In data 28 ottobre 2012 i cittadini ucraini sono stati chiamati alle urne per le elezioni parlamentari. Un evento importante per il Paese dato che sono state le prime elezioni a livello nazionale sotto la Presidenza di Victor Yanukovich che è salito al potere nel 2010. Il sistema elettorale misto con cui si è votato è stato introdotto poco più di 1 anno fa dall’attuale coalizione di governo.
Come molti dei Paesi ex sovietici, l’Ucraina ha molti problemi di carattere politico di ogni genere, e risente del fatto di non essere un Paese consolidato nelle sue strutture politiche, economiche e persino geografiche. A livello politico non c’è una stabilità e continuità, ed ogni elezione viene drammatizzata dall’opinione pubblica. La situazione appare instabile dal 2004 con la cosiddetta “rivoluzione arancione” che provocò una polveriera a livello politico.
In queste elezioni l’atmosfera è stata alquanto tesa, con timori di brogli. Migliaia sono stati gli osservatori presenti.
Sia la Russia sia l’Unione Europea hanno osservato le elezioni con grande interesse. L’attuale Presidente è chiaramente filorusso, mentre l’”Occidente” spera che la situazione cambi con un candidato più filooccidentale. Le legislative sono un’anteprima politica in vista delle elezioni presidenziali del 2015, molto importanti anche perché l’Ucraina è un terreno di battaglia tra “Occidente” e Russia dalla fine della Guerra Fredda.
Questa situazione è favorita dalle divisioni interne, che hanno una dimensione storica, culturale e religiosa. Le regioni orientali e meridionali del Paese sono appartenute negli ultimi secoli all’Impero russo, mentre le regioni occidentali, originariamente dominate dall’Impero polacco-lituano, passarono sotto l’Impero austroungarico e successivamente tornarono sotto la dominazione della Polonia. Per questa ragione le regioni dell’ovest sono tradizionalmente orientate verso l’Europa centro-occidentale, mentre quelle orientali sono di tendenza filorussa. I cittadini di origine russa rappresentano il 17 % della popolazione ucraina, e il 30% degli Ucraini parla il russo come lingua madre. La religione è cristiano-ortodossa e oltre il 10% della popolazione ucraina dipende dal Patriarcato di Mosca. (1)
La Russia non vuole assolutamente perdere l’influenza sul Paese, Mosca non può essere una potenza senza Kiev, come dimostrato dalla storia. L’Europa e gli USA sperano in un’Ucraina democratica ed occidentale per i propri interessi. All’epoca del crollo dell’Unione Sovietica, nel dicembre 1990, l’allora Presidente Bush rassicurò la dirigenza russa che per gli Stati Uniti l’Ucraina sarebbe restata nella “sfera d’influenza russa”. (2) Sembra evidente come queste parole non siano state rispettate. L’Ucraina da allora sembra appunto un teatro di scontro tra Russia, Usa ed Europa. Queste interferenze sono pericolose, in quanto potrebbero sfociare in un conflitto geopolitico analogo al “Great Game”, lo strisciante conflitto, caratterizzato soprattutto dall’attività delle diplomazie e dei servizi segreti che contrappose Gran Bretagna e Russia in Medio oriente e Asia Centrale nel corso di tutto il XIX secolo.( 3)
Gli USA sperano in un ingresso dell’Ucraina nella NATO, dando non poco fastidio con quest’iniziativa al Cremlino che collabora militarmente con l’Ucraina e ha la base della flotta nel porto di Sebastopol. Il servizio di sicurezza federale della Russia e il suo omologo ucraino collaborano nell’intelligence e nell’addestramento. Nel 2010 Kiev e Mosca hanno stipulato un trattato, noto come accordi di Kharkiv, con cui il gigante russo ha ottenuto un estensione di 25 anni dell’affitto delle infrastrutture portuali a Sebastopol. In questo modo la Russia ha garantito la sicurezza dei suoi confini meridionali, ritenuti da Mosca un’area altamente instabile e foriera di problemi. (4)
Per quanto concerne l’UE, l’Ucraina è ad un passo dalla firma di uno strategico patto di Associazione con Bruxelles, documento con cui è pronta a concedere a Kiev lo status di partner ed aprire una Zona di Libero Scambio per integrare l’economia ucraina a quella europea. In seguito all’arresto dell’oppositrice politica di Yanukovich, ossia di Yulia Timoshenko, in data 19 dicembre 2011 la Commissione Europea ha congelato il varo dell’Accordo, ritenendo il governo ucraino non rispettoso dei diritti civili e lontano dalla democrazia, ragione per cui il Paese non è pronto ad essere ammesso nella Comunità politica del Vecchio Continente. Mosca ha fatto capire: nel caso di una creazione di una zona di libero commercio di Kiev con l’ Unione Europea, la Russia si vedrebbe costretta ad adottare misure di difesa a tutela del proprio mercato.
