Segnala il Corriere della Sera del 3 giugno ( a firma Francesco Battistini) che “Israele ha accettato di chiudere un occhio anche sulle procedure di rimpatrio delle salme previste dalla legge”. Che sensibilità, questi israeliani, che squisitezza di comportamento.
Eppure, dalla “Valle dei lupi” irachena al mare aperto lontano dagli occhi di Gaza si consuma la fine del matrimonio di interessi fra Turchia e Israele, simbolo dell’equivoco connubio tra l’”Islam buono” e “l’unica democrazia del Medio Oriente”.
L’aveva chiarito, insieme ad altri, Daniel Pipes : “La Turchia non è più un alleato” – non è più alleato e complice dei Padroni del Mondo da quando ha avuto il coraggio e l’impudenza di percorrere una strada diversa con dignità e fermezza.
La strage paranoica della Mavi Marmara, l’aggressione portata all’intera flottiglia che ha sfidato l’embargo, è la sanzione di Israele contro i turchi e quelli “come loro”.
Rimane il silenzio di quei corpi, resta l’attesa attenta di un giorno non lontano di giustizia – “I mulini degli Dei macinano tardi, ma macinano molto fine” …
Aldo Braccio, esperto di Vicino e Medio Oriente, è redattore di Eurasia.
Questo articolo è coperto da ©Copyright, per cui ne è vietata la riproduzione parziale o integrale. Per maggiori informazioni sull'informativa in relazione al diritto d'autore del sito visita Questa pagina.