GROZNYJ, 12 dicembre 2005 –
Caro signor Presidente della Repubblica Cecena, cari deputati del parlamento della Repubblica Cecena, cari amici.
Quella di oggi è una giornata molto importante e altamente significativa nella vita della Cecenia e del paese tutto. Abbiamo percorso una strada difficile, aspra e tormentata per raggiungere questo giorno.
Vorrei ricordare i primi anni novanta, allorché la stragrande maggioranza della popolazione russa ripose le proprie speranze d’una vita migliore nella nuova libertà e democrazia che avevano appena conquistato. E infatti, libertà e democrazia sono realmente condizioni necessarie per lo sviluppo di tutti i paesi e di tutti i popoli.
Ma dobbiamo anche ricordarci che il nostro paese ha attraversato gravi difficoltà economiche, e s’è trovato a fronteggiare il collasso del suo sistema sociale – o almeno, il vecchio sistema sociale si sbriciolò e nulla venne a prenderne il posto. Ciò non portò al rafforzamento delle istituzioni statali, ma alla loro distruzione. Tutto questo ha provocato problemi come il separatismo, non solo nel Caucaso Settentrionale, e non solo in Cecenia, ma anche in varie altre parti del nostro vasto paese.
Quanto accaduto in Cecenia non è allora unico, ma tutte queste tendenze trovarono qui un carattere particolarmente complesso, difficoltoso e drammatico. Ed è comprensibile perché ciò accadde. Il popolo ceceno ha sofferto molto nel corso della sua storia, specialmente durante i decenni del potere sovietico. Soldati ceceni combatterono nei ranghi delle Forze Armate sovietiche, combatterono sui fronti della Seconda Guerra Mondiale, difesero gl’interessi della nazione e incisero i propri nomi nella memoria del nostro paese quali guardiani d’una patria comune; ma ciò non ostante, milioni di Ceceni furono stipati nei vagoni-bestiame e deportati in Siberia e nelle steppe del Kazakistan. Comprendiamo quale immensa tragedia possa essere stata. Ed ovviamente fu più facile qui che altrove approfittare di questi problemi del passato.
Guardando avanti, voglio dirvi che noi ricordiamo il passato, non lo dimenticheremo e faremo in modo che nulla del genere accada ancora, né qui in Cecenia né in qualsiasi altro luogo della Federazione Russa. Ma dobbiamo anche pensare al futuro. E se pensiamo al futuro, dobbiamo capire, realizzare e accettare che vi sono processi in corso nel mondo intero – processi comuni che sortiscono da fattori oggettivi – processi che stanno conducendo verso l’integrazione e l’unione delle forze in un impegno comune. In tale contesto, sarebbe sbagliato per noi non fare tesoro della positiva esperienza ereditata dal passato. Noi non abbiamo solo eventi negativi da ricordare, ma anche un lascito d’esperienze positive che possiamo utilizzare per guardare al futuro e procedere assieme.
Quelle persone che, a mio parere, hanno mostrato il loro lato peggiore, si approfittarono dei nostri problemi passati e si arrogarono il diritto di parlare a nome dell’intero popolo ceceno. Ma la vita ha mostrato ch’essi ponevano le loro ambizioni personali, le loro ambizioni politiche personali e i loro interessi materiali, al di sopra di quelli del popolo ceceno. Come altro potremmo spiegare la cosca di terroristi che invase la sorella Repubblica del Dagestan nel 1999? Quale legame vi può essere tra la lotta per l’indipendenza e l’attacco al Dagestan? Cosa potremmo dire a questo proposito? Il fatto, puro e semplice, è che questo fu un’ulteriore tentativo storico di manipolare a profittare del popolo ceceno.
Questo fu il risultato delle attività di forze distruttive nella prima metà degli anni ‘90, questo e tutti gli altri eventi nefasti occorsi nella vita della repubblica durante quegli anni – completo collasso economico, chiusura di ospedali, scuole e asili-nido, mancato pagamento di stipendi, pensioni e sussidi di vario genere, e l’occupazione della repubblica da parte di bande armate e mercenari stranieri che stabilirono il proprio controllo su ogni struttura politica. Sono conscio di ciò, e voi lo siete quanto me. Ma ciò non è tutto, e forse non è neppure la cosa più importante.
