“Noi condividiamo l’opinione che il mondo sta vivendo profondi cambiamenti, complessi e profondi, segnati dal rafforzamento della multipolarità, dalla globalizzazione dell’economia e dalla crescente interdipendenza […] Sulla base di norme universalmente riconosciute dal diritto internazionale e in uno spirito di rispetto reciproco e un meccanismo decisionale collettivo, la governance economica globale dovrebbe essere rafforzata, la democrazia nelle relazioni internazionali dovrebbe essere promossa, e la voce dei paesi emergenti e in via di sviluppo negli affari internazionali dovrebbe essere rafforzata.”
Questo il nodo sostanziale degli obiettivi programmatici stabiliti dai Brics nel corso del loro terzo summit annuale, tenutosi lo scorso 14 aprile a Sanya, nell’isola di Hainan in Cina, già ribattezzato come “nuova Bandung”.
Oggi come nel 1955, nella prima conferenza afroasiatica, i Paesi emergenti si affacciano nello scenario internazionale, forti dei loro mercati in espansione, dettano i nuovi orientamenti strategici e si consolidano in un nuovo blocco unitario, che controlla il 45% della popolazione mondiale e i due terzi delle riserve valutarie globali.
Alle falle riscontrate nell’organo decisionale del G20 e all’esclusivismo delle potenze occidentali nell’ambito gestionale e direttivo, i leaders del Brasile, della Russia, dell’India, della Cina e del Sudafrica, l’ultimo arrivato, hanno risposto rafforzando la piattaforma del dialogo e la cooperazione interna, costituendosi come gruppo forte e rappresentativo degli interessi delle potenze in ascesa e delle economie in via di sviluppo. Un nuovo competitor per i Paesi sviluppati occidentali, che assistono ad un vero e proprio ribaltamento dei fuochi dell’economia globale.
I Brics detengono il 18% del PIL mondiale e il Fondo Monetario Internazionale ha previsto un aumento del loro PIL fino a 21 miliardi di dollari nel 2016, a fronte di una crescita media annua dei loro mercati del 6,5%.
Nel comune progetto di fondazione di un nuovo ordine mondiale economico e politico il Sudafrica, in rappresentanza del continente africano, gioca un ruolo chiave. Non solo gli scambi tra la Cina, la Russia e i Paesi africani si sono incrementati notevolmente in questi ultimi anni (quelli cino-africani sono cresciuti di 10 volte in 10 anni, stimati attualmente intorno ai 129 miliardi di dollari), ma gli analisti economici sottolineano come nel continente il PIL sia vertiginosamente accresciuto e abbia superato anche i tassi di crescita dell’India.
I Brics sono interessati a coinvolgere anche le economie in crescita della Turchia e dell’Indonesia, rivelando la vocazione aperturista ed inclusivista del nuovo consesso di potenze emergenti.
Gli obiettivi politici
Come stabilito nel documento ufficiale stilato durante il summit di Sanya, l’obiettivo sostanziale del blocco dei Brics, alternativo al G8, è: “la forte volontà comune per la pace, la sicurezza, lo sviluppo e la cooperazione, che ha riunito i paesi BRICS di diversi continenti con una popolazione totale di quasi 3 miliardi. I BRICS mirano a contribuire in modo significativo allo sviluppo dell’umanità, e ad istituire un mondo più equo e giusto.”
Favorire la crescita mondiale, rafforzare il multilateralismo e promuovere una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali per assicurare la stabilità, la pace e la sicurezza regionale e globale sembrano essere gli impegni preminenti del gruppo dei Brics, in continuità con quelli espressi già durante il primo summit nel giugno 2009 a Yekaterinburg.
L’Asia è il centro gravitale della costruzione del nuovo ordine mondiale, pluralistico e multipolare, della garanzia dello sviluppo comune e dell’equilibrio internazionale, del disconoscimento del conflitto in luogo dell’ascesa pacifica delle economie emergenti. In prima linea c’è la Cina, con il suo gran timoniere, il Presidente Hu Jintao, il quale ha affermato che “come la tendenza verso multi–polarità approfondisce la globalizzazione economica, i popoli dell’Asia hanno il compito principale di mantenere sia lo sviluppo sia la stabilità.”
Il dialogo, il partenariato e la cooperazione tra i Paesi del Brics, improntati ai principi di solidarietà e mutua assistenza, sono solo il primo passo del progetto strategico delle potenze emergenti che mirano ad accrescere il proprio peso geopolitico nell’arena internazionale.
La diplomazia multilaterale è la chiave di volta per dirimere il conflitto che minaccia l’equilibrio mondiale. A tale proposito i Brics ribadiscono “la necessità di una riforma globale delle Nazioni Unite, compreso il suo Consiglio di di sicurezza, al fine di renderlo più efficace, efficiente e rappresentativo”. La Russia e la Cina sostengono pertanto il riconoscimento nelle Nazioni Unite dell’importanza dell’India, del Brasile e del Sud Africa, quali attori primari nel contesto internazionale e del loro impegno nella lotta contro il terrorismo transnazionale.
La forza propulsiva della primavera nord-africana e le turbolenze che si sono estese anche all’Africa occidentale e al Medio Oriente, hanno preoccupato i Brics, che a Sanya hanno ribadito con una sola voce la necessità di adottare la via diplomatica, quella della negoziazione e della risoluzione pacifica delle crisi, propugnata già con l’astensione dalla votazione della Risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
“Noi condividiamo il principio che l’uso della forza deve essere evitato. Noi riteniamo che l’indipendenza, la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale di ciascuna nazione deve essere rispettato. Vogliamo continuare la nostra cooperazione nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla Libia.”