L’ UE in particolare si aspettava da queste elezioni una dimostrazione di democrazia, per poter riallacciare i rapporti col Paese.
Il Paese è andata al voto per eleggere attraverso un sistema misto proporzionale-maggioritario con soglia di sbarramento al 5 % i deputati del parlamento monocamerale, Verkhovna Rada. Le elezioni parlamentari hanno confermato la maggioranza del Partito delle regioni (186) dell’attuale Presidente. Al secondo posto c ‘è l’ Opposizione unita (105) di Yulia Tymoshenko col partito Patria ed Arseni Yatseniuk con il suo Fronte del Cambiamento. Terza forza con 40 seggi è Udar (partito centrista) di Vitaliy Klichko, seguito dai nazionalisti di Svoboda con 37 seggi guidati da Oleg Tiahnybok, estremista di destra. Quest’ ultimi hanno fatto il loro ingresso alla Rada per la prima volta. Ultimi i comunisti con 32 seggi. (5)
A prima vista gli equilibri rimangono uguali a quelli delle elezioni del 2004, si nota un leggero indebolimento dei partiti nazional, visto che il Partito delle regioni ha perso un paio di seggi e Patria, per raggiungere più o meno lo stesso risultato dal quale partiva ha dovuto cooptare altre formazioni. Si nota un crescita delle ali estreme come comunisti e nazionalisti, insieme al centrista Udar. Appare netta la vittoria di Yanukovich e del suo partito sugli altri oppositori.
Numerose critiche sono piovute su Kiev per presunte irregolarità nelle elezioni, in particolare l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OCSE) ha bocciato le legislative del 28 ottobre e ha parlato di un vero e proprio “ regresso” della democrazia in Ucraina. “Considerando l’ abuso di potere e l’ eccessiva importanza rivestita dal denaro in queste elezioni, l’ Ucraina ha invertito la tendenza verso la consolidazione della democrazia” ha sostenuto una delle osservatrici dell’OCSE. (6)
Gli osservatori dell’OCSE hanno denunciato una serie di irregolarità: l’ abuso di risorse pubbliche, carenze nella trasparenza, nel finanziamento ai partiti, nella gestione delle liste elettorali e nella copertura mediatica in campagna elettorale. Il governo ucraino è in imbarazzo per le seguenti irregolarità anche perché nel 2013 sarà proprio Kiev ad assumere la Presidenza dell’OCSE. L’ Occidente critica duramente la condotta antidemocratica di Yanukovich e parla di una semi dittatura, paragonabile a quella di Lukashenko in Bielorussia.
Un’opinione discordante è arrivata dagli osservatori inviati dalla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), una confederazione composta da nove delle repubbliche dell’ex Unione Sovietica ed ora politicamente affini alla Russia. Questi osservatori sostengono che il processo elettorale è stato: “limpido e democratico”.
