I sionisti attaccano Chavez

Chavez ha avuto il suo primo round di martellamento per un presunto antisemitismo, nella fase iniziale della sua presidenza nel 1999, per la sua associazione con il politologo argentino e peronista Norberto Rafael Ceresole, che nei primi anni '90 aveva introdotto il futuro leader venezuelano alla sua dottrina Caudillo, Ejército, Pueblo (Leader, Esercito, Nazione) per l'ascesa al potere. Ceresole era un veemente critico della politica di Israele in Palestina, negava Olocausto e aveva steso un piano per un servizio di intelligence strategico venezuelano cui evidentemente si aspettava di dirigere personalmente. Era un segreto di Pulcinella che gli operatori del Mossad mantenessero al guinzaglio la comunità d'intelligence venezuelana, in epoca pre-Chavez. Anche se hanno dovuto fare le valigie e andarsene quando il regime populista è salito al potere, i sostenitori d'Israele, profondamente radicati nella macchina statale del Venezuela, si opposero fortemente alla presenza di Ceresole nel paese, e i rappresentanti della comunità ebraica del Venezuela inondarono la DISIP, la polizia segreta, di denunce che Ceresole, "un nazista", rappresentasse un problema permanente.

Intervista a Carlos Pereyra Mele

William Bavone ha intervistato per noi Carlos Pereyra Mele, docente universitario argentino, membro del CEES e del Comitato Scientifico di “Eurasia” WB - La situazione...

È arrivata l’ora del Sud

Per secoli i rapporti internazionali si sono concentrati nell’emisfero Nord, al Sud gli si assegnò solo il ruolo di fornitore per sostenere economicamente il benessere del Nord, ricordiamo che il primo obiettivo della geopolitica è quello dell’accesso alle risorse, di cui l’America del Sud ne ha in abbondanza. È arrivata l’ora del Sud, adesso tutto dipende da noi latinoamericani se vogliamo forgiare i sogni dei nostri padri fondatori, l’Integrazione è la nostra arma strategica, la negoziazione a parità di condizioni con i poteri mondiali la nostra arma per raggiunger l’obiettivo finale, che altro non è che quello della felicità dei nostri popoli, tante volte rimandata.

Brasile: un futuro da scegliere

Il biennio 2010/2011, ancora in fase di conclusione, ha rappresentato per lo Stato brasiliano un vero e proprio punto di non ritorno. Un biennio in cui oltre a consolidare la propria politica interna, senza risentire eccessivamente del passaggio Lula-Rousseff, l’attore brasiliano è stato capace di confermare, nonché di incrementare, il suo ruolo di protagonista all’interno dello scenario mondiale. A determinare questa evoluzione, tutta una serie di eventi che hanno definitivamente indicato il Brasile come un possibile leader futuro in grado di mutare gli assetti di un eventuale nuovo ordine internazionale.

Bolivia: accordo di reciprocità con gli USA – evoluzione o ritorno al passato?

Di seguito riportiamo la traduzione di un articolo comparso sul quotidiano boliviano LA RAZÓN mercoledì 9 novembre e riguardante il recente accordo bilaterale tra Bolivia e Stati Uniti. Come avvenuto altre volte questi accordi bilaterali nel concreto hanno dimostrato un’asimmetria in favore del Paese maggiormente sviluppato – nel caso specifico gli Stati Uniti. Tale asimmetria si giustifica con una, oggettiva, disuguaglianza nella forza contrattuale delle parti in causa.

La crisi del debito in Italia e la lezione argentina

La situazione che oggi vive l’Italia corrobora quella frase di Carl Marx: “La storia si ripete due volte, la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. L'Argentina ha già attraversato nei primi anni del secolo l'esperienza che oggi tocca all'Italia. L'Italia d'oggi rispecchia il fallimento argentino del 2001 e lo manifesta nel contenuto dei due piani di aggiustamenti.

Malvinas o Falkland: una sovranità che è destinata a contrapporre il nuovo sistema emergente...

Nell’aprile 1982 l’esercito argentino invase le Falkland rivendicandone la sovranità a discapito dell’Inghilterra. Senza dimenticarne il valore oggettivo, che vedremo in seguito, l’azione militare...

Recensione a “Imperialismo e rivoluzione latinoamericana” di Giovanni Armillotta

L’intera opera narra con grande maestria personaggi e fatti di quell’America Latina più genuinamente rivoluzionaria e affamata di giustizia umana e sociale. Il lettore non addentro alle vicende trattate potrà restare sgomento dall’apprendere quante e quali sofferenze umane sono state patite nel recente e remoto passato del continente. Allo stesso tempo, potrà conoscere singolari personalità e movimenti popolari purtroppo dimenticati dalla storia divulgativa ma che grande coraggio e sacrificio hanno dimostrato nella loro lotta per il cambiamento.

Lo sguardo argentino al futuro delle relazioni internazionali

Il 21 Settembre 2011, in occasione della 66ª Assemblea Generale dell’Organizzazione Delle Nazioni Unite, il presidente argentino Cristina Fernández ha tenuto il suo discorso affrontando diverse tematiche rilevanti. Pur allineandosi, sostanzialmente, ai contenuti espressi in occasioni simili dagli altri presidenti dell’area latino-americana, l’intervento della Fernández offre tuttavia una serie di spunti interessanti per un’analisi dell’evoluzione economica e politica della Nazione latinoamericana.

Lo sviluppo cileno sotto l'ombra dei Chicago Boys

Pinochet affidò le sorti economiche del Paese ai Chicago Boys – giovani economisti cileni istruiti presso l’Università di Chicago e fortemente influenzati dalla dottrina capitalistica e del libero mercato – che ben presto svilupparono una legislazione liberista e favorevole ad una forte privatizzazione di tutti i settori dell’economia cilena e senza risparmiare il sistema pensionistico e scolastico. Prendiamo in esame quattro tematiche critiche nell’attuale Cile: il sistema scolastico, la condizione dei minatori e del mercato del rame, il sistema pensionistico e la “Ley Antiterrorista”.
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