I VERBALI DI HITLER
Rapporti stenografici di guerra 1942-1945
Volume primo: 1942-1943
a cura di Helmut Heiber
Collana: “LEGuerre”, n° 59
Brossura, pagine: 690
Prima edizione “LEGuerre”, settembre 2009
ISBN: 978-88-6102-042-9
prezzo: Euro 38,00 i.i.
Traduzione di Flavia Paoli
Introduzione del Generale FABIO MINI.
Con 15 cartine nel testo.
Disponibile nelle librerie dal 20 settembre
Fu la grave crisi di fiducia nei confronti dei suoi generali – in particolare Halder e Jodl -, sorta a motivo dell’arbitraria esecuzione delle sue direttive durante l’avanzata tedesca nel Caucaso nell’estate del 1942, a indurre Hitler a istituire il “Servizio Stenografico al quartier generale del Führer” (Stenographischer Dienst im Führerhauptquartier). A suo vedere, la registrazione stenografica delle riunioni con i collaboratori militari avrebbe evitato che i comandanti potessero in futuro addurre, a propria giustificazione, l’aver ricevuto ordini diversi da quelli effettivamente da lui trasmessi. Già nei primi due anni di guerra Hitler richiedeva due volte al giorno un rapporto sulla situazione bellica, senza però che i capi militari supremi venissero convocati, a meno che la situazione lo richiedesse. Con l’inizio della campagna orientale, le riunioni informative – che si tenevano nella cosiddetta “Wolfsschanze”, presso Rastenburg, nella Prussia Orientale – diventarono più regolari: quotidianamente si tenevano la riunione di mezzogiorno e la riunione serale. Successivamente, Hitler iniziò a far stenografare sinteticamente le sue “conversazioni a tavola” (verbali che abbracciano il periodo tra il 5 luglio 1941 e il 7 settembre 1942). Dopo lo scontro con Jodl (avvenuto proprio la notte del 7 settembre), Hitler ordinò la registrazione stenografica anche delle riunioni informative, affidata a personale qualificato.
Quando, a metà aprile 1945, l’attività degli stenografi presso il quartier generale del Führer si concluse, erano stati accumulati 103.000 fogli, redatti su una sola facciata. A fine mese, con il tracollo tedesco e in previsione dell’imminente occupazione americana, si dovette decidere il destino dei verbali; i primi di maggio del 1945, all’Hintersee, non distante da Berchtesgaden, i documenti furono bruciati (in tale decisione, fu determinate l’influenza dello storico militare Scherff, mentre l’ordine partì sostanzialmente da Bormann), ma un migliaio di pagine – quelle che costituiscono pressoché integralmente il materiale di questo libro, trascrizione fedele delle parole di Hitler nei suoi incontri con i vertici militari del Reich dal dicembre del ’42 alla primavera del ’45 – si salvarono, grazie al lavoro svolto dal Military Intelligence Service americano nei giorni immediatamente successivi all’occupazione.
Di inestimabile valore storico, I verbali di Hitler travalicano le valenze legate alle risoluzioni strategiche che, ormai nelle mani del Führer, gradualmente segnarono la disfatta militare tedesca e trascinarono la Germania nell’abisso; dall’opera traspaiono i rapporti quantomeno conflittuali tra Hitler e i suoi generali, quei generali che, negli anni dell’autogiustificazione, ebbero gioco relativamente facile nell’imputare il naufragio di idee sempre giuste e promettenti degli stati maggiori al dilettantismo del loro “caporale comandante”. Nella resa dei conti postbellica tra i generali e Hitler, questo è l’unico caso in cui la parola non viene data solo agli accusatori, ma anche all’accusato, anche se di norma possiamo vedere il condottiero Hitler solo attraverso gli occhi dei primi. Le scelte di “guerra totale” e “guerra fino a cinque minuti dopo la mezzanotte” non furono decisioni militari, ma politiche; queste e molte altre scelte vanno addebitate all’uomo politico Hitler, non al comandante militare.
· il curatore · Lo storico Helmut Heiber (Lipsia, 1924-Monaco di Baviera, 2003), già sottotenente dell’artiglieria contraerea durante la Seconda guerra mondiale, fu segnato dai difficili anni di prigionia in Jugoslavia. Dopo il conflitto, si dedica agli studi che negli anni ne faranno una figura di riferimento per la ricerca di storia contemporanea in Germania. Egli ha legato il suo nome ai monumentali interventi di riordino e catalogazione negli archivi della Seconda guerra mondiale, con un approccio che ha di fatto reso disponibile una grande quantità di documenti, come nel caso delle carte relative al Processo di Norimberga. A Heiber si devono biografie di Adolf Hitler e Joseph Goebbels, lavori dedicati all’università sotto il nazismo, opere fondamentali sulla Repubblica di Weimar presto diventate dei “classici” per la formazione di generazioni di studenti. Il suo lavoro sui Verbali di Hitler ha permesso di interpretare e contestualizzare con efficacia una mole di documenti archivistici altrimenti di ostico approccio.
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