14/10/2010 Il Segretario Generale di Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah, ha smentito l’esistenza di un “progetto iraniano” per la Palestina, il Libano o il mondo arabo durante una cerimonia organizzata in onore della visita del Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Mahmud Ahmadinejad, in Libano.
In un discorso tenuto attraverso un maxischermo alla presenza del Presidente iraniano nello stadio di Raya nel sobborgo meridionale di Beirut, Seyyed Nasrallah ha assicurato che il “progetto iraniano” è quello che i libanesi desiderano per il futuro del Libano, i palestinesi per quello della Palestina e gli arabi per la regione araba.
Il responsabile di Hezbollah ha definito l’Iran una garanzia per la Comunità Islamica, per la sua unità e la sua resistenza ed ha chiesto agli arabi ed ai musulmani di cercare il suo appoggio per il loro stesso bene.
Qui di seguito i passi salienti del discorso di Seyyed Nasrallah:
Mi rifugio in Dio da Satana il Maledetto. Col Nome d’Iddio Clemente e Misericordioso
Al Signor Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran e caro fratello Mahmud Ahmadinejad, e alla delegazione che lo accompagnata:
benvenuti!
Rivolgo questo breve discorso a nome mio e a nome di tutti noi per dare il bevenuto al nostro grande e caro ospite in Libano.
Vi diamo il benvenuto!
A nome della dirigenza e delle basi popolari del movimento di Amal e di Hezbollah.
A nome di tutti i figli dell’Imam la cui sorte è sconosciuta, Seyyed Musa Sadr.
A nome di tutti i seguaci dell’Imam Khomeyni e della Guida Suprema Seyyed ‘Ali Khamenei.
A nome dei responsabili e delle basi popolari di tutte le correnti politiche libanesi presenti oggi, che hanno espresso la loro gioia per la vostra presenza.
A nome dei/mujahidin/, dei resistenti, delle famiglie dei martiri, dei feriti di guerra, dei prigionieri liberati.
A nome di questo popolo che ha lottato e combattuto una guerra feroce per 33 giorni, raggiungendo una vittoria miracolosa.
A nome di queste genti, che sono le più nobili, le più generose e le migliori.
Do il benvenuto a questo grande fratello e grande appoggio per i resistenti, i /mujahidin /e gli oppressi.
In Lei percepiamo il profumo del nostro amato Imam, l’Imam Khomeyni, attraverso Lei sentiamo il respiro della nostra Guida Suprema, Seyyed ‘Ali Khamenei, e nel Suo volto vediamo quello della grande nazione iraniana.
Voglio dire due cose: la prima rivolta ai libanesi, ai palestinesi ed agli arabi; la seconda al Signor Presidente ed alla delegazione che lo accompagna.
Oggi ho una testimonianza da rendere davanti a Dio, un dovere che mi incombe, legato alla Repubblica Islamica, alla sua Guida, alla sua Presidenza, al suo governo ed al suo popolo.
Alcuni in Libano, in Palestina e nella nostra regione parlano di un progetto che non è altro che un’illusione, un “progetto iraniano” che esigerebbe come risposta un progetto arabo per contrastarlo.
Parlano di un “progetto iraniano” per la Palestina, per il Libano e per l’intera regione, presentato come perverso, e lo utilizzano per ,spaventare i popoli ed i governi.
Testimonio, in quanto persona che possiede rapporti stretti con i centri decisionali in Iran, e in quanto persona che parla sinceramente e senza fronzoli, che ciò che gli iraniani desiderano
per la Palestina non è altro che quello gli stessi palestinesi desiderano.
Il “progetto iraniano” in Palestina è che essa sia restituita ai palestinesi, che ad essi vengano ridate le loro terre, i loro luoghi santi….tanto islamici quanto cristiani; che ogni rifugiato ritorni alla sua terra ed al suo campo; che questo popolo oppresso realizzi il suo stato indipendente, liberato con il sangue.
Questa era la posizione dell’Imam Khomeyni e questa è la posizione dell’Imam Khamenei.
Il “peccato” di questo Presidente (Ahmadinejad) è di aver detto francamente, con coraggio e trasparenza, in ogni parte del mondo che ha visitato – si tratti di New York o Ginevra – la verità, e questo è ciò che esaspera l’Occidente.
Il suo “peccato” è quello di affermare che il regime israeliano è illegale e non dovrebbe esistere.
In Libano, l’Iran desidera che il suo popolo viva in totale sovranità e indipendenza, che conservi la dignità, che sia orgoglioso di sè stesso e che si mostri invincibile di fronte agli ostacoli ed alle minacce che sono presenti nel cuore della regione.
Non c’è altro progetto iraniano per il Libano.
Nel mondo arabo, l’Iran si allinea con i “no” degli arabi, come quelli lanciati durante il periodo dell’ex Presidente Jamal Abdel Nasser (l’ex presidente egiziano morto nel 1970, n.d.t.). E’ l’Iran che ha rinnovato i “no” degli arabi.
