In un precedente articolo abbiamo affermato che la condizione attuale dell’Europa è quella dello sconfitto in guerra. Riparazioni, riforme imposte, vere e proprie sanzioni economiche attuate da quello che sulla carta sarebbe un alleato: gli Stati Uniti d’America[1].
Qual è la vera intenzione degli USA riguardo l’Europa? Sembra necessario approfondire questo argomento, perché molte analisi, anche di studiosi indipendenti, di sinistra e di destra si sono appiattite su una lettura incongruente e illogica.
Il Rapporto sulla Strategia di Sicurezza[2] della Casa Bianca, pubblicato in questo dicembre 2025 dall’amministrazione Trump, rende ancora più urgente una riflessione sui rapporti inter-atlantici. In questo studio annuale trova posto un capitolo (tradotto alla fine di questo articolo) il cui titolo, “Promoting European Greatness”, dovrebbe suscitare qualche dubbio: come mai una superpotenza situata oltre oceano mette nero su bianco in un documento ufficiale l’intenzione di promuovere la grandezza dell’Europa?
Ma facciamo un passo indietro. Fino a ieri, come accennavamo, analisti di diversa estrazione concordavano sul fatto che gli USA starebbero abbandonando l’Europa occidentale e la NATO al loro destino, per stabilire accordi diretti con la Russia.
Provando a schematizzare, e rimanendo nell’ultimo periodo, elenchiamo le richieste che Washington ha fatto e continua a fare all’Europa:
- La NATO deve spendere di più.
- L’Europa si deve riarmare.
- Gli investimenti e i prodotti finanziari devono spostarsi sul territorio statunitense.
- L’Europa deve comprare gas, petrolio, armi dagli USA.
Secondo molti commentatori di varia estrazione, concordi nell’evidenziare l’allontanamento di Washington dall’Europa, gli amministratori europei starebbero reagendo a tale allontanamento assumendo, in maniera autonoma e in contrasto con Washington, una postura assertiva verso la Russia.
Ma vediamo quali sono le scelte di questa Europa “assertiva”:
- Ogni paese NATO sta aumentando gli investimenti nell’Alleanza del Nord Atlantico.
- Ogni Paese dell’Unione Europea sta procedendo al riarmo, comprando fra l’altro una percentuale abnorme di materiale dagli Usa. Senza contare che fondi come Black Rock sono fortemente presenti in tutte le aziende del settore, a partire da Leonardo e Rheinmetall.
- L’Europa minaccia di utilizzare gli asset russi già immobilizzati in Belgio, distruggendo totalmente la credibilità dell’euro e del mercato economico e finanziario europeo.
- L’Europa si è impegnata a comprare quantità enormi di gas liquefatto, dopo aver accuratamente tagliato i tubi che la collegavano alla Russia.
Più che assertiva, l’Europa appare asservita.
Come si può notare, ogni richiesta degli Stati Uniti viene prontamente esaudita dai governi europei. Quello che si evince, infatti, non è un allontanamento degli Stati Uniti, ma semplicemente un loro passaggio all’incasso, attuato con la complicità degli amministratori dell’Unione Europea, nonostante il privilegiato rapporto degli USA coi Paesi della cosiddetta “Nuova Europa”. A questo proposito è esemplare è il caso dell’Ungheria, che ha assicurato la disponibilità delle sue basi militari alle esigenze degli Stati Uniti. Analogamente, il Primo Ministro giapponese Takaichi è tornato a minacciare la Cina per Taiwan, attirando l’attenzione della NATO fino in Estremo Oriente. Gli Stati Uniti, al solito, consigliano moderazione nei confronti di Pechino, ma allo stesso tempo si assicurano l’utilizzo delle basi militari del Sol Levante. E non stupirà il fatto che nel novembre 2024 e nel luglio 2025 l’Unione Europea ha stabilito con il Giappone accordi di partenariato difensivo.
E arriviamo al National Security Strategy. Noi sappiamo benissimo quali sono gli scopi degli Stati Uniti: dividere l’Europa occidentale e centrale dalla Russia, separare la Russia dalla Cina, allontanare la Cina dall’Europa.
Tutto ciò è presente nel documento USA, che smentisce totalmente tutti gli analisti che fino ad ora hanno lanciato grida d’allarme contro il presunto disinteresse nordamericano per l’Europa. Ora Washington afferma addirittura di voler salvare l’Europa da sé stessa. Se l’Europa non è invitata ai negoziati evidentemente è presente sul menù.
