Fonte: http://www.voltairenet.org/article164428.html 11 marzo 2010
Il settimo canale TV israeliano, ha mandato in onda una intervista straordinaria con il professor Martin Van Creveld, specialista di riferimento mondiale sulla guerra a bassa intensità. Il professore emerito presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, ha detto pubblicamente il proposito, presente negli ultimi dieci anni, negli ambienti chiusi delle accademie militari israeliane e statunitensi.
Ha detto che la continuazione della guerriglia di lungo periodo palestinese, porterà inevitabilmente al collasso dello Stato di Israele. Quindi, in definitiva, Tel Aviv non ha altra scelta se non “trasferire” arabi-israeliani e palestinesi apolidi, fuori dalle frontiere sicure (cioè, non solo al di fuori dei confini del 1948, ma anche dai territori occupati dal 1967 e, idealmente, dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza). Nel caso in cui gli europei si oppongano a tali deportazioni, Tel Aviv non avrà altra scelta, per sopravvivere, che distruggere le capitali europee col fuoco atomico, con l’intesa che gli europei non possono combattere senza uccidere i loro amici palestinesi.
L’autore di The Transformation of War [1] ha sottolineato che già le testate nucleari israeliane sono puntate su Roma e altre capitali europee, per rendere credibile la minaccia e possibile il “trasferimento” dei palestinesi.
Al professor Martin Van Creveld piace far riferimento al motto del generale Moshe Dayan, di cui è il biografo ufficiale: “Israele deve sempre apparire come un cane rabbioso, troppo pericoloso per gli altri“.
[1] La Transformation de la guerre (Editions du Rocher, 1998).
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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