Parola chiave: corno d’africa
L’ITALIA IN AFRICA
I paesi del Corno d'Africa (Etiopia, Eritrea, Gibuti e Somalia) sono stati recentemente al centro dell'attenzione della diplomazia italiana, data la necessità dell’Italia di...
Il ruolo dell’AFRICOM
La geografia politica del Pentagono suddivide il pianeta terra in Comandi, ciascuno dei quali abbraccia una specifica area giurisdizionale di competenza. Fino all’ottobre 2008 il corpo incaricato di occuparsi dell’Africa era l’EUCOM, ma le ribellioni delle popolazioni indigene e l’inarrestabile penetrazione cinese nel continente nero hanno spinto Washington a costituire l’apposito United States Africa Command (AFRICOM), con lo scopo ufficiale di «Sviluppare nei nostri partner africani la capacità di affrontare le sfide per la sicurezza dell'Africa».
Il Corno d’Africa tra endemica instabilità e terrorismo internazionale
In una delle più povere ed instabili regioni del pianeta si intersecano oggi tre livelli di scontro - una forte conflittualità interna, guerre regionali ed interstatali e un terrorismo islamista in feroce crescita
"Bandits" di M. Alberizzi, G. Olimpio e C. Biffani
Dal 2005 ad oggi sono più di duecento i bastimenti assaltati dai nuovi bucanieri del XXI secolo. I villaggi costieri del Puntland, dal 1998 autoproclamatosi indipendente dalla Somalia, sono divenuti ormai la Tortuga del Corno d'Africa, dove centinaia di ex pescatori si sono convertiti al business del banditismo di mare assaltando, con sempre più frequenza ed audacia, le navi che percorrono rotte marittime fondamentali per l'economia non solo dell'Occidente, considerando che su queste autostrade del mare passa più del 20% del traffico commerciale mondiale. Ed è proprio la lotta alla pirateria lungo le coste della Somalia, che viene analizzata nel saggio dei giornalisti del Corriere della Sera, Massimo Alberizzi e Guido Olimpio, con l'apporto di Carlo Biffani, il maggior esperto di security in Italia. I tre autori affrontano con l'autorevolezza di chi del problema si è occupato in prima persona, sia le vere soluzioni al fenomeno, che spesso, però a livello politico si fa fatica a recepire, sia le sue radici più profonde, le cui origini non sono solo da ricercare nel vuoto istituzionale ed economico post Siad Barre del Paese africano, ma anche negli appoggi e connivenze delle gangs di pirati presso le leaderships politiche perfino di Paesi vicini, oltre che nelle preoccupanti "simpatie" di organizzazioni criminali internazionali attratte sempre più dai riscatti milionari che armatori e governi sono costretti a pagare per il rilascio di uomini e mezzi.