Ma che esprime in definitiva la Casa Bianca nel documento?
In un profluvio di retorica che riprende le parole del vicepresidente Vance e critica l’immigrazione elogiando i partiti europei più “patriottici”, si afferma senza mezzi termini
che l’Europa deve cancellare il proprio diritto e passare completamente alle “Regole della Community”, il famigerato ordine internazionale basato sulle regole. Vale a dire, deve allinearsi completamente alla regolamentazione internazionale stabilita dalla holding USA, guidata dalla Casa Bianca e costituita dalle varie multinazionali tecnologiche e deve bloccare completamente la presenza cinese in Europa.
Infine, dopo avere spinto la NATO fino alle porte della Russia, la strategia statunitense decide che la NATO non deve più espandersi. In altre parole, Trump veste i panni del poliziotto buono per presentarsi come il negoziatore e obbligare l’“alleato” a recitare la parte del poliziotto cattivo. Ciò si collega alla necessità di quello che nel documento è chiamato “equilibrio strategico” con la Russia: dopo aver rivendicato il diritto esclusivo a trattare, equilibrio strategico significa quello che dicevamo all’inizio: confronto costante e nessun dialogo fra Europa occidentale e Russia. La gestione dei rapporti è tenuta da Washington, il vero sovrano in Europa.
Per concludere, risulta evidente che gli Stati Uniti non hanno pensato nemmeno per un momento di lasciare l’Europa a sé stessa; anzi, indicano le linee della sua condotta in un documento ufficiale emesso direttamente dalla Casa Bianca.
Gli Stati europei da parte loro procedono su due strade che portano allo stesso punto: trattare con gli USA direttamente o trattare per il tramite dell’Unione Europea. Lo spazio europeo deve essere reso non credibile economicamente e politicamente e il risparmio presente nelle capitali europee deve essere usato per finanziare la NATO (che rimane il principale strumento della strategia statunitense in Europa) o deve semplicemente spostarsi a Wall Street.
Gli Stati europei, nelle persone dei loro responsabili, stanno eseguendo alla lettera tutti gli ordini impartiti dagli Stati Uniti.
Traduciamo qui di seguito il capitolo del documento statunitense concernente l’Europa.
Promuovere la grandezza europea
I funzionari americani si sono abituati a pensare ai problemi europei in termini di spesa militare insufficiente e stagnazione economica. In questo vi è del vero, ma i problemi reali dell’Europa sono ancora più profondi.
L’Europa continentale sta perdendo quote del PIL globale — passata dal 25 per cento nel 1990 al 14 per cento oggi — anche a causa di regolamentazioni nazionali e sovranazionali che minano la creatività e l’operosità.
Ma questo declino economico è oscurato dalla prospettiva reale e ancora più netta di una cancellazione della sua civiltà. Le questioni più ampie che l’Europa si trova ad affrontare includono le attività dell’Unione europea e di altri organismi transnazionali che minano la libertà politica e la sovranità, politiche migratorie che stanno trasformando il continente e creando conflitti, censura della libertà di espressione e repressione dell’opposizione politica, crollo dei tassi di natalità, e perdita delle identità nazionali e della fiducia in sé stessi.
Se le tendenze attuali continueranno, il continente sarà irriconoscibile tra vent’anni o anche meno. Di conseguenza, non è affatto scontato che alcuni Paesi europei avranno economie e forze armate sufficientemente forti da restare alleati affidabili. Molte di queste nazioni stanno attualmente raddoppiando gli sforzi lungo il loro percorso attuale. Vogliamo che l’Europa rimanga europea, che recuperi la propria fiducia nella sua civiltà e che abbandoni il suo fallimentare focus sulla soffocazione regolatoria.
Questa mancanza di fiducia è più evidente nel rapporto dell’Europa con la Russia. Gli alleati europei godono di un significativo vantaggio di hard power rispetto alla Russia in quasi ogni misura, fatta eccezione per le armi nucleari. A seguito della guerra della Russia in Ucraina, le relazioni europee con la Russia sono ora profondamente attenuate e molti europei considerano la Russia una minaccia esistenziale. Gestire le relazioni europee con la Russia richiederà un significativo impegno diplomatico degli Stati Uniti, sia per ristabilire condizioni di stabilità strategica in tutto il continente euroasiatico, sia per mitigare il rischio di conflitto tra la Russia e gli Stati europei.
