Riportiamo alcuni estratti dell’articolo di İbrahim Karagül apparso il 13 settembre su uno dei più importanti quotidiani turchi, “Yeni Şafak”. L’articolo è stato pubblicato anche in inglese nella versione informatica sul sito del giornale: www.m.yenisafak.com/en/col

L’autore nel riferirsi all’anno 1996 intende verosimilmente richiamare lo scritto di William Kristol e Robert Kagan apparso su “Foreign Affairs”, in cui veniva argomentata la necessità che gli Stati Uniti adottassero una politica di “benevola egemonia globale”. L’anno successivo, pochi mesi prima della rielezione di Bill Clinton, Kristol e Kagan fondarono il PNAC (in italiano, Progetto per il Nuovo Secolo Americano) che esercitò una fondamentale influenza sulla politica estera statunitense.

“Gli eventi che si svolgono oggi erano prevedibili fin dal 1996: l’Occidente era entrato in una nuova fase della sua storia coloniale e le civiltà non occidentali sarebbero rimaste di nuovo sottomesse.

La spericolatezza, l’avidità e l’arroganza di Stati Uniti ed Europa si sono ancora una volta trasformate in caotica aggressione. Il mondo musulmano si stava sollevando contro il saccheggio delle sue risorse e contro governi fantoccio: per questa ragione sono stati inventati in Occidente concetti come quelli di ‘Islam radicale’, ‘Islam fondamentalista’ e ‘terrorismo islamico’.

Hanno comprato intellettuali e politici musulmani assediando l’Islam dal Marocco all’Indonesia.

Hanno invaso Paesi, hanno promosso guerre civili e guerre settarie, hanno condotto la guerra contro l’Islam commettendo crimini terribili. Hanno fabbricato il progetto del New American Century, hanno pianificato tutto magnificandolo come un progetto di civiltà, uno stile di vita. Hanno riempito le terre musulmane di truppe, intellighenzia, organizzazioni non governative e servizi segreti.

Ma l’aggressione travolgente iniziata nel 1996 si è conclusa amaramente nel giro di poco più di due decenni. Gli Stati Uniti non sono riusciti a cogliere la storia politica, l’identità e il potere delle civiltà non occidentali, pensando di poter esercitare il controllo su ogni Stato, su ogni nazione e sulle risorse mondiali”.

“L’Occidente non è riuscito a rendersi conto che non si può mai vincere una guerra contro la religione. Non ha potuto comprendere che la guerra contro l’Islam avrebbe portato alla sua fine. Si è suicidato promuovendo il conflitto fra le civiltà. Non ha saputo ammettere che il mondo ‘superato’ stava tornando potentemente, con nuove affermazioni e vittorie. È stato accecato dall’arroganza conseguente alla secolare sanguinosa tradizione coloniale e alle sue vittorie nelle due guerre mondiali. 

Coloro che riducono il ritiro dell’Occidente dall’Afghanistan ai soli talebani si sbaglieranno gravemente. L’Occidente si renderà presto conto di aver perso completamente l’Asia centrale. Gli Stati Uniti inizieranno presto ad affrontare la sconfitta anche in Medio Oriente e in Africa, e batteranno in ritirata”.


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Aldo Braccio ha collaborato con “Eurasia. Rivista di studi geopolitici” fin dal primo numero ed ha pubblicato diversi articoli sul relativo sito informatico. Le sue analisi riguardano prevalentemente la Turchia ed il mondo turcofono, temi sui quali ha tenuto relazioni al Master Mattei presso l'Università di Teramo e altrove. È autore dei saggi "La norma magica" (sui rapporti fra concezione del sacro, diritto e politica nell'antica Roma) e "Turchia ponte d’Eurasia" (sul ritorno del Paese della Mezzaluna sulla scena internazionale). Ha scritto diverse prefazioni ed ha pubblicato numerosi articoli su testate italiane ed estere. Ha preso parte all’VIII Forum italo-turco di Istanbul ed è stato più volte intervistato dalla radiotelevisione iraniana.