Fonte: Strategic Culture Foundation
http://en.fondsk.ru/print.php?id=3220 20/08/2010

Segnando la conclusione della saga che ha avuto inizio a metà del secolo XX, il 21 agosto l’Iran avrà ufficialmente avviato il reattore nucleare di fabbricazione russa della centrale nucleare di Bushehr. L’accensione del reattore nucleare è un punto culminante in qualsiasi paese, ma nel caso dell’Iran è un ulteriore fattore per la situazione, secondo cui l’avvio possa essere considerato una sconfitta della politica internazionale di Washington. Recentemente, l’ex ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, John Bolton, provocatoriamente ha chiesto a Israele di attaccare Bushehr prima del 21 agosto, termine ultimo, quando le barre nucleari saranno caricate nel nocciolo del reattore.
J. Bolton è famoso per le sue opinioni da falco estremista. Ha sostenuto attivamente il mito scorte s delle armi di distruzione di massa di S. Hussein, nell’escalation della guerra in Iraq, e nel mese di agosto 2008, ha affermato che la Russia era l’aggressore nel conflitto con “la piccola e totalmente innocua” Georgia.
Il cinismo non è raro nelle file dei politici statunitensi. Al momento, gli Stati Uniti sostengono accuse contro l’Iran – così come contro la Russia – e cercano di convincere il mondo che, dopo l’avvio della centrale di Bushehr, avrà di fronte un nuovo mostro dotato di armi nucleari. E’ opportuno ricordare, nel contesto, le forze che hanno aiutato l’Iran ad acquisire reali ambizioni nucleari, in passato.
L’Iran guidato dello shah pro-USA si messo in contatto con gli Stati Uniti per l’accesso alle tecnologie dell’energia nucleare, ben prima dei progetti nucleari congiunti con la Russia. Nel 1957, Washington e Teheran firmarono un accordo sull’energia nucleare, in cui gli Stati Uniti avrebbero fornito materiale nucleare all’Iran e contribuito a formare ingegneri nel paese, e l’Iran, da parte sua, acconsentì agli Stati Uniti di monitorare i suoi impianti nucleari. Washington e Teheran hanno firmato un altro accordo, con l’assistenza dell’IAE, nel 1967 e gli Stati Uniti fornirono un reattore nucleare di piccola potenza (5 MW), per il centro di ricerca dell’Iran. Il reattore è stato avviato un anno più tardi che utilizzava uranio arricchito al 93% come combustibile. Successivamente, gli Stati Uniti hanno venduto all’Iran le camere per l’estrazione del plutonio dal combustibile nucleare esaurito. In netto contrasto, il combustibile nucleare (82 tonnellate) per il piano di Bushehr, che è stato fornito nel 2008 e attualmente è conservato in un sito speciale monitorato dall’IAE, è arricchito solo all’1,6-3,6%.
Per tutto il regno dello scià iraniano, gli Stati Uniti non espressero obiezioni nei confronti dell’Iran, per l’attuazione del ciclo completo del combustibile nucleare che poteva essere utilizzato per generare plutonio e, tecnicamente, poteva servire come base per la creazione di armi nucleari. Inoltre, Washington e Teheran hanno discusso la fornitura di un massimo di 8 reattori nucleari, del valore di 6,5 miliardi dollari, all’Iran. Gli Stati Uniti non hanno avuto problemi con le operazioni in Iran degli altri paesi della Nato – in particolare, con la Germania e la Francia – nel quadro del programma nucleare. L’ultimo Scià dell’Iran, Mohammad Reza Pahlavi, impostò l’energia nucleare come una priorità del suo programma di riforma. Nel 1974, l’Iran ha adottato un programma a lungo termine, volto a costruire 23 reattori nucleari con una capacità totale di oltre 20 MW, basandosi su tecnologie occidentali (e non sovietiche!). L’Iran ha firmato contratti con Stati Uniti, Germania e Francia, e in quest’ultimo caso ha anche acquistato una partecipazione del 10% nell’impianto di arricchimento dell’uranio di Tricastin. L’accordo ha aperto l’accesso dell’Iran alle tecnologie di arricchimento dell’uranio, e ha dato al paese il diritto di acquistare la produzione dell’impianto.
Per quanto riguarda la centrale nucleare di Bushehr, in origine il contratto per la costruzione si concluse nel 1974 con la Kraftwerk Union. La società tedesca avrebbe costruito due reattori da 1.300 MW, addestrato gli ingegneri nucleari iraniani e organizzato la produzione e l’uso degli isotopi del sito. Il primo e il secondo reattori dovevano essere avviati nel 1980 e nel 1981.
