Fonte: http://www.stratfor.com
Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle incontrerà i funzionari di Francia e Polonia per presentare loro un piano congiunto russo-europeo per la “cooperazione in materia di sicurezza” – secondo quanto ha affermato lunedì il portavoce di Westerwelle. Il piano ha preso forma durante un incontro precedente, avvenuto nel mese di giugno, tra il Cancelliere Angela Merkel e il presidente russo Dimitri Medvedev e si basa su una bozza che la Russia aveva redatto nel 2008. Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov sarà presente all’incontro. Andreas Peschke ha affermato: “vogliamo elaborare e discutere il piano con il Triangolo [ossia Francia, Germania e Polonia] alla presenza del ministro degli esteri russo”.
A una prima analisi, il piano sviluppato dalla Merkel e da Medvedev sembra innanzitutto avere finalità strutturali. Il piano, infatti, prevede che i problemi di sicurezza posti da determinate aree calde dovranno essere discussi a livello ministeriale, con la creazione di un consiglio formato dal commissario europeo per la sicurezza, Catherine Ashton, e dal ministro degli esteri russo.
Il piano non sembra introdurre novità epocali, finché non si considerano alcuni elementi. In primo luogo, le proposte volte a intensificare le relazioni tra Russia e Unione europea sono state per molti anni oggetto di discussione, tuttavia senza evoluzioni significative. In secondo luogo, i tedeschi hanno intrapreso quest’iniziativa in un periodo in cui la politica estera della Germania è in continuo cambiamento. Infine, la decisione di sottoporre il piano a Francia e Polonia indica che la Germania è estremamente sensibile riguardo alle questioni geopolitiche implicate, che sono importanti e complesse.
Ripensare le strategie di base
Lo scoppio della crisi economica in Europa ha spinto la Germania, insieme ad altri paesi, a riconsiderare la propria strategia di base. Dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi, la Germania ha perseguito due obiettivi. Il primo è il mantenimento di un rapporto molto stretto con la Francia, oltre che con il resto d’Europa, per scongiurare il rischio di una nuova guerra; a partire dal 1870, infatti, la Germania ha combattuto tre guerre contro la Francia, e il suo obiettivo principale è stato di non combatterne un’altra. Il secondo obiettivo è la prosperità. Il ricordo della Grande depressione e la rinuncia al militarismo hanno fatto sì che la Germania perseguisse ostinatamente l’obiettivo dello sviluppo economico e della creazione di un società ricca. L’integrazione dei mercati europei ha permesso alla Germania di raggiungere entrambi gli obiettivi, attraverso la creazione di un legame indissolubile con la Francia e allo stesso tempo di un blocco commerciale che avrebbe garantito la prosperità.
Gli eventi causati dalla crisi economica scoppiata nel 2008, tuttavia, hanno messo in crisi la fiducia della Germania nei confronti dell’Unione europea quale strumento foriero di prosperità. Fino al 2008, l’Europa ha vissuto uno straordinario periodo di sviluppo, grazie al quale la Germania occidentale ha potuto contemporaneamente integrarsi con la Germania orientale e mantenere invariata la crescita economica a lungo termine. L’Unione europea sembrava essere una macchina miracolosa in grado di creare automaticamente ricchezza e quindi stabilità politica.
Dopo il 2008 questa percezione è cambiata e il senso di insicurezza è aumentato a causa dell’attuale crisi della Grecia e degli altri paesi dell’Europa meridionale. I tedeschi hanno dovuto coprire quello che essi considerano uno sperpero di denaro da parte della Grecia per proteggere l’euro e l’economia europea. Questo ha provocato non solo una forte opposizione nella società tedesca, ma ha anche suscitato alcune domande all’interno del governo tedesco. L’obiettivo dell’Unione europea è quello di garantire la ricchezza economica della Germania. Se il futuro dell’Europa prevede il salvataggio dell’Europa da parte della Germania – in altre parole, un trasferimento di ricchezza dalla Germania all’Europa – allora il meccanismo sotteso all’integrazione dell’Europa è divenuto inaccettabile.
I tedeschi non sono certamente disposti a rinunciare all’integrazione europea, che ha garantito loro 65 anni di pace. Allo stesso tempo, però, i tedeschi sono pronti a modificare parzialmente il quadro in cui l’Europa opera, in particolare dal punto di vista economico: un’Europa in cui la prosperità della Germania può essere messa a rischio dalle pratiche economiche della Grecia necessita di alcuni cambiamenti.
