Fonte: http://www.washingtontimes.com/ 2 ottobre 2009
Il presidente Obama ha ribadito la quarantennale intesa segreta che ha permesso ad Israele di mantenere un arsenale nucleare senza aprirlo alle ispezioni internazionali, l’hanno detto tre funzionari a conoscenza dell’intesa.
I funzionari che hanno parlato a condizione di anonimato, perché stavano discutendo di conversazioni private, hanno detto che Obama si è impegnati a mantenere l’accordo quando ha ospitato alla Casa Bianca, la prima volta, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a maggio.
Con l’accordo, gli Stati Uniti non hanno fatto pressioni su Israele di rivelare le sue armi nucleari o per firmare il trattato di non-proliferazione nucleare (TNP), che potrebbe richiedere ad Israele di rinunciare al suo arsenale stimato a diverse centinaia di bombe nucleari.
Israele era nervoso per il fatto che Obama non avrebbe continuato l’accordo del 1969, a causa del suo forte sostegno alla non proliferazione e alla priorità d’impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari. Gli Stati Uniti e cinque altre potenze mondiali hanno fatto progressi durante i colloqui con l’Iran, a Ginevra, Giovedi, con l’Iran che siglerebbe un accordo di principio per trasferire del carburante, potenzialmente convertibile in armi, fuori dal paese ed aprire la struttura di recente rivelata al controllo internazionale.
Netanyahu ha lanciato che la notizia della continuazione dell’accordo USA-Israele decisa la scorsa settimana, in un commento che ha attirato poca attenzione. Gli è stato chiesto dal Canale-2 di Israele, se fosse preoccupato che il discorso di Obama, presso l’Assemblea generale dell’ONU, che chiedeva un mondo senza armi nucleari, si applicasse ad Israele.
“E’ stato assolutamente chiaro dal contesto del discorso, che stava parlando della Corea del Nord e dell’Iran“, ha detto il leader israeliano. “Ma voglio ricordare che nel mio primo incontro con il presidente Obama, a Washington, ho ricevuto da lui, e ho chiesto di ricevere da lui, un elenco dettagliato delle intese strategiche che esistono da molti anni tra Israele e gli Stati Uniti su tale questione. Non l’ho chiesto per nulla, e non per nulla che l’ho ricevuto [il documento].”
L’intesa di principio sul nucleare è stato raggiunta in un vertice tra il presidente Nixon e il primo ministro israeliano Golda Meir, che ebbe inizio il 25 settembre 1969. Avner Cohen, autore di “Israele e la Bomba” e principale autorità al di fuori del governo israeliano, sulla storia del programma nucleare di Israele, ha detto che gli accordi impongono “agli Stati Uniti di accettare passivamente lo status di Israele di nazione con armi nucleari, finché Israele non svelerà al pubblico la sua capacità o testerà un’arma.”
Non vi è alcuna registrazione formale dell’accordo, né gli israeliani, né i governi statunitensi l’hanno mai pubblicamente riconosciuto. Nel 2007, tuttavia, la Nixon library declassificò una nota del 19 luglio 1969, del consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger, che si avvicinava ad articolare la politica degli Stati Uniti sulla questione. Il memo dice: “Mentre noi potremmo idealmente fermare l’effettivo possesso (di armi nucleari, ndt) di Israele, ciò che vogliamo veramente, al minimo, sarebbe solo impedire che il possesso d’Israele possa diventare un dato di fatto internazionale.”
Cohen ha detto che la politica risultante era l’equivalente del “non chiedere, non rispondere“.
Il governo Netanyahu ha cercato di riaffermare l’accordo in parte, per la preoccupazione che l’Iran volesse avere informazioni sul programma nucleare israeliano, nei negoziati con gli Stati Uniti e le altre potenze mondiali. L’Iran ha più volte accusato gli Stati Uniti di avere un doppio standard non opponendosi all’arsenale di Israele.
Mr. Cohen ha detto la riaffermazione e il fatto che Netanyahu ha chiesto e ricevuto un verbale dell’accordo, suggeriscono che “sembra non solo che non vi sia alcuna intesa comune su quanto era stato concordato nel settembre 1969, ma è anche evidente che anche le note dei due leader non esisterebbero più. Vuol dire che Netanyahu ha voluto avere qualcosa per iscritto, che implica l’accordo. Afferma inoltre che gli Stati Uniti sono in realtà un partner nella politica di Israele di ‘opacità nucleare’“.
Jonathan Peled, portavoce dell’ambasciata israeliana a Washington, non ha voluto commentare, come ha fatto il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.
L’intesa segreta potrebbe compromettere l’obiettivo dell’amministrazione di Obama di un mondo senza armi nucleari. In particolare, potrebbe pregiudicare gli sforzi degli Stati Uniti nel mettere in vigore il Comprehensive Test Ban Treaty e il trattato per la limitazione della produzione di materiali fissili, due accordi che le amministrazioni degli Stati Uniti, in passato, hanno sostenuto dovesse essere applicato ad Israele. Avrebbero vietato i test nucleari e la produzione di materiale per le armi.
Una collaboratrice del Senato, che ha familiarità con la riaffermazione dell’accordo di maggio, e che ha chiesto l’anonimato a causa della delicatezza della questione, ha detto “che ciò che questo significa è che il Presidente ha assunto degli impegni e che politicamente non aveva scelta, se non mollare per quanto riguarda il programma nucleare israeliano. Però così, si mette in discussione praticamente ogni aspetto dell’agenda del presidente. Il presidente ha dato ad Israele il nullaosta per non aderire al trattato di non proliferazione.”
Daryl Kimball, direttore esecutivo dell’Arms Control Association, ha detto che il passo è poco dannoso per la politica degli Stati Uniti. “Penso che certamente i due neoleader degli Stati Uniti e d’Israele, volevano chiarire le intese precedenti tra i loro governi su questo tema”, ha detto.
Tuttavia il signor Kimball ha aggiunto, “sarei rispettosamente in disaccordo con Netanyahu. L’indirizzo del Presidente Obama alle Nazioni Unite e la risoluzione 1887 del Consiglio di sicurezza si applicano a tutti i paesi, indipendentemente delle intese segrete tra gli Stati Uniti e Israele. Un mondo senza armi nucleari è coerente con l’obiettivo dichiarato da Israele di volere un Medio Oriente senza armi di distruzione di massa. Il messaggio di Obama è che la proliferazione e le stesse responsabilità del disarmo dovrebbero essere applicati a tutti gli Stati e non solo ad alcuni.”
La dottrina nucleare israeliana è conosciuta come “il lungo corridoio.” Con essa, Israele avrebbe cominciato a prendere in considerazione il disarmo nucleare solo dopo che tutti i paesi, ufficialmente in guerra con essa, avessero firmato i trattati di pace e tutti i paesi limitrofi avessero rinunciato programmi non solo alle armi nucleari, ma anche agli arsenali chimici e biologici. Israele ritiene che le armi nucleari siano una garanzia esistenziale in un ambiente ostile.
David Albright, presidente dell’Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale, ha detto di sperare che l’amministrazione Obama non conceda troppo a Israele. “Si spera che il prezzo di tali concessioni sia l’accordo israeliano al Comprehensive Test Ban Treaty, al trattato per la limitazione della produzione di materiali fissili, e l’accettazione dell’obiettivo a lungo termine di un Medio Oriente libero dalle delle armi di distruzione di massa“, ha detto. “In caso contrario, l’amministrazione Obama avrà pagato troppo, data la sua attenzione a un mondo libero dalle armi nucleari.”
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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