Descrizione
GEOPOLITICA E GEOSTRATEGIA
La notizia ha tenuto banco per tutto il mese di gennaio 2025: l’Italia sarebbe interessata ad affidare alla società statunitense SpaceX ed alla sua costellazione di satelliti StarLink – di proprietà del miliardario sudafricano (statunitense di adozione) Elon Musk – le proprie comunicazioni strategiche. I problemi che questa possibile decisione presenterebbe non sarebbero solo relativi alla sicurezza dell’Italia, ma a questioni industriali e geopolitiche ben più complesse.
DOSSARIO | NEL MIRINO DELL’OCCIDENTE
L’Artico, periferia dimenticata, emerge come cuore di uno dei principali fronti caldi dei prossimi decenni. Lo scioglimento dei ghiacci, accelerato dalla crisi climatica, non solo apre a nuove rotte commerciali, ma soprattutto accende ambizioni territoriali e rivalità tra le potenze mondiali. La rotta marittima settentrionale e le risorse dell’Artico saranno cruciali per le visioni strategiche di Russia, Cina e Stati Uniti.
Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas concordato il 19 gennaio 2025 non significa né una tregua duratura né una pace stabile: Tel Aviv non rinuncia all’idea della pulizia etnica nei confronti dei nativi palestinesi e da Washington arriva la proposta di una loro espulsione in vista di una “riqualificazione” della Striscia di Gaza. La comunità internazionale vi si oppone, ma nessuno sa cos’abbiano davvero in mente Netanyahu e il suo migliore amico Trump.
La guerra in Siria, iniziata nel 2011, si è trasformata in un conflitto per procura. Secondo WikiLeaks, gli USA avevano pianificato la destabilizzazione di Assad già nel 2006, finanziando gli oppositori con l’operazione segreta “Timber Sycamore”, sostenuta anche da Arabia Saudita, Qatar e Turchia, e così rafforzando gruppi quali al-Qaeda e ISIS. Con la caduta di Assad, il paese si è frammentato: la Russia ha mantenuto le sue basi, mentre l’Iran ha perso terreno. Israele ha consolidato il controllo nel sud, limitando l’influenza iraniana. La Siria resta un’arena di scontri tra potenze globali, senza prospettive di ricostruzione o pace.
Allo stato attuale, in Siria l’effettivo vincitore è Israele, anche se i grandi mezzi di informazione preferiscono richiamare l’attenzione sulle aspirazioni “neoottomane” del “sultano” Erdoğan. Come alcune fonti testimoniano e come la logica suggerisce, è stata l’entità sionista ad assumere l’iniziativa, essendo consapevole che – come affermato dall’ex capo di Stato Maggiore delle forze di Difesa israeliane – “ogni attività dell’Isis nella regione aumenta la sicurezza di Israele”. La Turchia si è accodata al vincitore, ma la sua strategia è più che altro orientata a contrastare il terrorismo curdo, che gode della protezione israeliana e statunitense. L’articolo prende in esame anche il ruolo svolto dall’Iran – che ha invano avvertito Assad di quanto andava drammaticamente maturando –, dalla Russia e dalla Cina.
La posizione assoluta dell’Iraq è quella di Paese inevitabilmente legato alla presenza di due corsi d’acqua (il Tigri e l’Eufrate) che assumono valore non solo in termini di idrografia, ma anche come “immaginario geografico” (termine con cui la “geopolitica accademica” cerca di descrivere la cosiddetta geografia sacra). La posizione relativa, a sua volta, è quella di confine tra due mondi, due spazi e civiltà all’apparenza differenti: il mondo nomadico del deserto arabico (con la sua religiosità “cruda”) e quello parzialmente sedentarizzato dell’altopiano iranico con la sua cultura millenaria ed una innata tendenza all’afflato mistico. Allo stesso tempo, la sua storia è segnata dal rapporto conflittuale con il vicino siriano che risale sin dai tempi dei primi califfi dell’Islam. Qui si cercherà di analizzare la storia e la geopolitica del Paese del Vicino Oriente alla luce di questi aspetti e dell’influenza centrale che l’avvento dell’Islam ha avuto su ciascuno di essi.
Le ingerenze statunitensi in Tibet cominciano a metà XX secolo e perdurano a tutt’oggi. In questi decenni le strategie degli Stati Uniti, coordinate dagli apparati, hanno alternato approcci militari, spionistici, propagandistici e lobbistici, agitando strumentalmente una narrazione funzionale e spietata e tenendo sempre saldo l’obiettivo di insidiare, nel contesto eurasiatico, qualsivoglia espansione di soggetti alternativi capaci di minare un’egemonia unipolare ormai giunta al capolinea.
INTERVISTE
Intervista al prof. Aldo Ferrari (Università Ca’ Foscari di Venezia) a cura di Marco Ghisetti.
Intervista al prof. Andrea Zhok (Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano) a cura di Marco Ghisetti.
RECENSIONI E SCHEDE
Pierre-Antoine Plaquevent – Youssef Hindi, Il millenarismo teopolitico di Israele (Daniele Perra)
Gian Paolo Pelizzaro, Il lodo Moro (Luca Tadolini)
Italo Pizzi, Dante e Firdusi (Filippo Mercuri)
Norberto Ceresole, Caudillo, esercito, popolo (Daniele Perra)
Maya Wind, Torri d’avorio e d’acciaio (Marco Fossati)
Claudio Mutti, Mosca, terza Roma (Adelaide Seminara)