La Francia ha avuto anche un contatto 2 miliardi di dollari per la costruzione di una centrale nucleare in Iran. Situata ad Ahwaz, doveva comprendere due reattori da 950 MW che sarebbero stati avviati nel tardo 1983 – inizio 1984. Inoltre, nel 1974 la Francia iniziò la costruzione di un centro di ricerca con un reattore nucleare sperimentale a Isfahan, in Iran, l’avvio era previsto per il 1980.
Ovviamente, l’Occidente non ha battuto ciglio sul programma nucleare dell’Iran – almeno per quanto riguarda l’Iran come un potenziale mostro dotato di armi nucleari – in un’epoca in cui il paese rimaneva nell’orbita degli Stati Uniti e della NATO. La situazione ha preso una piega diversa dopo la Rivoluzione islamica del 1979 in Iran, quando il paese ruppe con l’Occidente. I contratti nucleari furono annullati e la costruzione degli impianti nucleari – congelata. Secondo diverse stime, al momento i reattori della centrale di Bushehr erano completi al 70-90% e 40-75%. Il cantiere era pronto ad Ahwaz, ma all’Iran venne rifiutato l’accesso alle tecnologie e ai prodotti dello stabilimento di Tricastin.
Per molto tempo, dopo la Rivoluzione Islamica, l’Iran ha dovuto affrontare problemi più pressanti che costruire centrali nucleari. L’incompiuta centrale di Bushehr finì sotto le bombe 9 volte, durante la lunga guerra con l’Iraq, e subì notevoli danni, di conseguenza.
Teheran rianimò il suo programma di energia nucleare dopo la guerra, ma numerosi tentativi di raggiungere accordi con la Spagna, Argentina, Brasile, Pakistan, e persino con la Cina non hanno prodotto alcun risultato. Sotto la pressione degli Stati Uniti, i potenziali partner evitarono di farsi coinvolgere da Teheran. Immune alle pressioni di Washington, nel 1992 la Russia stipulò un accordo sul nucleare civile con l’Iran, che prevedeva la costruzione della centrale di Bushehr. Il contratto russo-iraniano per costruire la sua prima unità fu – dopo degli abbastanza difficili colloqui sui dettagli – firmato il 5 gennaio 1995 a Teheran. Le società russe hanno dovuto ricostruire l’impianto per adattarlo al reattore acqua-acqua russo VVER-1000, da 1000 MW. I contratti con la Russia prevedono la costruzione di altri tre reattori a Bushehr, in futuro. Mosca e Teheran hanno firmarono un accordo con cui la Russia avrebbe fornito 2.000 tonnellate di uranio all’Iran e addestrato ingegneri iraniani negli istituti russi.
A quel tempo e al momento, il contratto di Bushehr era di grande importanza per la Russia. Il costo del primo reattore è stato fissato a 800-850 milioni di dollari, e il totale della costruzione è stato stimato a circa 1 miliardo. L’Iran avrebbe pagato l’80% dell’importo in contanti e il 20% sotto forma di forniture varie. L’elenco degli appaltatori russi conta oltre 300 imprese e il contratto ha creato 20.000 nuovi posti di lavoro. Inizialmente, il piano era che la centrale elettrica di Bushehr sarebbe divenuta operativa nel 2003, ma la scadenza è stata più volte rinviata a causa di vari motivi. Gli Stati Uniti hanno esercitato una pressione permanente su Mosca affinché quest’ultima abbandonasse il contratto, e in un certo numero di casi, l’Iran non ha rispettato il calendario dei pagamenti. Tuttavia, la saga di Bushehr, si spera si concluda il 21 agosto 2010. L’Iran avrà la sua prima centrale nucleare e la Russia dimostrerà la sua capacità di attuare importanti contratti internazionali ad alta tecnologia. Per quanto riguarda le accuse che la Russia stia giocando dalla parte di un paese aggressivo, è un punto importante che il contratto della Russia con l’Iran – in contrasto con quelli che Stati Uniti, Francia e Germania hanno firmato con il paese, in passato – non implichi il trasferimento all’Iran di tecnologie di arricchimento dell’uranio, la costruzione di un impianto autofertilizzante o per la rigenerazione di plutonio. Quello che l’Iran avrà – in piena conformità con il diritto internazionale e senza minacciare la pace e la sicurezza internazionale – è uno una semplice infrastruttura civile per l’industria elettrica. Le minacce alla pace e alla sicurezza internazionale, come ad esempio, le affermazioni di John Bolton mostrano chiaramente, sono poste da un altro paese.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
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