È un interesse fondamentale degli Stati Uniti negoziare una cessazione rapida delle ostilità in Ucraina, al fine di stabilizzare le economie europee, prevenire un’escalation o un’espansione involontaria della guerra e ristabilire la stabilità strategica con la Russia, nonché per consentire la ricostruzione dell’Ucraina dopo le ostilità, permettendole di sopravvivere come Stato vitale.
La guerra in Ucraina ha avuto l’effetto perverso di aumentare le dipendenze esterne dell’Europa, in particolare della Germania. Oggi, le aziende chimiche tedesche stanno costruendo in Cina alcuni dei più grandi impianti di trasformazione del mondo, utilizzando gas russo che non possono ottenere in patria. L’Amministrazione Trump si trova in contrasto con funzionari europei che nutrono aspettative irrealistiche sulla guerra, appoggiati a fragili governi di minoranza, molti dei quali calpestano i principi fondamentali della democrazia per reprimere l’opposizione. Una larga maggioranza europea desidera la pace, ma tale desiderio non si traduce in politiche, in larga misura a causa della sovversione dei processi democratici da parte di quei governi. Questo è strategicamente importante per gli Stati Uniti proprio perché gli Stati europei non possono riformarsi se restano intrappolati in una crisi politica.
Eppure, l’Europa rimane strategicamente e culturalmente vitale per gli Stati Uniti. Il commercio transatlantico resta uno dei pilastri dell’economia globale e della prosperità americana. I settori europei, dalla manifattura alla tecnologia all’energia, restano tra i più robusti al mondo. L’Europa ospita ricerca scientifica all’avanguardia e istituzioni culturali leader a livello mondiale. Non solo non possiamo permetterci di accantonare l’Europa — farlo sarebbe controproducente rispetto agli obiettivi di questa strategia.
La diplomazia americana dovrebbe continuare a difendere la vera democrazia, la libertà di espressione e celebrazioni senza complessi del carattere e della storia individuali delle nazioni europee. L’America incoraggia i suoi alleati politici in Europa a promuovere questo risveglio dello spirito, e la crescente influenza dei partiti patriottici europei offre effettivamente motivo di grande ottimismo.
Il nostro obiettivo dovrebbe essere aiutare l’Europa a correggere la sua traiettoria attuale. Avremo bisogno di un’Europa forte per competere con successo e per lavorare in sintonia con noi al fine di impedire che qualsiasi avversario domini l’Europa.
L’America è, comprensibilmente, legata sentimentalmente al continente europeo — e, naturalmente, alla Gran Bretagna e all’Irlanda. Il carattere di questi Paesi è anche strategicamente importante perché facciamo affidamento su alleati creativi, capaci, fiduciosi e democratici per stabilire condizioni di stabilità e sicurezza. Vogliamo lavorare con Paesi allineati che desiderano restaurare la loro antica grandezza.
Nel lungo periodo, è più che plausibile che entro pochi decenni, al più tardi, alcuni membri della NATO diventino a maggioranza non europea. Di conseguenza, è una questione aperta se essi vedranno il loro posto nel mondo, o la loro alleanza con gli Stati Uniti, nello stesso modo di coloro che firmarono la Carta della NATO.
La nostra ampia politica per l’Europa dovrebbe dare priorità a:
- ristabilire condizioni di stabilità all’interno dell’Europa e di stabilità strategica con la Russia;
- consentire all’Europa di reggersi sulle proprie gambe e di operare come un gruppo di nazioni sovrane allineate, anche assumendo la responsabilità primaria della propria difesa, senza essere dominata da alcuna potenza avversaria;
- coltivare la resistenza alla traiettoria attuale dell’Europa all’interno delle stesse nazioni europee;
- aprire i mercati europei ai beni e servizi statunitensi e garantire un trattamento equo a lavoratori e imprese americane;
- rafforzare le nazioni sane dell’Europa centrale, orientale e meridionale attraverso legami commerciali, vendite di armamenti, collaborazione politica e scambi culturali ed educativi;
- porre fine alla percezione, e prevenire la realtà, della NATO come alleanza in perpetua espansione; e
- incoraggiare l’Europa ad agire per contrastare la sovracapacità mercantilista, il furto tecnologico, lo spionaggio informatico e altre pratiche economiche ostili.
NOTE
[1] https://www.eurasia-rivista.com/una-nuova-pugnalata-alla-schiena-e-la-sconfitta-delleuropa/
[2] https://www.whitehouse.gov/wp-content/uploads/2025/12/2025-National-Security-Strategy.pdf
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