Fonte: Strategic Culture Foundation, 23.02.2010
La Russia ha pubblicato il piano per schierare i missili Iskander alla sua frontiera occidentale – nella regione di Kaliningrad o nei territori dei paesi confinanti, ma il processo per sondare la reazione di Washington è chiaramente troppo lungo. In politica, non saper apprezzare l’importanza dell’azione rapida crea sempre problemi, la situazione di cui sopra ne è un esempio lampante. Gli Iskander sono un’arma straordinariamente potente, ma sembra che Mosca rischi di giocare la carta come elemento secondario nel gioco diplomatico. Si ha l’impressione che la minaccia di dispiegare i missili nella regione di Kaliningrad, sia stata trasmessa troppo a lungo affinché la NATO nel suo complesso, o anche per la Polonia e la Repubblica Ceca, la prendano sul serio.
Se questo è il caso e la potente arma è svalutata a causa della evidente mancanza di volontà di usarla, l’avversario ha motivo di ritenere che la minaccia sia inesistente. In altre parole, la NATO si sente libera espandersi a est, in linea con la sua strategia, e di disprezzare le obiezioni della Russia come verbosità.
Recentemente, il ministro russo della Difesa e veemente fautore della riforma dell’esercito, A. Serdjukov, ha involontariamente contribuito alla decisio della NATO di farsi strada nello spazio geopolitico post-sovietico. Ha detto in Finlandia, il 19 febbraio, che se l’Europa non pone rischi alla Russia, non ci saranno Iskander nella regione di Kaliningrad – e sarebbero dispiegati solo se emergessero delle minacce.
Che cosa significa il ‘se’ di Serdjukov? La questione è di quali nuove minacce, provenienti da Occidente, il ministro della difesa russa abbia bisogno per muoversi. Gli Stati Uniti hanno affermato, con estrema chiarezza, che le infrastrutture della loro difesa anti-missilistica dovrebbero essere localizzate in Polonia, Romania e Bulgaria. Altri paesi – Georgia e Turchia – potrebbero ospitarle in futuro. E non basta? Dobbiamo aspettarne altre? Le minacce sono elencate dalla dottrina militare ufficiale della Russia. Washington spiega audacemente che i piani per i siti dello scudo antimissile, in prossimità dei confini della Russia, sono volti a neutralizzare la minaccia posta dai missili della Corea del Nord e dell’Iran. Gli autori di tali “spiegazioni” devono voler prendere in giro la Russia.
M. Deljagin e V. Shejanov hanno mostrato la follia della suddetta “mentalità difensiva“, che anticipava pigramente le nuove minacce, nel loro ‘The World Upside Down’. Discernono le potenziali minacce nel mondo che li circonda, ma trascurano completamente le opportunità di collegarle. Il mancato superamento dell’eredità della sconfitta nella guerra fredda e dell’inefficienza degli ultimi vent’anni, alimenta la “mentalità difensiva” tra i leader russi, condannando il paese a nuove sconfitte.
Il gen. L. Ivashov ha scritto che l’attuale dottrina militare della Russia, la riforma militare e le proposte di controllo delle armi strategiche non sono sincronizzate e, inoltre, sono in disaccordo su una serie di questioni importanti. Non è questa la premessa di una prossima nuova sconfitta?
Si potrebbe chiedere come gli Iskander potrebbero alleviare lo stato attuale degli affari militari della Russia? Di seguito proviamo a rispondere a tale domanda.
L’Iskander (nome in codice NATO SS-26 Stone) è un sistema mobile per missili balistici tattici di nuova generazione, superiore agli altri due analoghi sistemi missilistici russi (Scud-B, Tochka-U) e stranieri (Lance, ATACMS, Pluton, ecc ). Progettato dal Machine Kolomna-Building Design Bureau, l’Iskander è costruito per sopprimere le posizioni di tiro, i sistemi di difesa anti-aerea e anti-missile, gli aerei a terra negli aeroporti, i sistemi di comunicazione e di controllo e le infrastrutture civili. La tecnologia stealth è impiegata negli Iskander, che li rende invisibili ai radar. L’Iskander esegue manovre evasive ed è immune alle intercettazioni. Può essere lanciato di notte ed è in grado di colpire bersagli mobili con una precisione di 2m. Al momento, nessun altro sistema missilistico al mondo vanta una simile serie di capacità. L’Iskander può essere utilizzato in combattimento per 16 ore filate, ed è equivalente alle armi nucleari per le sue potenzialità globali.
Se la decisione di schierare gli Iskander nella regione di Kaliningrad fosse stata effettivamente concretizzata quando il presidente russo D. Medvedev la citò per la prima volta, e discreti preparativi per l’invio dei missili verso l’enclave russa fossero iniziati (a prescindere dalla situazione della difesa anti-missile degli Stati Uniti), ora Mosca non dovrebbe preoccuparsi di rispondere al piano Usa per le basi dei missili intercettori in Romania e Bulgaria. E’ chiaro che i rapporti di partenariato e di rispetto reciproco tra Europa e Russia, che si collocano in cima alla lista delle priorità di Mosca, ne potrebbero soltanto uscire rafforzati.
Per fortuna, non è ancora tardi. C’è ancora la possibilità che gli Iskander servano da garanzia per una convivenza normale tra la Russia e l’Europa atlantista.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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