Più terribile di tutto, è che la gente giunta con le armi sottobraccio, portava con sé un’interpretazione perversa del Corano, assolutamente antitetica alle tradizioni dei popoli del Caucaso Settentrionale russo. Non solo costoro corrompevano il Corano nelle loro interpretazioni, ma pure lo discreditavano con le loro azioni. O almeno, tentarono di discreditarlo; poiché non è possibile screditare l’Islam, una religione globalmente diffusa, e pervasa d’ideali umanistici. Ma vi furono anche altre persone, le quali videro quanto accadde, osservarono questi problemi e le tendenze negative, realizzarono che quella imboccata era una strada senza uscita, la quale non avrebbe condotto il loro popolo da nessuna parte; queste persone, realizzato ciò, presero la coraggiosa decisione – la sola possibile decisione – che libertà, indipendenza e prosperità si potevano raggiungere solo assieme a una libera e prospera Russia.
Ricordo molto bene le mie conversazioni con Akhmat-Hadji Kadyrov, e ne ho già parlato in pubblico in passato. Tentai di dissuaderlo dal divenire presidente della repubblica. Gli dissi: “Sai, aspetta un attimo. Ci sono ancora un sacco di problemi – problemi di sicurezza, problemi di criminalità, problemi inerenti la ricostruzione dell’economia e del settore sociale – ed ognuno di questi peserà sulle tue spalle, sarà tua responsabilità, sebbene sarai incapace di farvi fronte con le tue sole forze”. E ricordo molto bene la sua risposta. Disse essenzialmente ciò: “Io credo” cominciò “che verrà il tempo in cui la Cecenia fiorirà e il suo popolo vivrà nella prosperità e nella sicurezza. E allora vi sarà una folla di persone desiderose di guidare la repubblica in simili condizioni. Ma oggi c’è bisogno di persone che non vogliono nulla per sé, e che sono pronti a dare tutto ciò che possiedono, anche la vita se necessario, per il bene del loro popolo”.
Ed ora voglio rivolgere le mie parole a voi che siete presenti in quest‘aula; parole di ringraziamento, perché so che vi sono ancora molti problemi tuttora irrisolti. Prendendo oggi posto tra questi banchi, guidando un distretto, una regione, guidando la repubblica o il parlamento, divenendo un membro del parlamento e agendo attivamente secondo gl’interessi del vostro popolo, state mostrando un grande coraggio personale e il desiderio di raggiungere risultati positivi. Posso assicurarvi che siamo insieme sulla giusta strada.
Ho ricordato fatti spiacevoli, connessi al terrorismo internazionale. Vorrei attirare la vostra attenzione su un’altra circostanza, qualcosa su cui non ho immediatamente riflettuto, sebbene essa appaia abbastanza ovvia. Voglio menzionare questa cosa ora. Quelli che sono dall’altra parte, combattendo per i loro falsi ideali, e la povera gente ch’è utilizzata come carne da cannone, ch’è pagata 10 dollari per piazzare una mina o sparare con un fucile, non sanno oppure hanno dimenticato che la Russia è sempre stata la più leale, sicura e consistente paladina degl’interessi del mondo musulmano. La Russia ne è sempre stata la migliore e più affidabile alleata. Nel tentativo di distruggere la Russia, questa gente ha insidiato una delle principali fonti di sostegno al mondo musulmano nella lotta per i legittimi diritti dell’Islam entro lo scenario internazionale. Ma coloro che organizzano queste attività stanno probabilmente agendo deliberatamente, ben consci degli scopi che si sono prefissi di raggiungere.
I capi dei principali paesi islamici comprendono molto bene l’idea che ho appena espresso. Questo è il motivo per cui i loro rappresentanti hanno presenziato al referendum sulla Costituzione della Repubblica di Cecenia, alle elezioni presidenziali e recentemente a quelle parlamentari. L’Organizzazione della Conferenza Islamica, la Lega delle Nazioni Arabe, e gli altri nostri colleghi e amici erano tutti presenti. E. come sapete, i membri dell’Organizzazione della Conferenza Islamica hanno accolto all’unanimità la Russia nel loro organismo in qualità d’osservatrice permanente. Noi continueremo la nostra opera all’interno di quest’organizzazione. Proprio recentemente una delegazione di musulmani russi è stata a La Mecca, per discutervi dello sviluppo del mondo islamico. Ripeto: la Russia continuerà questa politica anche in futuro.
