Parola chiave: Iraq
Il detonatore Kurdistan: autonomia e destabilizzazione
Le truppe statunitensi nel dicembre 2011 lasciano l’Iraq con profonde differenze dal momento in cui lo avevano invaso: se prima vi era un Governo centrale in via di sviluppo, ora sul suolo iracheno troviamo una serrata lotta fra fazioni, un Paese in fase di disgregazione politica e religiosa con un livello di vita di molto inferiore rispetto a pochi anni orsono.
Tale processo di “balcanizzazione” è fondamentale per gli Usa nel tentativo di mantenere il controllo di una zona così importante per l’accesso al cuore del continente eurasiatico (sappiamo di come tale obiettivo sia costante per la strategia angloamericana)
Quante guerre nel Vicino Oriente?
Mai come ora l’area del Vicino Oriente sembra una polveriera pronta ad esplodere. La “Primavera Araba” ha causato la caduta di diversi regimi fino ad allora apparentemente stabili, come in Tunisia, Egitto e Libia. Le proteste popolari sono in continuo aumento, la guerra civile ha ormai preso piede in Siria e i Fondamentalisti Islamici guadagnano consensi. Soprattutto sembra che i preparativi per un’altra guerra siano già in atto. Fantageopolitica? Cosa succederebbe portando alle estreme conseguenze i segnali di fuoco che partono da ogni angolo del Vicino Oriente?
Il Kuwait si avvicina alla fine della crisi politica?
Il piccolo emiro del Kuwait non rimane estraneo ai sentimenti di protesta che attraversano il bacino Mediterraneo da un anno. Certo, la sua storia politica interna, con evidenti influenze sia sull'atteggiamento di politica estera che sull'approccio economico di un paese che ha trovato nel petrolio il proprio oro, permette di condurre un'analisi che comprende le peculiarità del sistema politico interno, valutando spiragli che conducano all'affermarsi di una genuina monarchia costituzionale.
War is (not) over
Ripercorrendo i recenti anni di decisioni e azioni di guerra che hanno sconvolto e continuano a mietere vittime e alimentare violenze, ecco l'Iraq di oggi, un calderone in perenne ebollizione il cui destino è legato ancora a doppio filo alle volontà degli Stati Uniti. Cosa ha portato a tutto questo? Favorevoli e contrari ad un intervento militare i cui esiti, in fondo, si stanno dimostrando più che esplosivi.
Mai combattere una guerra terrestre in Asia
La storia militare statunitense nel continente asiatico vista dall'analista politico George Friedman. Quali i problemi strategici che emergono da un'azione che nel tempo si è dimostrata scarsamente appropriata alle sfide poste dalle diverse situazioni locali? Di seguito viene proposta una valutazione di Friedman legata alla necessità di una più realista ed efficace politica estera americana.
Iraq. Ritorna il leader sciita Moqtada Sadr.
Ad ascoltarlo sono accorsi in migliaia proprio come quattro anni fa, Moqtada al-Sadr controverso leader degli sciiti radicali è tornato in Iraq dopo un lungo autoimposto esilio in Iran, davanti a una folla di suoi seguaci a Najaf
I dieci maggiori eventi geopolitici del decennio 2001-2010
Un decennio si è appena concluso, ed è tempo di bilanci anche per la politica internazionale. Abbiamo provato ad individuare 10 eventi "geopolitici", rappresentativi d'altrettante tendenze per lo più regionali e di medio-breve periodo, le quali rientrano nel quadro di una macro-dinamica globale e di medio-lungo periodo: la transizione dall'unipolarismo al multipolarismo.
Iraq: la guerra sui numeri delle vittime
I dati di Wikileaks, assieme agli altri risultanti dalle analisi dei più attendibili progetti di monitoraggio delle operazioni in Iraq, contribuiscono a dimostrare come lo striscione Mission Accomplished dell’1 maggio 2003 si sia rivelato oltremodo ottimistico.
Gates: le rivelazioni di Wikileaks sono insignificanti
Tre mesi dopo la divulgazione da Wikileaks di 92.000 documenti riservati dell'Esercito degli Stati Uniti sulla situazione in Afghanistan, il Dipartimento della Difesa ha ammesso che questi documenti sono stati inutili. Tutto questo ancora una volta solleva dubbi circa l'affidabilità del sito Wikileaks.
Tarek Aziz e i prigionieri di guerra consegnati al nemico
Il trasferimento dei dirigenti iracheni arrestati, o che si sono arresi sotto condizione dopo l’occupazione del paese nell’aprile 2003, è iniziato qualche giorno fa a Baghdad. Cinquantacinque tra essi - tra cui il vice primo ministro Tarek Aziz e Abed Hmoud, segretario del presidente Saddam Hussein - sono attualmente detenuti nella prigione di Kazimiyya.