Un grande successo per il Vertice dell’Asem svoltosi il 16 e il 17 ottobre a Milano, alla presenza di tanti capi di Stato e di Governo stranieri, che ha consentito all’Italia di ritagliarsi un’importante vetrina internazionale anche in vista dell’EXPO 2015.
Culmine delle due giornate sono stati sicuramente gli accordi per 8 miliardi di euro firmati tra Roma e Pechino (1), che in prospettiva consentiranno di riequilibrare almeno dal punto di vista geoeconomico l’influenza statunitense sul nostro paese.
Nonostante le pressioni di Washington (2), difficilmente poi gli esecutivi italiani potranno tornare indietro dal cammino intrapreso, a meno di non voler compromettere definitivamente il già precario equilibrio economico dell’Italia.
L’incontro dell’Asem ha infatti ribadito la differenza tra due modelli di sviluppo ormai inconciliabili, quello speculativo della finanza anglosassone – responsabile della crisi strutturale mondiale del 2008 – e quello delle potenze eurasiatiche – Cina, Russia e India in primis – basato sull’economia reale e produttiva.
I dati raffigurati nella tabella in allegato (3) dimostrano chiaramente le potenzialità, ancora largamente inespresse, di un rapporto più stretto tra Europa ed Asia.
Le manovre di disturbo condotte dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti difficilmente potranno rallentare a lungo questo percorso naturale; le stesse recenti manifestazioni anti-cinesi, iniziate subito dopo l’annuncio della fusione della Borsa di Hong Kong con quella di Shangai (e potenzialmente con quella di Shenzen, una fusione a tre che renderebbe la Repubblica Popolare Cinese la detentrice della più importante piazza d’affari a livello mondiale), sembrano destinate a spegnersi senza conseguenze.
Lo stesso può dirsi per le incredibili e altamente controproducenti sanzioni europee alla Russia, che alcune regioni come Veneto e Lombardia stanno cercando autonomamente di scavalcare; i danni alla nostra economia sono evidenti ma la passerella offerta a Vladimir Putin, che ha incontrato il Presidente ucraino Poroshenko proprio a Milano, rappresenta un’ opportunità di dialogo per superare quell’impasse da “nuova guerra fredda” funzionale soltanto agli interessi di Washington.
Certamente permangono pesanti contraddizioni: come ha notato un importante dirigente europeo, David O’ Sullivan, l’Unione Europea è priva di una seria agenda geopolitica e degli strumenti militari per condurre un’azione autonoma di deterrenza nelle aree di crisi.
Il progressivo sganciamento dalla NATO e il contrasto al TTIP (5) rimangono perciò oggi le due fondamentali battaglie da combattere per quanti intendano favorire il definitivo processo d’integrazione eurasiatica e far sì che le parole emerse a Milano come “lotta per uno sviluppo sostenibile, contro il terrorismo, la non proliferazione nucleare, l’immigrazione illegale e il traffico di essere umani” non rimangano solo vuota retorica.
Stefano Vernole è Vicedirettore di “Eurasia” Rivista di studi geopolitici
NOTE
1) http://www.ilfoglio.it/articoli/v/121874/rubriche/italia-cina-conclusi-20-accordi-commerciali-da-8-miliardi-di-euro.htm
2) http://www.ilfoglio.it/articoli/v/121841/rubriche/america-cina-si-sfidano-in-italia-la-storia-inedita-di-uno-scontro-di-potere.htm
3) I dati della tabella (vedi immagine) sono tratti da: Les amis de l’Europe, “Asia Europe Meeting. A partnership for the 21st century”, Buxelles, Summer 2014.
4) http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-16/sanzioni-ue-russia-ecco-quanto-costerebbe-all-italia-guerra-commerciale-mosca-181150.shtml?uuid=ABravv3B
5) http://www.eurasia-rivista.org/ttip-e-tpp-strumenti-di-dominio-statunitense/19977/
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