Voglio inoltre attirare la vostra attenzione sul fatto che chiunque sia stato incaricato dal popolo di rappresentarlo, riceve con la delega anche una grande responsabilità. Abbiamo grossi problemi da risolvere e molto dev’essere ancora fatto.
Il primo obiettivo è quello di convincere quanti non hanno ancora riposto le armi, e ve ne sono tuttora, ch’essi stanno combattendo per una falsa causa nociva alla loro repubblica e alla loro gente.
Il secondo obiettivo è fare tutto il necessario per rafforzare la legalità nella repubblica e i suoi strumenti: le corti, i pubblici ministeri, il ministro dell’interno, e l’avvocatura.
Ciò non è possibile senza costruire un sistema di moderne relazioni tra le differenti branche del potere, tra il ramo legislativo, che voi rappresentate, e le autorità esecutive, i capi-distretto, e tra il governo e il presidente. Non è un impegno leggero. È un compito arduo per la Russia in generale. Nel complesso la Russia manca d’una lunga esperienza storica nello sviluppo d’istituzioni democratiche. Molte cose le stiamo facendo per la prima volta. Dovremmo ispirarci alle generali tendenze mondiali. Non solo dovremmo farlo – abbiamo bisogno di farlo, per noi stessi. Voglio sperare che porterete a compimento quest’opera. Un’opera che richiede professionalità, responsabilità, e l’abilità di raggiungere accordi e soluzioni di compromesso. Questo non è probabilmente un compito facile per nessuno, ma per la gente del Caucaso accettare un compromesso è forse ancora più difficoltoso. Ma tali sono le regole d’una società democratica, ch’è decisamente più efficiente, almeno oggi, di qualsiasi altra forma d’organizzazione sociale.
Dobbiamo risolvere anche un altro problema per raggiungere gli obiettivi suddetti. Dobbiamo migliorare la qualità del lavoro delle agenzie statali e delle forze dell’ordine, ed escludere qualsiasi violazione della legge, in particolare la pratica dei rapimenti.
Chiunque sia coinvolto in attività criminali, sia esso membro di agenzie locali o federali, dev’essere scoperto e punito secondo le leggi della Federazione Russa.
Egualmente, coloro i quali non comprendono le buone intenzioni, coloro i quali non desiderano riporre le armi e continuano a combattere contro il loro stesso popolo, debbono essere scovati e puniti. Ma non è solo questa l’opera che ci troviamo davanti. Più difficile di tutto sarà risolvere i problemi economici e sociali. Alla fin fine, tutto ciò che i rappresentanti eletti dal popolo fanno, lo fanno per il popolo di cui sono parte, per coloro che li hanno eletti a queste alte posizioni. Questo è un compito difficile, molto difficile, poiché le rovine lasciate dagli ultimi dieci anni sono in proporzione catastrofica. Lo sapete da voi. Dobbiamo ricostruire il tradizionale settore d’attività della repubblica – agricoltura, produzione d’olio, raffineria, edilizia. Ed è inoltre necessario guardare alle moderne aree d’attività, alle imprese produttive che stanno sviluppandosi. Ritengo che il ruolo delle autorità federali, sotto questo aspetto, sia non quello d’intervenire, ma di fornire sostegno ed aiuto.
Ma vi sono alcuni settori in cui i problemi non possono risolversi senza il sostegno delle autorità federali. V’è una valanga di simili questioni, ma ne citerò giusto una: la ricostruzione di Groznyj. Siamo giunti al punto in cui possiamo intraprendere passi concreti per cominciare la ricostruzione della capitale cecena. Uno dei criteri validi a valutare il lavoro del Presidente, del Governo, e dell’Inviato presidenziale plenipotenziario nel Distretto Federale Meridionale, saranno i passi avanti compiuti in questo campo. I problemi e le questioni che dobbiamo risolvere insieme sono tutti positivi, giacché si tratta di questioni e problemi costruttivi. Quando qualcuno lavora a problemi di questo tipo crea, porta benefici alla società, al popolo, ai concittadini, e perciò è destinato a raggiungere il successo, non importa quanto difficili siano i compiti cui ha deciso d’adempiere.
Spero che avrete successo.
Grazie mille.
(traduzione a cura di Daniele Scalea)
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