Da quando ho assunto questa responsabilità alla guida di Hezbollah, nel 1992, vi assicuro che l’Iran ci ha sempre appoggiato, senza mai chiedere nulla in contropartita e senza esigere alcun tipo di ringraziamento. Siamo orgogliosi della nostra adesione al principio della /Wilayat al-Faqih/ (Governo del Giurisperito Islamico) giusto, sapiente e valoroso.
Il progetto dell’Iran in Palestina è lo stesso dei palestinesi; il progetto dell’Iran in Libano è quello dei libanesi; il progetto dell’Iran nel mondo arabo è quello di tutti i popoli arabi.
Quello che l’Iran cerca di mettere in pratica è, secondo esso, un dovere divino, che è in armonia con la sua religione ed i suoi principi.
Alcuni sostengono che l’Iran è all’origine delle discordie che sorgono in un posto o in un altro, e affermano che esso mira a provocare divisioni. Vi assicuro, nel nome di Dio, che la Repubblica Islamica dell’Iran è una delle garanzie più importanti per il nostro mondo islamico e per il mondo intero; essa lavora senza sosta per impedire la discordia, prevenire le guerre e per appoggiare gli oppressi della terra.
Alcune settimane fa un predicatore cristiano minacciò di bruciare il Sacro Corano. L’Imam Khamenei, in una dichiarazione storica <http://www.islamshia.org/articolo.php?ids=326>, ha messo in guardia i cristiani ed i musulmani del fatto che vi sono alcuni che vogliono seminare discordia tra essi, affermando che questa azione era frutto di un atto individuale che non poteva esser attribuito a tutti i cristiani, e proibendo al contempo ogni attacco ai libri sacri di questi ultimi.
Alcuni anni fa, quando i gruppi/“takfiri”/ bombardarono i mausolei degli Imam Askarayn (il decimo ed undicesimo Imam dell’Ahlul Bait, n.d.t.) a Samarra, in Iraq, Seyyed Khamenei mise in guardia contro la volontà di creare divisioni tra sunniti e sciiti, e proibì di accusare i sunniti di questo atto.
Qualche settimana fa, quando uno sciita che nessuno conosceva e che vive a Londra, fece alcune dichiarazioni improprie contro alcuni Compagni del Profeta (S) e la Madre dei Credenti (la moglie del Profeta) Aisha, e alcuni canali satellitari hanno iniziato a propagare queste blasfemie con l’obiettivo di provocare una nuova discordia, Seyyed Khamenei ha emesso una /fatwa/ storica <http://italian.irib.ir/radioislam/notizie/item/81270-offesa-ad-aisha-mondo-islamico-elogia-condanna-espressa-dall%E2%80%99ayatollah-khamenei/>, secondo la quale è proibito (haram) attaccare i simboli dei nostri fratelli sunniti o accusare di checchessia la moglie del Profeta (S). In questo modo egli ha evitato una volta ancora il tentativo di seminare divisione tra i musulmani.
Da questo apprendiamo che, secondo l’Iran, se un musulmano commette un errore, non bisogna accusare tutti i musulmani per questo. Ciò si applica ugualmente ai cristiani, ai sunniti e agli sciiti.
Perchè allora ci stiamo incamminando, a tutta velocità, verso la discordia nella quale gli statunitensi e gli israeliani vogliono farci cadere?
Si, è l’Iran che è per tutti noi la garanzia della nostra/Ummah/ >(Comunità Islamica), della sua unità, della sua resistenza e di tutte le cause care agli arabi, ai musulmani ed agli oppressi.
L’Iran trae la sua forza dalla propria saggezza e dalla sua responsabilità storica.
Questa Repubblica Islamica, la sua Guida, il suo governo ed il suo popolo sono un dono divino. Approfittiamone e ringraziamo Dio per avercela donata e non prestiamo ascolto ai demoni degli USA e di
Israele, che per noi sono gli unici all’origine delle guerre, distruzioni, stragi, espulsioni, massacri e profanazioni di luoghi sacri.
La mia ultima parola è una parola di ringraziamento per l’Iran, per la sua Guida, per il suo Presidente, per il suo governo ed il suo popolo.
Signor Presidente!
La ringraziamo per la sua visita e la sua amabilità.
La ringraziamo per il suo valore e la sua saggezza.
La ringraziamo per la sua grande modestia ed i suoi abbondanti servigi.
La ringraziamo per l’appoggio che ci ha fornito in tutte le condizioni, le più difficili e le meno penose.
Ringraziamo voi, che mai avete chiesto un ringraziamento. La ringraziamo per la sua presenza tra noi nel sobborgo meridionale di
Beirut, la terra della dignità, della perseveranza e della resistenza.
Grazie per la sua presenza tra noi.
“Chesmè ma roshan shod: Khosh Amadid” (In persiano: “I nostri occhi si sono illuminati: benvenuto!”)
Traduzione a cura dell’Associazione Islamica Imam Mahdi (AJ) – www.islamshia.org
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