Dall’inizio della crisi in Siria, alcuni Paesi e alcune organizzazioni note per la loro ostilità alla Siria e alla sua linea politica, hanno stravolto la realtà dei fatti e deformato i drammatici fatti che avvengono nel Paese, imputandone la responsabilità, tramite sporchi giochi di calunnia e falsità, al Governo Siriano, supportati in ciò da alcuni mass-media, loro complici, che hanno collaborato alla disinformazione dell’opinione pubblica mondiale e alla deformazione della verità dei fatti.
La Siria non si è meravigliata, quando queste parti hanno preso posizioni completamente opposte relativamente alla situazione d’emergenza che ha colpito negli ultimi giorni il campo dei rifugiati palestinesi di Yarmouk, in conseguenza all’attacco al campo compiuto dal gruppo terroristico “Jabhat an-Nusra” e dalle altre organizzazioni terroristiche, che ha causato una catastrofe, rappresentata dall’ennesimo esodo degli innocenti rifugiati palestinesi dal luogo delle loro abitazioni nel Campo.
La Siria, nel condannare chiunque si permetta di alzare un dito per accusarla, imputa la responsabilità di questa tragedia ai gruppi terroristici, precisando che dal 1948, anno della Nakba (la catastrofe) del popolo palestinese, essa ha ospitato i rifugiati palestinesi sulla sua terra, trattandoli come suoi figli, e concedendo loro tutti i privilegi di cui godono i cittadini siriani. Allo stesso modo la Siria ha pienamente collaborato con l’Agenzia per il Soccorso e l’Occupazione dei Profughi Palestinesi, l’UNRWA, senza imporre alcun tipo di restrizione o condizione alle sue attività, e di questo sono testimoni sia i registri dell’Unrwa che tutti i suoi funzionari, sia dentro che fuori la Siria.
Ciò che più rammarica è constatare che l’accusa, relativamente a quanto accaduto nel campo di Yarmouk, è stato mossa verso la parte sbagliata, anziché ammonire e condannare le organizzazioni terroristiche che durante la crisi hanno minacciato la sicurezza e la stabilità dei palestinesi, uccidendone molti; tra questi, di recente, il gruppo terroristico “Jabhat an-Nusra” e chi lo appoggia, che ha attaccato il campo di Yarmouk e le aree adiacenti con mortai e mitaragliatrici ed ha occupato parti del Campo, il che ha portanto irrimediabilmente all’esodo di migliaia di palestinesi e alla distruzione di un ospedale e di una moschea nel Campo, e poi all’ingresso di centinaia di terroristi nel Campo stesso. In risposta a ciò, sebbene gli abitanti del Campo abbiano
ripetutamente implorato l’esercito arabo siriano di entrare, esso si è finora astenuto dal farlo, per arginare lo spargimento di sangue e preservare le proprietà dei cittadini.
Durante questo periodo, malgrado le difficoltà, la Siria ha sempre mantenuto contatti costanti con le organizzazioni politiche palestinesi ufficiali e non , dentro e fuori del Campo, per evitare di coinvolgere i fratelli palestinesi nella crisi siriana, e per allontanarli dall’inganno del terrorismo che ha lavorato per coinvolgerli nei fatti dall’inizio, e le ragioni di questo sono sotto gli occhi di tutti.
La Siria ha ribadito la necessità di non coinvolgere i fratelli palestinesi nella crisi siriana anche durante l’ultima visita in Siria del Commissario Generale dell’Unrwa, in base alla fedeltà alla sua posizione iniziale, che consiste nel risparmiare ai rifugiati palestinesi i terribili eventi della crisi siriana. Allo stesso modo, la Siria ha fin da subito collaborato con le istituzioni palestinesi ed internazionali, garantendo tutti gli aiuti e le facilitazioni richieste per affievolire le sofferenze dei rifugiati palestinesi derivanti dall’occupazione del gruppo terroristico “Jabhat an-Nusra” e dei suoi alleati, tra cui il cosiddetto “Esercito Libero del Campo di Yarmouk”.
La Siria implora l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il suo Segretario Generale di chiedere ai Paesi che hanno appoggiato i gruppi terroristici armati, e che li hanno spronati ad occupare il campo di Yarmouk -per fini che si sono ben palesati- mediante i loro atti terroristici, di sfruttare le loro solide relazioni con i gruppi terroristici per costringerli ad uscire immediatamente dal campo, risparmiando in tal modo le vite dei rifugiati palestinesi, ed impedendo ulteriori omicidi e distruzioni perpetrate dai gruppi terroristici, ovunque essi si trovino, anziché adottare una propaganda economica a scapito del sangue del popolo palestinese e delle sue sofferenze.
Sono i terroristi ad attaccare il Campo, sono i terroristi a far fuggire i rifugiati palestinesi, sono i terroristi coloro che dovranno rispondere di questo crimine.
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