Sono piovute critiche anche dal Segretario Generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che ha dichiarato che “le elezioni parlamentari rappresentano un passo indietro per la democrazia ucraina” soprattutto a causa della disuguaglianza delle condizioni per la presentazione delle candidature e delle “pene politicizzate che sono state imposte ai capi dell’opposizione(…) Un’ Ucraina indipendente e stabile, rispettosa della democrazia e dello stato di diritto, gioca un ruolo chiave per la sicurezza euro- atlantica”. (7) Un tassello importante per la posizione geopolitica e geostrategica di Kiev è rappresentato dalle relazioni con la Nato, che per il momento si basano sul piano d’azione fra NATO e Ucraina firmato nel 2002. Nel 2006 iniziò la fase dei negoziati che avrebbero dovuto portare l’Ucraina a partecipare al piano d’ azione per l’adesione alla Nato, che non è mai giunto al termine a seguito dei problemi politici interni vissuti dal Paese dopo il fallimento della “rivoluzione arancione”. Mosca si è sempre mostrata contrario all’ingresso dell’Ucraina nella NATO per ovvi motivi.
Tra UE ed Ucraina sembra sempre più definitiva la rottura dopo le elezioni legislative. Quest’aria di tensione si respirava già al Vertice della Strategia Europea (YES) che si è svolto a Yalta in Crimea il 15 settembre 2012. Lo YES è una kermesse internazionale a cui partecipano i personaggi più di spicco delle politica e della finanza mondiale, di solito si dibatte delle problematiche economiche, in questa edizione l’attenzione si è concentrata sul mancato rispetto dei diritti civili e della democrazia da parte del padrone di casa, Vyctor Yanukovich. Infatti in quell’occasione il Presidente ucraino è stato aspramente criticato sia dai rappresentanti dell’Unione Europea sia dall’ex Segretario di Stato USA Condoleeza Rice. (8)
Le critiche più dure gli sono stati rivolte per quanto riguarda gli arresti politici dei principali Leader dell’Opposizione Democratica. Con una nota, emanata dall’Ambasciata UE di Kiev, il Presidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, Elmar Brok e il Commissario UE all’Allargamento e all’Integrazione, Stefan Fule hanno sottolineato il peggioramento per quanto riguarda i diritti civili e la democrazia rispetto all’anno precedente. Da qui potrebbe avvenire una rottura totale delle relazioni tra UE ed Ucraina.
A Yalta la posizione di Yanukovich si è dimostrata più vicina alla Russia e alla sua Unione Euroasiatica rispetto all’Europa. Il Presidente ucraino ha espresso la volontà di rafforzare la presenza del suo Paese nei processi di integrazione euroasiatici voluti dalla Russia di Putin per sancire l’egemonia politica di Mosca nello spazio ex-sovietico. Tra le priorità della politica estera ed economica, Yanukovich ha contemplato relazioni con Russia, Cina ed India, senza alcuna menzione all’UE.
L’Ucraina si trova da anni divisa tra un chiaro interesse per l’ingresso nell’Unione Europea e l’opzione invece russa, con Mosca che le propone di entrare nell’Unione doganale. Kiev non riesce a scegliere tra queste due opzioni, è in bilico ormai da anni. Da un punto vista immediato, sembra molto più logico che l’ Ucraina si avvicini alla Russia rispetto che all’UE. Geograficamente, socialmente e nazionalmente, la Russia non percepisce il suo vicino come una Nazione separata e sovrana. L’ Unione Euroasiatica è la scelta più naturale e di maggiore affinità di origini per gli Ucraini, che conserveranno così la propria identità unicamente ucraina, slavo-orientale, e la propria statualità.
Oltre a queste considerazioni, va notato che l’Unione Europea si trova sull’orlo di una possibile disgregazione. Nell’Europa Orientale i Paesi che sono entrati da poco nell’UE Ungheria, Polonia, Bulgaria, Romania stanno avendo una grande disillusione nei confronti del Vecchio Continente. Alcune componenti dei seguenti Paesi mostrano già il desiderio di volerne uscire. Non parlando anche delle tendenze secessioniste nei Paesi fondatori dell’Ue come in Spagna, Scozia e Belgio.
