Un anno fa, la guerra dei cinque giorni
È trascorso più di un anno dalla guerra che ha colpito l’Ossezia del Sud, causando diverse centinaia di morti soprattutto tra la popolazione...
Il dialogo con l’Armenia e la nuova strategia geopolitica turca
Non c’è dubbio che la firma dei due protocolli di intesa fra Turchia e Armenia – avvenuta meno di un mese fa – confermi...
Nascosto in piena vista
L’urgente risposta russa al dirottamento del Arctic Sea rifletteva preoccupazione per l'equipaggio o per un carico segreto? Cerchiamo di chiarire un poco la questione, visto che un po’ troppa gente si sta sbizzarrendo in teorie fantastiche sulla nave maltese ‘scomparsa’ (in realtà non lo sarebbe mai stata) e sul suo presunto carico a base di missili Chelomej P-700 Granit provenienti dal K-141 Kursk. Il Kursk era il sottomarino russo affondato, nell’agosto 2000, dai due sottomarini statunitensi ‘Toldeo’ e ‘Memphis’. Si afferma che i missili sarebbero stati caricati sulla nave ‘scomparsa’, e che sarebbero stati demoliti negli USA, costituendo così l’oggetto del tentato sequestro. Ma nessuno dei giornali russi fa cenno a tale ipotesi. Anche perché i russi hanno oramai una consolidata industria dello smantellamento di navi, sottomarini e reattori nucleari; tanto che la Royal Navy, nel 2008, aveva chiesto ai russi se si fossero fatti carico della rottamazione dei suoi sottomarini nucleari più vecchi. Cosa non andata in porto per le note vicende(Zakhaev, Litvinenko, ecc.). Le ipotesi avanzate su internet, anche da giornalisti seri come Giulietto Chiesa, hanno tutta l’aria dell’’Intossicazione’, tesa a propalare disinformazione e diffondere depistaggi. E un motivo, di certo, per aggiungere confusione al ‘mistero’, esiste. Ma oggi non si sa quale sia.
Alessandro Lattanzio, 22/09/2009
Intrigo internazionale e funghi atomici su Teheran. Alta tensione
Fonte: Megachip (vedi originale)
E’ possibile che qualche cosa di molto importante sia accaduto e stia accadendo, “sotto il tappeto”, in preparazione e in...
Intervista a Enrico Galoppini su "L'Eco di Bergamo"
«Il Mediterraneo deve tornare ad essere un luogo di incontro fra i continenti»
■ L’eurasia è un’idea che ha attraversato culture, tradizioni e pensatori di...
Trattato di Lisbona. Il secondo referendum irlandese in prospettiva
Per il geopolitico francese Pierre Verluise, quale che sia l'esito del secondo referendum irlandese, è bene che l'Unione Europea affronti, nel secondo decennio del 21 secolo, alcune importanti questioni geopolitiche.
Afghanistan, 17 settembre 2009
Il 17 settembre 2009 un’azione di guerriglia rivendicata dai talibani, in Afghanistan, ha causato la morte di sei paracadutisti italiani e il ferimento di altri. Richiesto dal quotidiano “L’eco di Bergamo” di un commento all’episodio che ne richiamasse il contesto storico, Franco Cardini ha inviato in data 18.9.2009 il seguente contributo.
“Si vis pacem, para bellum”
Quello che è in gioco (nello scacchiere instabile in cui si trova il mondo di oggi), è la possibilità che l'America indiolatina raggiunga i livelli di potere e di sovranità necessari per incorporarsi nel nuovo ordine mondiale, nelle condizioni di resistenza ad una globalizzazione che le è stata imposta e che non le consente la piena autodeterminazione interna. Sotto questa cornice occorre comprendere l’accordo strategico firmato dal Brasile e dalla Francia e alla luce di quello che ci hanno insegnato i classici: si vis pacem, para bellum.
I 60 anni della Repubblica Popolare Cinese
La parata del 1 Ottobre prossimo, oltre a festeggiare il sessantennio della Repubblica Popolare di Cina, celebrerà anche un probabile futuro plurale del mondo, che oggi va delineandosi.
Elezioni iraniane: la tesi dei brogli al vaglio
Alcuni candidati sconfitti alle elezioni presidenziali iraniane hanno denunciato brogli sistematici che avrebbero rovesciato i reali risultati; questa tesi è stata accettata in maniera largamente acritica da gran parte dei media occidentali. In realtà, gli argomenti che la sostengono non sono solidi. Il vantaggio del candidato vincitore sul secondo classificato è enorme e non risultano prove di brogli massicci nei seggi. L'ipotesi che i risultati siano stati riscritti a tavolino in sede di conteggio centrale pare smentita dal riconteggio parziale dei voti. I risultati ufficiali sono verosimili e dunque credibili: essi sono in linea con quelli delle precedenti elezioni e con quanto previsto dai sondaggi. I sospetti avanzati si fondano per lo più su metodologie dubbie o errate e su pregiudizi svincolati dalla realtà fattuale.