Il richiamo della Russia
Considerando i propri interessi economici, i tedeschi sono stati inevitabilmente attratti dalle loro relazioni con la Russia. La Germania importa dalla Russia il 40% circa del gas naturale di cui necessita. Senza l’energia russa, l’economia della Germania corre gravi rischi. Allo stesso tempo, la Russia necessita di tecnologie e know-how per trasformare la propria economia e cessare così di essere semplicemente un paese esportatore di materie prime. Inoltre, le imprese tedesche che hanno investito in Russia sono migliaia e, parlando in una prospettiva di lungo termine, la popolazione tedesca sta scendendo al di sotto del livello necessario a mantenere gli attuali standard economici. La Germania non vuole un nuovo afflusso di immigrati perché teme che ciò genererebbe instabilità sociale. Anche la popolazione della Russia è in diminuzione, ma la popolazione è ancora superiore rispetto alle necessità economiche del paese e lo sarà ancora per un periodo di tempo abbastanza lungo. Gli investimenti della Germania in Russia permettono alla prima di disporre della mano d’opera di cui necessita senza ricorrere all’immigrazione, semplicemente trasferendo gli impianti di produzione più a est, in Russia.
I tedeschi avevano avviato relazioni economiche con la Russia sin da prima della caduta dell’Urss, ma la crisi della Grecia li ha portati a riconsiderare il loro rapporto con la Russia. Dal momento che l’Unione europea sembra diventata una “trappola” in cui la Germania dovrebbe finanziare in maniera consistente il resto d’Europa e che un’economia isolata è impossibile, si è reso necessario trovare un’altra strategia, che ha una duplice attuazione. Da un lato, la Germania spinge per ristrutturare l’Unione europea in modo da proteggersi dalle azioni intraprese dagli altri paesi al loro interno; dall’altra parte, a causa del lungo periodo di stagnazione in Europa, la Germania – un paese fortemente dipendente dalle esportazioni e carente di mano d’opera – deve andare alla ricerca di un partner addizionale, se non addirittura nuovo.
Un avvicinamento tra la Germania e la Russia ha anche implicazioni economiche e in materia di sicurezza. Tra il 1871 e il 1941, nell’Europa continentale si è giocata una partita a tre: Francia, Germania e Russia, che stringevano e rompevano alleanze tra loro e ognuno di questi cambiamenti incrementava le probabilità dello scoppio di una guerra. Nel 1871, la Prussia era alleata con la Russia quando attaccò la Francia. Nel 1914 i francesi e i russi erano alleati contro la Germania. Nel 1940 la Germania era alleata con la Russia quando attaccò la Francia. Questa partita a tre si è svolta con alterne vicende, ma ha avuto sempre lo stesso risultato: la guerra.
Tornare a questa dinamica è l’ultimo dei desideri di Berlino. La sua speranza è invece quella di integrare la Russia nel sistema di sicurezza europeo, o almeno attribuirle una quota di partecipazione nel sistema economico europeo sufficiente a non farla apparire come una minaccia per il sistema di sicurezza dell’Ue. Questo tocca nel profondo i rapporti della Francia con la Russia. Per Parigi, l’alleanza con la Germania è il fondamento stesso della politica di sicurezza e dell’economia francesi. Se la Germania stringe con la Russia legami più forti nell’ambito della sicurezza e dell’economia, la Francia deve tener conto degli effetti che ciò avrà al suo interno. Una triplice alleanza tra Francia, Germania e Russia non ha mai dato frutti perché la Francia è sempre stata considerata come un alleato di secondo piano. Pertanto, è fondamentale che la Germania presenti questo avvicinamento non come un’alleanza a tre, bensì come l’inclusione della Russia in Europa, e che ponga l’accento sulle misure in materia di sicurezza, piuttosto che su quelle economiche. I tedeschi, in ogni caso, devono muoversi con molta cautela riguardo alle loro relazioni con la Francia.
Ancora più delicata è la questione della Polonia. La Polonia si trova tra la Russia e la Germania. Nel corso della sua storia, la Polonia è stata spartita tra queste due potenze oppure conquistato da una delle due. Nella memoria collettiva polacca, la questione è ancora viva. Un rafforzamento delle relazioni tra la Germania e la Russia susciterà inevitabilmente fortissimi timori in Polonia.
Pertanto, l’incontro di mercoledì con il cosiddetto “Triangolo” è fondamentale. Sia i francesi che i polacchi – e i polacchi in misura maggiore – devono capire ciò che sta succedendo. La questione riguarda in parte la misura in cui l’impegno della Germania nei confronti dell’Unione europea sarà toccato e in parte, cosa più importante per la Polonia, le ripercussioni dell’impegno della Germania nella Nato.
Il ruolo della Nato
I russi sottolineano il fatto che ciò che sta accadendo non costituisce una minaccia per la Nato. La Russia sta tentando di tranquillizzare non solo la Polonia, ma anche gli Stati Uniti. Ma il problema è il seguente: se la Germania e l’Europa stringono con la Russia un accordo in materia di sicurezza che richiede consultazioni preventive e cooperazione, la Russia avrà inevitabilmente una certa influenza sulla Nato. Se i russi si oppongono a un’azione della Nato, la Germania e gli altri stati europei dovranno scegliere tra la Russia e la Nato.
