Una campagna propagandistica condotta da Shlomo Alfassa, direttore dell’associazione statunitense “Giustizia per gli ebrei dei paesi arabi”, e rilanciata dalla stampa israeliana e dal CRIF (Conseil des représentatif des institutions juives de France), sostiene che il Primo Ministro iracheno Nouri al-Maliki ha intenzione di trasformare la tomba di Ezechiele in moschea “e di cancellare ogni traccia ebraica” … sotto la pressione degli integralisti sunniti.
Questo profeta biblico, deportato dal regno di Giudea a Babilonia nel 597 a.C. da Nabucodonosor II e seppellito a Kiffle – presso Najaf – è conosciuto per le sue visioni apocalittiche e per le invocazioni perché gli ebrei ritornino a Gerusalemme, pur riconoscendo che non lo meritano.
La “grande nuvola” che egli scorge in cielo, e che diffonde “da ogni parte una luce sconvolgente, al centro della quale brillava una sorta di rame scintillante” ce lo presenta come il primo osservatore di dischi volanti!
Le profezie di Ezechiele ispirano tuttora gli estremisti israeliani e i cristiano-sionisti americani. Quella cosiddetta di Gog e Magog – “particolarmente misteriosa” (1) – è stata utilizzata da Ronald Reagan per mobilitare gli evangelisti contro l’Unione Sovietica e il comunismo. Sotto W. Bush la stessa profezia giustificava la guerra contro l’Asse del Male e l’invasione dell’Iraq: all’inizio del 2003 il Presidente americano l’aveva riportata a Jacques Chirac per convincerlo a entrare in guerra contro l’Anticristo!
Luogo di raccoglimento per il Califfo Alì
Ho visitato la tomba di Ezechiele tre volte, fra il 1998 e il 2002 (2). Avevo faticato a trovarla, finchè un amico mi suggerì di chiedere della sepoltura di Dhou-l-Kiffle, il nome attribuitogli nel Corano.
L’indomani ero in viaggio per Kiffle, un grosso borgo situato fra Babilonia e Najaf. La cupola della tomba, di stile Buyid, si vede da lontano. Si attraversa un magnifico suk costruito in legno e di cui i negozi erano un tempo gestiti da commercianti ebrei: esso apparteneva alla ricchissima famiglia Sassoun, paragonata dagli iracheni agli “europei” Rothschild (3).
Gli ebrei di Kiffle – come la maggioranza dei 120.000 ebrei residenti in Iraq – hanno lasciato il paese dopo la creazione di Israele – al tempo della monarchia filobritannica – attirati dalle promesse di una vita migliore, preoccupati dal tenore di certe manifestazioni pro palestinesi ma soprattutto terrorizzati dagli attentati organizzati dal Mossad, destinati a spingerli all’immigrazione nel quadro dell’”Operazione Ezra e Nehemie”, come si è scoperto in seguito.
Sono quindi pervenuto in una spianata in parte ricoperta dai resti di una moschea abbaside. Uno splendido minareto vi si eleva ancor oggi, decorato di mattoni istoriati e di calligrafie in stile cufico. All’epoca, si poneva già il problema di risistemare tutto. Presso la porta di accesso alla tomba di Ezechiele si diparte un sotterraneo – interdetto al pubblico – sul quale si raccontano leggende straordinarie.
Il santuario comprende tre sale attigue: la prima è un’antica sinagoga dai muri ricoperti – a tratti – da scritture ebraiche della Torà; la seconda è riservata al monumento funebre del profeta, davanti al quale il Califfo Alì, genero di Muhammad, si sarebbe raccolto provenendo dalla non lontana Koufa, ove risiedeva. La cupola della tomba è ricoperta di motivi floreali. Prima di entrare nell’ultima sala, uno spazio è allestito per la preghiera. Il guardiano mi spiega che Al-Khidr – l’Imam verde, personaggio simbolico menzionato nel Corano – qui fece la sua apparizione.
Passato l’ingresso, l’uomo mi mostra cinque tombe allineate, ricoperte di drappi verdi. Sono – mi informa – quelle dei discepoli di Ezechiele, imprigionati assieme a lui nel 597 a.C. dopo il secondo Esodo: il mausoleo sarebbe stato costruito nel luogo in cui si trovava la prigione.
La questione del restauro
Molti musulmani non collegano il Dhou-l-Kiffle del Corano a Ezechiele. Ibn Kathir, esegeta del Libro Sacro, affermava nel XIV secolo che la tomba di Kiffle era quella del figlio del profeta Giobbe. Secondo altri, Ezechiele sarebbe stato seppellito nei pressi di Baghdad a fianco di Sem (figlio di Noé) e di Arphaxad (figlio di Sem); altri ancora fanno osservare che un’altra tomba di Ezechiele esiste a Dezfoul, nel sud dell’Iran (Arabistan).
A parte gli wahabbiti – ostili alla edificazione di monumenti religiosi – nessuno in Iraq ha intenzione di distruggere la tomba di Ezechiele, o di qualcuno degli altri profeti ebrei sepolti nel paese : Ezra, Nahoum, Giona e Daniele. I loro santuari saranno ripristinati. Il solo problema è che in Iraq restauro fa rima con cemento. Molte moschee – comprese quelle dei Compagni del Profeta – alcune chiese e persino la dimora di Alì a Koufa hanno fatto le spese di questa tecnica di embellissement, sebbene ben intenzionata.
Gli israeliani reclamano la “salvaguardia della tomba di Ezechiele” ma – da radicali distruttori dei lasciti antichi e islamici che disturbano le loro convinzioni ideologiche – non hanno titoli per impartire lezioni di protezione del patrimonio dell’umanità.
Traduzione di Aldo Braccio
Note :
- cfr. http://www.bibleenligne.com/Commentaire_biblique/Commentaire_intermediaire/AT/Ezechiel/Ez38.htm
- cfr. Guide de l’Irak, di Gilles Munier, Ed. Picollec, 2000
- Ezechiele Sassoun, ministro delle Finanze del primo governo iracheno sotto re Fayçal I, è sepolto con la propria moglie nei pressi della tomba di Ezechiele, in una casa che sta andando in rovina
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