Polina Chernitsa, “Voix de la Russie”, 14.03.2012
I tentativi da parte dei BRICS di ridurre l’uso del dollaro sono ben fondati e non comportano rischi significativi, ritengono gli esperti russi. Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa intendono non solo ridurre la quota della valuta statunitense nelle loro transazioni, ma vogliono anche passare ad un sistema di mutui crediti in valute nazionali.
L’accordo tra i membri del gruppo potrebbe essere firmato in occasione del prossimo vertice di Nuova Delhi, il 29 marzo. Gli esperti osservano che il rifiuto delle transazioni in dollari diventerà una pietra miliare per lo sviluppo del BRICS.
È la Cina che ha iniziato questo tipo di “ritiro” dalla valuta statunitense. Perché Pechino è attualmente il più grande detentore di riserve in dollari. E il Regno di Mezzo sta cercando di ridurre i rischi potenziali associati alla posizione dell’economia degli Stati Uniti. Il debito nazionale degli Stati Uniti ha già superato i 15.000 miliardi dollari, e la stessa moneta è stata emessa in modo quasi incontrollabile negli ultimi anni. In questo contesto, l’iniziativa di Pechino è abbastanza comprensibile e logica, ha detto l’economista Aleksandr Ossin in un’intervista a Voce della Russia.
“In realtà, la Cina, ha detto che l’economia attuale è inefficiente, e crea rischi. Il paese dispone attualmente di tre trilioni di dollari di riserve. E non vuole perderli immediatamente, senza creare un “cuscino di sicurezza”. La Cina sta creando un nuovo meccanismo, comprendente un sistema di interazione con gli importatori alternativi della sua produzione, e i paesi che forniscono materie prime. Pechino svolge anche attività nella sua sfera politico-economica, cercando di rafforzare le strutture dell’economica mondiale multipolare. E questa è una situazione affatto normale.”
Appena un anno fa, al vertice dei BRICS nella città cinese di Sanya, i partecipanti avevano firmato un accordo quadro, che prevedeva il passaggio ai pagamenti reciproci e ai crediti nelle valute nazionali dei cinque paesi. La Banca Centrale della Cina ha detto che prevede di rilasciare anche un fondo speciale di 10 miliardi di yuan. Anche la banca centrale russa ha accettato di finanziare questo progetto. Il documento, che potrebbe essere firmato a Nuova Delhi alla fine di marzo 2012, quindi, avvierebbe il processo, prevedono gli esperti.
L’unica domanda è, quali sono i rischi. E qui, le stime variano. Per la Russia, le conseguenze di questa misura saranno le più difficili da prevedere, ha detto il direttore dell’Istituto di strategia nazionale Nikita Krichevskij.
“C’è la necessità per questi paesi di approfondire gli scambi reciproci e i legami economici. Ma allo stesso tempo, gran parte dei mercati delle materie prime tradizionalmente commerciano in dollari. E tutti i tentativi di impedire l’utilizzo del dollaro come mezzo universale di pagamento, per un determinato prodotto, saranno infruttuosi. Ma le esportazioni russe verso i BRICS non si limitano alle materie prime. In caso di pagamento per altre categorie di beni, non escludo che Mosca possa passare a regolarsi con la moneta nazionale con i suoi partner. Ma poi, una domanda sorge spontanea: cosa fare con la sua moneta in futuro”?
Fino ad ora, le valute dei BRICS non erano liberamente convertibili. E poi, lo yuan cinese è legato al dollaro. Tuttavia, Mosca e Pechino hanno sostenuto che la questione della convertibilità potrebbe già essere risolta in un prossimo futuro. E i paesi stanno lavorando attivamente in questa direzione. Pechino sta negoziando con i suoi vicini del Sud-Est asiatico e gli fornisce crediti. Riguardo alla quota di transazioni in rubli russi nella CSI, ha già superato il 50%. E nelle zone di frontiera, i due paesi conducono le operazioni commerciali in yuan e rubli.
“Il fatto che i BRICS riducano il volume degli scambi in dollari è un passo logico, una decisione che stabilizza l’economia mondiale e le economie nazionali dei paesi”, ha detto l’economista Roman Andreev. “Inoltre, siamo stati i primi in Russia ad introdurre una moneta-paniere con due divise nei calcoli delle transazioni. Le nostre riserve internazionali vengono depositate nelle due valute, cosa abbastanza vantaggiosa. Le riserve in valuta estera non sono influenzate dai movimenti dei tassi di cambio della coppia euro-dollaro.”
Gli esperti concordano sul fatto che è presto per parlare di passaggio totale alle monete nazionali nel commercio e nei crediti tra i BRICS. Le strutture di esportazione ed i loro orientamenti sono diversi a seconda i paesi. Gli Stati Uniti rimangono per ora il partner principale di Pechino, e per Mosca è sempre l’Unione europea. Tuttavia, delle misure concrete per rafforzare i BRICS sono già state prese. In questo modo, la Russia sta cercando di promuovere più attivamente i propri interessi economici nell’area Asia-Pacifico, e la Cina sta lavorando con l’Africa da diversi anni, collaborando con le aziende del Sud Africa.
FONTE: http://french.ruvr.ru/2012_03_14/68381855/
Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://sitoaurora.altervista.org/home.htm
http://aurorasito.wordpress.com
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