Il 24 agosto il leader coreano Kim Jong-Il ha incontrato il presidente della Federazione russa Dimitri Medvedev in una base militare nei pressi di Oulan-Oude, in Siberia.
Durante l’incontro bilaterale, Kim Jong-Il ha confermato la possibilità di costruire un oleodotto che, attraversando il territorio della RDPC collegherebbe l’estremo oriente russo con la Corea del Sud (un’infrastruttura da 1.100 km). L’accettazione della proposta da parte del massimo esponente della politica nordcoreana ha colto di sorpresa i responsabili del governo di Seul.
Il recente scontro a fuoco tra i due eserciti (15 agosto) ha inasprito i rapporti già tesi tra i due governi: da Seul, a differenza di quanto traspare dai giornali occidentali, non giungono proposte di riappacificazione e le provocazioni militari sono all’ordine del giorno. Ovviamente un’apertura di questo livello non è vista di buon occhio, poiché rischia di far “cadere il palco” della propaganda che vuole il nord come governo fomentatore dell’odio. Inoltre il Sud teme di diventare troppo dipendente da Pyongyang.
Nonostante le paure di Seul, l’oleodotto è fondamentale per soddisfare il fabbisogno energetico dello stato sudcoreano, uno dei più grandi acquirenti di energia al mondo.
La Corea Popolare si è detta già decisamente favorevole alla costruzione del oleodotto, come confermato già a luglio ai responsabili della Gazprom, anche perché la gestione porterebbe nelle casse di Pyongyang oltre 100 milioni di dollari all’anno, oltre a garantire la copertura della necessità energetica del paese socialista.
Tra Russia e RDP Corea è già in fase di sviluppo un progetto per la costruzione di una ferrovia tra Khasan e Radgin, che appare come il primo passo per una rete ferroviaria trans-coreana. Inoltre Mosca ha già annunciato l’avvio di un programma di aiuto alimentare in RDPC.
Durante l’incontro russo-coreano, Kim Jong-Il ha anche confermato l’intenzione di riprendere i colloqui a sei sul dossier nucleare, senza condizioni preliminari. Intenzione ripetuta anche nel colloquio con il Presidente cinese Hu Jintao, come confermato dall’agenzia di stampa cinese Xinhua.
Anche su questo piano le reazioni americane e sudcoreane sono fredde.
Il leadere coreano ha anche confermato di essere disposto ad intraprendere un cammino comune con la Corea del Sud per la denuclearizzazione completa della penisola coreana.
Con questo incontro la Russia si pone come mediatrice nell’annosa questione che attraversa il 38° parallelo e come garante di un’apertura della Corea popolare.
Nello stesso tempo, Pyongyang conferma che la sua strategia politica, pur energica e determinata, non è indirizzata a perseguire una politica aggressiva nei confronti del Sud.
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