzionali: il 2005 è stato definito in Turchia “l’anno dell’Africa”, e in quello stesso anno la Turchia e’ stata nominata membro osservatore all’interno dell’Unione Africana; sempre nel 2005, il primo ufficio della TIKA (Turkish International Cooperation and Development Agency) e’ stato aperto ad Addis Abeba, seguita da Kartum e Dakar.

Nel 2008, poi, la Turchia è stata accettata come membro non regionale alla Banca Africana dello Sviluppo, fatto, questo, che ha molto giovato alle imprese turche che miravano a ottenere la responsabilità di importanti progetti di infrastrutture in Africa.

Ancora nel 2008 si e’ tenuto a Istanbul, inoltre, il Turkey-Africa cooperation summit (di cui l’odierno summit, e’ – come detto – parte del follow-up), allo scopo, principalmente, di tirare le fila di dieci anni di considerevoli passi avanti nelle relazioni internazionali tra le due aree geografiche, valutare i passi compiuti e progettare le evoluzioni future.

Comprendere i contenuti del Cooperation Summit del 2008 è fondamentale per capire in quali direzioni si svilupperanno i rapporti tra le due zone geografiche, e soprattutto alla luce di quali linee guida si è svolto il recente summit del dicembre 2010.

All’interno del Cooperation Summit del 2008 si possono riconoscere due principali direzioni in cui la Turchia vuole sviluppare i suoi rapporti con l’Africa: la prima concerne i rapporti tra il proprio settore privato e il mercato africano, mentre la seconda il tema degli aiuti umanitari, tema da cui ormai la Turchia – dato il fortissimo sviluppo economico in corso – non può sottrarsi.

Per quanto riguarda il settore commerciale e finanziario, i punti su cui si è maggiormente concentrato i summit turco-africano del 2008 sono: il potenziamento e la protezione degli scambi tramite accordi legali che siano favorevoli all’importazione ed esportazione di beni; l’importanza da dare ad accordi bilaterali già esistenti tra la Turchia e singoli paesi africani nel creare un comune progetto di cooperazione più ampio; la particolare attenzione da rivolgere alla cooperazione tra istituzioni finanziarie con il particolare obiettivo di incrementare gli investimenti turchi in Africa.

Per quanto riguarda il settore della salute, invece, e’ stata ribadito l’impegno comune contro la malnutrizione e le malattie infettive. In questo senso, particolare attenzione è stata dedicata all’educazione medica e all’incremento della produzione di medicine sul territorio africano.

Altro argomento discusso al summit riguarda la pace e la sicurezza, e in questo campo Turchia e Africa si impegnano in una coordinata lotta alle minacce alla stabilità. La Turchia fa, inoltre, parte delle operazioni di peacekeeping in Africa, e si impegna a contribuire al rafforzamento delle politiche dell’Unione Africana in campo di pace e sicurezza.

In campo di educazione e cultura, invece, la Turchia si impegna a cercare di incrementare il numero di borse di studio destinate a studenti africani, e – in generale – viene sottolineata l’importanza dei gemellaggi tra città e della cooperazione turistica.

L’ultimo argomento trattato nel summit riguarda, poi, energia e infrastrutture, settori molto interessanti per le imprese turche, che mirano a ottenere la direzione dei lavori di costruzione: vengono, infatti, proprio incoraggiate partnership commerciali tra Turchia e paesi africani per quanto riguarda progetti di costruzione[1].

In queste direzioni continuerà, dunque, l’evolversi dei rapporti tra Africa e Turchia, sia per quanto riguarda gli accordi nel settore privato, sia come priorità per programmi di cooperazione e sviluppo.

Anche la Turchia, come altri paesi tra cui soprattutto la Cina, ha dunque scoperto il potenziale di crescita del continente africano, che pare attualmente una delle priorità del governo Erdogan.

Simbolicamente, per sottolineare i legami culturali che legano Turchia e gran parte dei paesi africani, al summit del 2008 e’ stato fatto intervenire un rappresentante della “Organization of the Islamic Conference”, che ha ribadito le affinità religiose che legano Turchia e Africa, e ha sottolineato l’importanza della solidarietà nello sviluppo. Non puri interessi economici – è stato dunque il messaggio del summit che ha segnato una svolta nei contenuti della cooperazione, e nella cui scia il recente summit si inserisce – ma la riscoperta di profondi legami culturali.

*Erica Aiazzi è studente in Storia e Politica Internazionale (Università di Pavia)


[1] “Framework of Cooperation for Africa”: http://africa.mfa.gov.tr/framework-of-cooperation-for-africa-_-turkey-partnership.en.mfa


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