Nel clima incandescente di questi giorni al confine orientale dell’ Ucraina, cerchiamo in questo articolo di dare un approccio generale al rapporto dell’ Unione Europea con la Russia. Mantenendo una visione d’insieme che vada oltre alla crisi ucraina, molti ritengono che il legame tra Russia ed UE rimarrà solido anche in futuro. Frédéric Oudéa, chief executive officed della Société Générale (una delle banche più importanti dell’ eurozona) dichiara che “nel lungo termine il rapporto tra UE e Russia sarà forte, lo sarà sulla base dell’energia. La Russia è inoltre un importante cliente di molte società europee; se la sfida europea è quella riprendere la crescita certamente la Russia è un partner indispensabile e altrettanto importante resta l’UE per la Russia. Certo, la situazione attuale determina molta incertezza, ma sono convinto che nel lungo periodo i rapporti resteranno forti”. Questa tesi, nonostante la caotica situazione del momento, sembra essere supportata dalla grande interdipendenza economica tra le due parti, che va anche oltre alla sola questione energetica. Un forte legame si è infatti instaurato per quello che riguarda il settore industriale e imprenditoriale. Le esportazioni di merci dall’UE in Russia nel 2012 sono state stimate in circa 170 miliardi di euro, mentre le merci russe importate ammontano ad un valore di ben 293 miliardi. Dal 2009 le esportazioni verso la Russia sono in aumento e rappresentano più del 7% dell’export totale dell’ UE. I beni importati dalla Russia nell’ Unione rappresentano invece il 12% dell’ import totale. La Russia, sulla base di questi dati, è dunque il secondo partner per le importazioni ed il quarto per le esportazioni dell’ UE. L’Unione Europea è invece il principale partner commerciale della Russia, ed assorbe il 22% delle esportazioni totali del paese.
Continuando nell’analisi macroeconomica vediamo come gli altri interlocutori fondamentali per la Russia sono la Cina e, ovviamente, l’ Ucraina. Resta però l’UE il più importante destinatario di esportazioni energetiche (stimate al 75% del totale) e ben il 77% delle esportazioni Russe consiste nel petrolio greggio, prodotti petroliferi e gas naturale. Da parte sua la Russia è il più importante fornitore singolo dell’ UE sui prodotti energetici, con il 30% delle forniture di petrolio e gas ed è il terzo partner commerciale dell’ Unione Europea, dopo Stati Uniti e Cina. Nel suo complesso, in sintesi, vediamo quindi che l’UE riveste grande importanza per la Russia e viceversa: gli scambi tra le due economie hanno mostrato forti tassi di crescita fino alla metà del 2008, quando la tendenza è stata interrotta dalla crisi economica e dalle misure unilaterali adottate dalla Russia, che hanno avuto un impatto negativo sul commercio fra i due partner. Dal 2010 gli scambi hanno ripreso a crescere fino a raggiungere livelli record nel 2012.
A livello legale e diplomatico invece il legame tra UE e Russia è ancora in parte ancorato alla politica europea di vicinato (PEV), che favorisce un alto grado di integrazione con i paesi geograficamente limitrofi all’ Unione, instaurando relazioni privilegiate in vari settori attraverso l’ European Neighbourhood and Partnership Instrument (ENPI). L’Ucraina è stato uno dei tanti paesi che hanno avuto sostegni economici da questo progetto politico, grazie al quale anche la Russia ha stabilito un legame con l’Unione Europea, che si è espresso con il partenariato strategico del 1994: questo è stato l’ultimo vero accordo diplomatico tra UE e Russia ed è scaduto nel 2007. L’ accordo di partenariato e cooperazione del 1994 fa parte di una serie di accordi, di durata generalmente decennale, stipulati con tutti i paesi dell’ ex Unione Sovietica. L’oggetto di questi trattati riguarda un più intenso dialogo per il consolidamento delle istituzioni democratiche, un’integrazione maggiore dal punto di vista commerciale e una spinta verso il mercato. Successivamente a questo accordo, nel 2008, tra UE e Russia vi fu anche il summit a Khanty-Mansiysk, che non lasciò però particolari cambiamenti nel rapporto tra le due parti. Non si sono fatti sostanziali passi in avanti anche perché nel 2003 la Russia non ha voluto essere inserita nei paesi nella European Neighbourhood Policy. Da sottolineare è invece il fatto che nel 2009, in un importante vertice tenutosi a Praga, l’Unione Europea aveva escluso la volontà di stabilire una sua influenza in sei paesi dell’ ex Unione Sovietica, tra cui anche l’ Ucraina.
Lo scenario di cui siamo testimoni oggi dunque è molto diverso da quello che si era sviluppato negli anni precedenti. Cerchiamo insieme di capire il perché. In questi ultimi cinque anni, in cui l’Unione Europea è stata impegnata severamente a gestire la crisi economica che ha colpito molti dei paesi membri, la Russia ha rinnovato la sua politica estera, con particolare attenzione ai paesi del Mediterraneo orientale e delle repubbliche ex sovietiche dell’Eurasia. Già negli ultimi tempi le relazioni tra Unione Europea e Russia erano bloccate, per la mancanza di una nuova visione strategica chiara da parte dell’ UE. Anche la percezione che ha la Russia dell’ Unione europea si è modificata negli ultimi anni: la concezione di cooperazione dei primi anni ‘90 infatti sembra essere lontana e la Russia ormai vede l’ UE come un grande competitore e non solo come un grande socio d’affari. I settori in cui vi è questa concorrenza sono molteplici, basti pensare anche solo agli ambiti energetico, commerciale e della ricerca. Contestualmente però si è registrato anche un avvicinamento per quello che riguarda le relazioni tra Russia ed Italia e Germania. In assenza di una forte politica estera europea infatti, la Russia ha ritenuto importante stringere un maggiore legame con due importanti paesi membri, in modo da garantirle una posizione di forza nel futuro dialogo con l’ Unione Europea. Anche l’ Inghilterra ha importanti interessi in gioco, e vuole che Londra resti la ‘piattaforma’ finanziaria privilegiata degli affari russi su scala planetaria, mentre la Francia ha l’interesse di vendere a Mosca gli elicotteri da guerra Mistral. In molti, tra cui lo stesso Vladimir Putin, ritengono in sostanza che la stabilità dell’intero continente europeo dipenderà dalla capacità di risolvere gli attuali problemi legati alla questione ucraina, per poi gettare la basi su una indispensabile visione strategica dell’ UE verso i paesi dell’ Unione eurasiatica (Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan).
Solamente il tempo potrà dirci come si evolverà la situazione Ucraina, e conseguentemente le relazioni diplomatiche tra Russia ed Unione Europea, certamente però i prossimi leader europei che saranno nominati a breve dovranno cercare di trovare una soluzione rapida e meno traumatica possibile.


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