Con queste tendenze di disgregazione e la delicata situazione ucraina, un eventuale ingresso nella UE non sembra la scelta più appropriata, mentre rimane vivo l’interesse per l’Unione Euroasiatica, progetto di integrazione sovranazionale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Un percorso ambizioso, voluto, diretto e pilotato da Mosca che si propone di fondare la vera e propria Unione entro il 2015. Lo scopo è quello di abbattere tariffe e barriere doganali tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Putin vuole preparare l’Ucraina a una maggiore integrazione attraverso l’adesione all’Unione Euroasiatica, evolventesi in un unione doganale e spazio economico comune. La Russia è molto interessata a Kiev per molte ragioni di carattere politico, economico e strategico.
L’ Ucraina è la terza più grande economia dell’Unione sovietica, e la sua industria, agricoltura ed energia sono integrate con quella della Russia. Kiev ottiene il 60% del suo gas naturale da Mosca, con cui può manipolare l’infrastruttura delle pipeline ucraina, tagliandone i rifornimenti. I gasdotti ucraini sono di fondamentale importanza per il rifornimento di gas russo all’Europa Occidentale. Numerosi furono le discussioni riguardanti il prezzo per gli Ucraini del gas che verrebbe a costare meno di fronte a concessioni politiche di Kiev nei confronti del Cremlino. Tra di esse vi è l’ uscita dell’Ucraina dalla Comunità Energetica Europea – trattato che crea un mercato integrato dell’energia (elettricità e gas) tra la Comunità europea e le parti contraenti – e l’ingresso di Kiev nell’Unione Euroasiatica, progetto varato da Mosca secondo l’esempio dell’UE, senza la moneta unica, per stabilire l’egemonia della Russia nello spazio ex-sovietico. Ad oggi i membri dell’Unione Euroasiatica sono, come detto, oltre la Russia, la Bielorussia e il Kazakistan, ed a breve è previsto l’ ingresso di Kyrgystan e Tajikistan. Il presidente della Duma Boris Gryslov ha dichiarato: “Noi vogliamo vedere l’ Ucraina nella futura Unione Euroasiatica e riteniamo che senza la sua presenza l’ unione non sarà compiuta”. (9)
L’Ucraina si è mostrata pronta alla collaborazione e secondo un pronostico di Putin tra 3 anni sarà nell’Unione Euroasiatica. In risposta ad un consenso di Kiev all’adesione, il Cremlino ha persino previsto di abbassare il prezzo del gas.
In Occidente è diffusa l’opinione che l’Ucraina sia sotto il giogo russo, ma quest’opinione è sbagliata, in quanto il Cremlino gioca un ruolo chiave per la politica, l’economia e la sicurezza ucraina. Kiev da parte sua deve rafforzare il proprio sistema interno, cominciando dalle riforme economiche, al fine di presentarsi a livello internazionale come un partner più affidabile, in primis per la Russia. Il Paese ha un grande potenziale a livello euroasiatico, ma è fin troppo lacerato dalle divisioni interne e dalla crisi economica, tutto ciò non permette un reale sviluppo e crescita.
*Natalya Korlotyan è dottoressa in Scienze Internazionali e Istituzioni Europee (Università Statale di Milano)
- Rivista Eurasia:” La successiva fase di rinascita della Russia: Ucraina, Bielorussia e Moldavia.” 17 febbraio 2012
- Movimento Internazionale per i diritti civili: Dietro crisi in Ucraina
- Wikipedia e la definizione di Great Game.
- Rivista Eurasia: “Il nuovo accordo russo-ucraino: un’ interpretazione geopolitica “, 14 maggio 2010
- Limes:” L’ Ucraina sceglie ancora Yanukovich”, 31 ottobre 2012
- La Voce della Russia:” L’ Ocse critica sullo svolgimento delle elezioni in Ucraina”. 29 ottobre 2012
- La Voce Arancione: “L’ opposizione ucraina in piazza contro i brogli “. 6 novembre 2012
- Forum della strategia europea a Yalta: tra Ucraina e Unione rottura definitiva, 15 settembre 2012
- Il legno storto: “Gas: l’ Ucraina importa il gas russo dalla Germania tramite la Polonia”, 3 Novembre 2012.
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