Poche settimane fa abbiamo appreso di un’indagine da parte del Pentagono su un corso presso la Scuola dello Stato Maggiore Interforze, in cui sono state insegnate agli ufficiali delle idee “incendiarie” come quella che “gli Stati Uniti sono in guerra contro l’Islam”.
Il portavoce del ministero della Difesa, il Capo di Stato maggiore interforze dell’esercito, il generale Martin Dempsey, che ha ordinato l’indagine su questo corso dal titolo “Prospettive sull’ Islam e il radicalismo islamico”, mercoledì ha condannato l’insegnamento di un professore del Dipartimento della Difesa, che incitava alla “guerra totale contro l’Islam”.
Questo corso, impartito dal 2010 agli ufficiali da un professore del collegio interforze di Norfolk in Virginia, considerava nel dettaglio la possibilità di bombardare le città sante di Mecca e Medina, allo stesso modo di Hiroshima.
L’ufficiale ha precisato che il tenente colonnello Matthew Dooley, che presiedeva questo corso, non è “più in grado di insegnare”, ma resta comunque al collegio interforze.
Secondo Dooley e alcuni consulenti dell’antiterrorismo da lui invitati in classe, l’Islam nel suo insieme deve essere considerato come un nemico dall’esercito degli Stati Uniti.
La rivista americana “Wired”, che ha rivelato la storia sul suo blog Danger Room, giovedì ha pubblicato degli stralci sul corso.
Sul suo blog, il redattore capo della BBC negli Stati Uniti si dichiara stupito che comandanti, capitani e colonnelli fossero a conoscenza di questo corso dal 2010, “senza sentire il bisogno di dire a chicchessia che qualcosa di molto strano stava accadendo in quell’aula”.
L’anno scorso un caso simile aveva coinvolto l’FBI. Un documento dell’Ufficio di formazione sull’antiterrorismo, ugualmente pubblicato su “Wired”, spiegava che i musulmani americani sono “probabilmente simpatizzanti del terrorismo”.
Traduzione di Stefano Vernole
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