“Mani Pulite non nasce con l’arresto di Mario Chiesa. Ho parlato con diversi imprenditori coinvolti, e tutti mi hanno detto che gli sono stati contestati fatti appresi dai magistrati anni prima grazie alle intercettazioni. C’è qualcosa che non torna: perché quelle inchieste da anni dimenticate sono state di colpo lanciate tra i piedi del ceto politico? [Perché] l’azione della magistratura fu incoraggiata dall’FBI americano e dai poteri forti italiani”. Francesco Cossiga
Il presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha pubblicato un nuovo libro, “Fotti il Potere”, Aliberti editore, del quale ha scritto ieri Il Giorno. La tesi secondo noi più importante è proprio quella riportata in esergo a questo intervento: Tangentopoli e le indagini giudiziarie che terremotarono la I Repubblica, travolgendo il suo ceto dirigente, furono la conseguenza di un piano orchestrato dagli statunitensi con la compiacenza della magistratura politicizzata, dei poteri forti ma marci e parassitari (da noi identificati con l’acronimo G.F&I.D, Grande Finanza e Industria Decotta), e dal versante politico identificabile con gli ex piccìsti, ingranaggi della gioiosa macchina da guerra occhettiana. Questa analisi è stata peraltro sviluppata, pur con minime differenze poiché Cossiga non è esplicito nei riferimenti alla sinistra (secondo noi indiziata principale nell’operazione di sponda complottista a favore dei prepotenti Usa), in alcuni testi di Gianfranco La Grassa, a partire dal Teatro dell’Assurdo del 1995 per le edizioni Punto Rosso, e in una serie di altri articoli pubblicati su riviste cartacee o online. Con questo marchio d’infamia e di servilismo filo atlantico (che è ben altra cosa rispetto all’ “ombrello Nato” della precedente fase storica, in cui il mondo risultava diviso a metà e gli Usa erano centro regolatore della sola parte occidentale) è nata la famigerata II Repubblica, la cui attuale degenerazione partitocratica e istituzionale è il frutto avariato di quel colpo di mano presentato dai suoi vili propugnatori come un’operazione di moralizzazione dello Stato e dei suoi apparati; quest’ultimi presuntamente pervertiti da una casta politica legata alla mafia e al malcostume tangentizio. Ma oltre questa vulgata moralistica si trattava in verità, ed alla luce della situazione attuale è impossibile smentirlo, di assecondare una subdola rivoluzione di Palazzo suggerita ed eterodiretta dagli americani dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Cossiga parla di sistema politico logoro, considerato ormai inservibile dagli Usa in virtù della nuova missione storico-universalistica che questi si erano prefissati.
Quella classe politica, come hanno detto altri esponenti socialisti e democristiani, da Pomicino a Formica, non era ritenuta più adatta a governare una situazione di ridislocazione geopolitica dell’impero statunitense che puntava ad allargarsi ad est. Insomma, l’Italia non era più un avamposto strategico e una portaerei naturale tra mondo capitalista e mondo comunista dalla quale tenere sotto osservazione e sotto costante minaccia i paesi del Patto di Varsavia. Aver fatto secco in un solo colpo un intero gruppo politico, mettendosi nelle mani di lacchè incompetenti e impreparati alla gestione del potere, ha rovinato la nostra nazione che da quel momento in poi è andata alla deriva rischiando ogni giorno l’inabissamento. Da questo bouleversement assistito giudiziariamente e mediaticamente (quanto peseranno sulla coscienza degli italiani le monetine tirate sulla testa di Craxi!) non poteva che scaturire una disfatta tragica per l’Italia, fino al raggiungimento dell’attuale stadio di marcescenza radicale delle strutture statali e dello stesso corpo sociale. L’Italia è oggi “serva e bordello” azzannata da una serqua di iene che continua a succhiare le sue ossa dopo averne spolpato la carne. Mani Pulite, facendo i conti dopo quasi un ventennio, non solo non ci ha liberati dal malcostume generalizzato, ma ha aggravato ruberie, corruzioni, malversazioni, sinecure, togliendoci pure la speranza di una risalita dal baratro, almeno finché resteranno in sella gli inetti PDL-PD che fanno la staffetta al governo a lustri alterni. Non abbiamo più una politica estera ed una visione dei processi mondiali degna della nostra storia, il tessuto sociale si è sfilacciato ed ha perso la sua identità sprofondando nel luogo comune e nella retorica del passato mitico, le nostre strutture produttive non hanno più dinamicità e sopravvivono con i prelevamenti dallo Stato.
Questo il quadro della situazione che le parole di Cossiga confermano. Oggi comprerò il suo libro e consiglio anche a tutti voi di farlo.
«FOTTI IL POTERE»
di Francesco Cossiga con Andrea Cangini
{ La pagina Facebook dedicata al libro }
Le regole non scritte, i meccanismi profondi, le dinamiche eterne del gioco:
per la prima volta un protagonista indiscusso della vita pubblica italiana
racconta senza pudore né ipocrisia cos’è e come funziona la politica.
La bomba di piazza Fontana fu opera degli americani.
La politica è una droga che non prevede disintossicazioni.
Governare è far credere.
Per il Vaticano contano solo i soldi.
Politici incoerenti? Certo, embè?
I politici sono marionette nelle mani dei banchieri.
Non c’è leader politico che non possa essere arrestato per tangenti.
La politica è un’arte, cultura e ragione non contano.
La mafia ci appartiene, tanto vale accettarla.
I politici si convincono intimamente di quel che gli conviene.
Le grandi potenze ammazzano e torturano.
Oltre all’Fbi, fu il mondo economico a mettere in piedi Mani Pulite.
… è per questo che Berlusconi finirà male.
La politica ha bisogno di silenzi e zone d’ombra.
Esistono tradimenti doverosi e persino morali.
Sapientemente indirizzato dal giornalista Andrea Cangini, il presidente Francesco Cossiga mette a nudo il potere e con esso l’uomo che lo incarna.
Svela l’arcano, dice l’indicibile, strappa la maschera alla realtà con l’ironia e l’arguzia di chi ha cavalcato a testa alta lungo le strade impervie della Prima e della Seconda repubblica.
Aneddoti, riflessioni, rimandi storici, vere e proprie rivelazioni accompagnano il lettore alla scoperta di verità “scandalose” fino a oggi mai rivelate con tanta schiettezza.
La natura del potere, il ruolo del denaro, l’uso dei servizi segreti, la violenza, la guerra, le massonerie, i rapporti tra stati, la religione, il Vaticano, la verità, la finzione, i complotti, il caso, il lato di tenebra dell’uomo e del politico.
Il trionfo e la caduta, la vita e la morte.
Impossibile annoiarsi, difficile restare indifferenti.
L’autore
Andrea Cangini, laureato in Scienze politiche, ha quarantun anni, molti dei quali passati a raccontare la politica sul «Quotidiano Nazionale».
Ha due figli: osservando loro, più che frequentando Montecitorio, ha capito i meccanismi più profondi della natura umana.
E dunque del gioco politico.
Leggi anche su Aliberti editore
Claudio Sabelli Fioretti intervista Francesco Cossiga:
Nuovissime picconate (2009) e L’uomo che non c’era (2007)
http://blog.alibertieditore.it/?p=2777
Fonte: http://conflittiestrategie.splinder.com/post/22789490#more-22789490
Questo articolo è coperto da ©Copyright, per cui ne è vietata la riproduzione parziale o integrale. Per maggiori informazioni sull'informativa in relazione al diritto d'autore del sito visita Questa pagina.