Ad emergere dalle dichiarazioni dei Brics non è solo la loro attenzione rispetto alla questione della sovranità nazionale, ma soprattutto la necessità di rendere maggiore efficacia alle organizzazioni internazionali e regionali, preposte a mantenere l’ordine e ad ammonire le soluzioni conflittuali in luogo del dialogo.
È per tale ragione che i Brics hanno confermato il loro sostegno all’Unione Africana, sulla crisi libica, esercitando al contempo influenza e attrattiva verso l’organizzazione regionale africana.
Gli obiettivi economici
L’assetto armonico e la stabilità dell’ordine mondiale deve essere garantita soprattutto attraverso la cooperazione economica e il “rafforzamento del coordinamento delle politiche macro-economiche delle economie forti”.
Così, i Brics riconoscono gli effetti disastrosi procurati dalla crisi finanziaria che ha travolto l’economia mondiale e si impegnano formalmente a supportare una “maggiore cooperazione in campo economico, finanziario e nell’ambito delle questioni commerciali, che contribuiranno ad una crescita a lungo termine costante, sana ed equilibrata dell’economia mondiale”.
Il sistema monetario internazionale, secondo i Brics, abbisogna di una riforma capace di colmare i vuoti evidenziati dalla crisi, di regolamentare i flussi di capitali transfrontalieri verso le economie emergenti, di rafforzare la cooperazione di vigilanza e supervisione, di promuovere lo sviluppo dei mercati e dei sistemi bancari. Un “ampio sistema internazionale basato su una moneta di riserva che fornisce stabilità e certezza”, che neutralizzi i rischi di una eccessiva volatilità dei prezzi delle commodities, soprattutto gli effetti distorsivi derivati dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, che alimentano il malcontento generale.
Da pochi mesi, i Brics si scambiano prestiti l’un l’altro nella loro moneta nazionale, snobbando il dollaro. È questo un elemento significativo del proposito di includere lo yuan, nel gruppo delle unità di conto e riserve valutarie internazionali, insieme al dollaro, alla sterlina, allo yen e all’euro.
Lo sviluppo sostenibile e il programma energetico
“Lo sviluppo sostenibile, come dimostra la Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo, l’Agenda 21, il Piano di attuazione di Johannesburg e i trattati multilaterali ambientali, dovrebbe essere un veicolo importante per far progredire la crescita economica.”
La crescita e lo sviluppo sono i punti nodali del programma dei Brics, che sostengono che “accelerare la crescita sostenibile dei paesi in via di sviluppo è una delle sfide più importanti per il mondo […] per affrontare la povertà e per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM).”
I Brics supportano il concerto degli sforzi per rendere effettivi gli accordi di Cancun, intensificando gli impegni comuni nella lotta contro il cambiamento climatico.
A tal fine i Paesi Brics nel summit di Sanya si sono così espressi a favore dello sviluppo e dell’utilizzo delle risorse energetiche rinnovabili, quale fondamentale strumento per osteggiare il cambiamento climatico:
“Siamo convinti dell’importanza della cooperazione e dello scambio di informazioni in materia di sviluppo delle risorse energetiche rinnovabili. L’energia nucleare continuerà ad essere un elemento importante nel futuro mix energetico dei paesi BRICS. La cooperazione internazionale nello sviluppo sicuro dell’energia nucleare per scopi pacifici deve procedere in condizioni di stretta osservanza delle norme di sicurezza e dei requisiti in materia di progettazione, di costruzione e di gestione delle centrali nucleari.”
E al Giappone colpito dal terremoto e dallo tsunami, in piena emergenza nucleare, i Brics hanno confermato il loro supporto in prospettiva del risanamento “dalle conseguenze delle catastrofi”.
A consolidare il fronte dei Brics, all’indomani del vertice di Sanya, è certamente la condivisione di un obiettivo ambizioso: la traduzione del potere economico nel potere politico, l’acquisizione del peso decisionale all’interno delle maggiori organizzazioni internazionali, governate inesorabilmente dalle potenze occidentali.
Proposito confermato dalle dichiarazioni del Presidente russo Dmitrij Medvedev: “Il nostro potenziale economico, la nostra influenza politica e le nostre prospettive di sviluppo come alleanza sono eccezionali”.
*Maria Dolores Cabras è laureata in Relazioni internazionali (Università di Firenze)
Fonti:
News Analysis: What can world learn from BRICS summit in Sanya? In http://news.xinhuanet.com/english2010/china/2011-04/15/c_13829493_3.htm
Full text of Sanya Declaration of the BRICS Leaders Meeting http://news.xinhuanet.com/english2010/china/2011 04/14/c_13829453.htm
BRICS summit takes concrete step toward enhanced cooperation http://news.xinhuanet.com/english2010/china/2011-04/14/c_13829422_2.htm
Foreign media speak highly of BRICS summit, in http://news.xinhuanet.com/english2010/china/2011-04/17/c_13833095.htm
Marco Del Corona, Sull’ isola cinese va in scena il «G8» degli emergenti, in: http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/13/Sull_isola_cinese_scena_degli_co_8_110413016.shtml
Liam Halligan, The BRIC countries’ Hainan summit could make the G20 redundant , 16 april 2011, in: http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/liamhalligan/8455956/The-BRIC-countries-Hainan-summit-could-make-the-G20-redundant.html
Il BRICS: evitare l’uso della forza in Libia, in: http://it.euronews.net/2011/04/14/il-bric-evitare-l-uoso-della-forza-in-libia/
Bric: consenso su maggiore cooperazione economico-commerciale, in: http://italian.cri.cn/761/2011/04/13/223s146492.htm
Antonella Scott, I Brics vogliono creare una riserva valutaria globale, 14 aprile 2011, in: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-04-14/bric-vogliono-creare-riserva-121759.shtml?uuid=AaYb6sOD
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