Per dirla in maniera più schietta: se la Germania firma un accordo per la cooperazione in materia di sicurezza con la Russia (dimenticando per il momento il resto dell’Europa), come gestirà l’alleanza con gli Stati Uniti, visto che russi e americani si trovano in forte disaccordo per paesi come la Georgia? Secondo Germania e Russia, gli Stati Uniti premono costantemente su entrambi i paesi affinché questi corrano rischi in regioni in cui non ritengono di avere alcun interesse. La Nato non funziona sempre a dovere, ma le pressioni statunitensi sono onnipresenti. I tedeschi e i russi potrebbero opporsi alle pressioni in maniera più efficace se fossero alleati, piuttosto che da soli.
È interessante che parte dei colloqui tedesco-russi saranno dedicati a una specifica questione, ossia quella della Moldavia e della Transnistria. La Moldavia è una regione posta tra la Romania e l’Ucraina (che confina con la Russia e recentemente è tornata a far parte della sfera d’influenza russa) che nel corso del tempo ha fatto parte di entrambe. Ha ottenuto l’indipendenza dopo la caduta del comunismo, ma la sua parte più orientale, la Transnistria, si è staccata dalla Moldavia con l’approvazione della Russia. Nel 2009, i moldavi hanno eletto un governo filo-occidentale, mentre la Transnistria è filorussa. I russi hanno appoggiato la secessione della Transnistria (e vi hanno stanziato alcune truppe), mentre la Moldavia vorrebbe riannettersela.
Il documento redatto dalla Merkel e da Medvedev considera espressamente l’impatto che un accordo congiunto in materia di sicurezza può avere su questa contesa. Non è chiaro quale sarà la soluzione, ma se i colloqui proseguiranno, il risultato darà una prima indicazione sul carattere del legame russo-tedesco in materia di sicurezza. I polacchi ne saranno particolarmente interessati, poiché qualsiasi azione in Moldavia avrà automaticamente un impatto sia in Romania che in Ucraina, due Stati fondamentali nel determinare la forza della Russia in questa regione. A prescindere dalla soluzione che verrà adottata, essa definirà i rapporti di forza fra i tre Stati.
Non bisogna dimenticare che i tedeschi propongono un accordo di sicurezza tra la Russia e l’Europa, non tra la Russia e la Germania soltanto. Va inoltre ricordato che i tedeschi hanno intrapreso negoziati unilaterali con i russi ed esporranno i termini dell’accordo agli altri paesi europei in un secondo momento. Va inoltre notato che i tedeschi non hanno esposto tali termini a tutti i paesi europei, ma in primo luogo alla Francia e alla Polonia (il 19 giugno il presidente francese Nicolas Sarkozy ha manifestato la sua approvazione iniziale) e, cosa altrettanto importante, essi non hanno pubblicamente messo a parte degli accordi gli Stati Uniti. Non è chiaro, inoltre, cosa farebbero i tedeschi se i francesi e i polacchi non approvassero l’accordo, un’ipotesi che non è remota.
La Germania non vuole cancellare il concetto europeo; tuttavia, sta cercando di ridefinirlo più a suo vantaggio. Dal punto di vista tedesco, includere la Russia aiuterebbe i tedeschi nell’impresa. Ma i tedeschi devono ancora spiegare qual è il loro rapporto con il resto d’Europa, in particolare i loro obblighi economici nei confronti delle economie dell’Eurozona in crisi. Devono inoltre definire il loro rapporto con la Nato e, cosa ancora più importante, con gli Stati Uniti.
Come qualsiasi altro paese, la Germania può ottenere molte cose, ma non tutto. Sarebbe ingenuo, da parte della Germania, pensare di riuscire a unire l’Unione europea, la Nato e la Russia in un sistema unico di relazioni senza provocare presso qualcuno dei suoi alleati – e presso alcuni in maniera più intensa – una certa alienazione. I tedeschi non sono ingenui. Sanno bene che i polacchi proveranno forti timori e i francesi un forte imbarazzo. I paesi dell’Europa meridionale si sentiranno ancora più abbandonati se la Germania focalizzerà maggiormente la propria attenzione sulla Pianura settentrionale europea. E gli Stati Uniti, osservando l’avvicinamento tra Germania e Russia, vedranno lo sviluppo di un’alleanza di enorme peso che potrebbe minacciare i loro interessi globali.
Con questo piano, i tedeschi stanno tentando di cambiare la situazione in maniera significativa. Stanno agendo lentamente lasciandosi la possibilità di fare marcia indietro, ma stanno agendo. Sarà interessante sapere cosa diranno mercoledì i francesi e i polacchi. Una loro approvazione pubblica del piano dovrebbe essere considerata semplicemente una mossa volta a non scontentare tedeschi e russi finché non avranno parlato con gli americani. Sarà anche interessante sapere cosa dirà l’amministrazione Obama al riguardo.
22 giugno 2010
Traduzione dall’inglese a cura di Silvia Zirone
Questo articolo è ripubblicato con il permeso di STRATFOR, http://www.stratfor.com
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