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Parola chiave: Libia

Le operazioni delle forze armate libiche

Cronologia delle operazioni militari in Libia, dall'esplosione delle prime sommosse il 13 gennaio a Derna e al-Badya, fino al 17 marzo, inizio dell'aggressione atlantista al paese nordafricano. Le tappe di un fallito golpe etero-diretto, che ha provocato centinaia di morti e migliaia di feriti, ha gettato nel caos il paese e l'ha esposto ad un attacco imperialista.

Libia al collasso

La separazione di fatto della Libia in due parti riapre ferite che si credevano ormai rimarginate. Anche qualora il leader libico venisse ucciso o il regime implodesse, non si avrebbe l’unificazione della Libia sotto un governo democratico, ma uno “stato fallito” nel quale tribù, clan e bande armate si fronteggerebbero in un crescente disordine. Il mancato impegno negoziale e diplomatico dei paesi occidentali e la folle scelta dell’intervento armato sembrano preludere a questo scenario devastante.

Squadroni della morte in azione a Bengasi

I media internazionali mentengono un particolare silenzio sul numero di persone "eliminate" nella parte orientale della Libia, e su come coloro che sono accusati di non sostenere la leadership "ribelle", vengano incarcerati. Vari gruppi fondamentalisti sono affiliati al CNT, lavorando fianco a fianco con ex-membri del regime Gheddafi, uomini d'affari espatriati e gli agenti dell'intelligence statunitense.

La contro-rivoluzione nel Vicino Oriente

In pochi mesi, sono caduti tre governi filo-occidentali nel mondo arabo. Questi cambiamenti di regime sono accompagnati da manifestazioni contro il dominio degli Stati Uniti e il sionismo. Essi avvantaggiano politicamente l'Asse della Resistenza, incarnato a livello statale da Iran e Siria, e sul piano sub-statale da Hezbollah e Hamas. Per condurre la contro-rivoluzione in questa regione, Washington e Tel Aviv hanno usato il loro miglior supporto: il clan Sudairi, che interpreta più di ogni altro il dispotismo al servizio dell'imperialismo.

«Berlusconi rientrato nel solco della tradizione diplomatica italiana»: D. Scalea all'IRIB

Il nostro redattore Daniele Scalea è stato intervistato giovedì 28 aprile da “Radio Italia”, emissione italiana dell'IRIB, a proposito della decisione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di utilizzare velivoli italiani per missioni di bombardamento contro la Libia. Segue la trascrizione integrale dell'intervista, che può essere riascoltata tramite la registrazione incorporata in questa pagina.

La Libia e la nuova Divisione Imperiale dell'Africa

I piani per attaccare la Libia erano pronti da molto tempo. La macchina da guerra imperiale di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, e dei loro alleati della NATO, è coinvolta in una nuova avventura militare analoga alle vicende che portarono alle guerre contro la Jugoslavia e l'Iraq. La macchina da guerra è stata mobilitata sotto la copertura dell'"intervento umanitario".

Scoperto "l'accordo Libia" fra Stati Uniti e Arabia Saudita

Voi invadete il Bahrain. Noi cacciamo Muammar Gheddafi dalla Libia. Questa, in breve, è l’essenza di un accordo raggiunto fra l’amministrazione Obama e la dinastia saudita. Due fonti diplomatiche, presso le Nazioni Unite, confermano indipendentemente che Washington, tramite il Segretario di Stato, Hillary Clinton, abbia dato il via all’Arabia Saudita di invadere il Bahrain.

Il voltafaccia in Libia è già costato 100 miliardi alle imprese italiane

L'Italia e' "il primo Paese europeo investitore in Libia" ma la scelta del governo "ha avuto come diretta ed immediata conseguenza il sostanziale blocco di ogni tipo di attivita' pianificata in seguito ad accordi intercorsi con il Governo Gheddafi". Di qui un "danno al sistema-Italia, comprensivo del blocco dell'import/export, e' oggi stimabile in oltre 100 miliardi di euro".

La Guerra in Libia, una guerra per l'Africa

L'Africa è la scacchiera in cui si gioca la partita tra un occidente sempre meno credibile sul piano diplomatico, e perciò guidato da una violenza disperata, e il blocco anti-egemonico in ascesa del BRICS. Alle mosse sconclusionate e azzardate della NATO in Libia e nella Costa d'Avorio, il BRIC risponde con la spettacolare ed efficace contromossa in Sud Africa: sviluppo e progresso contro violenza e distruzione.

L’approccio della Turchia alla crisi libica

L’iniziativa diplomatica turca nella crisi libica va proiettata lontana nel tempo. Se allo stato attuale è difficile prevedere come si evolveranno gli eventi nel breve-medio periodo, resta il fatto che il modello turco nel futuro potrà essere per la Libia un valido punto di riferimento per la sua capacità di coniugare Islam e democrazia, modernità e tradizione.
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