Fonte: Infopal.it – 18 dicembre 2009
da “Quds Press” – 17 dicembre 2009
Il Cairo
Critiche dei deputati egiziani
Diversi parlamentari egiziani, sia vicini ai Fratelli musulmani che altri, indipendenti, hanno criticato il ‘Muro d’acciaio’ egiziano “a prova di bomba” che finirà per sigillare la Striscia di Gaza. Essi hanno perciò chiesto una sessione parlamentare urgente per discutere del muro, definito “un favore ad Israele”, mentre i vari direttori dei giornali egiziani hanno difeso il muro sostenendo che la “sovranità dell’Egitto” è più importante della resistenza…
Il deputato Sayyed ‘Askar ha rivolto un appello urgente al Primo Ministro per quanto concerne la costruzione da parte del Governo egiziano, in collaborazione con gli Stati Uniti ed altri Paesi, di una barriera con Gaza che “rafforza l’assedio dei nostri fratelli nella Striscia di Gaza per obbligarli, col sostegno egiziano, a piegarsi ai diktat israeliani e americani”.
Il deputato egiziano si è domandato “come mai la posizione dell’Egitto, negli anni, si è ribaltata: da sostenitore della libertà e difensore dei diritti degli oppressi in tutto il mondo ad uno Stato che sostiene gli aggressori e delude i liberi e gli oppressi”. Ed ha aggiunto: “I diktat americani e israeliani vengono accettati dal ‘grande Egitto’ fino a questo punto?”.
Altri deputati hanno criticato il muro, condannando il contributo fornito dall’Egitto all’assedio della popolazione di Gaza.
I deputati del gruppo dei Fratelli Musulmani hanno presentato diverse interrogazioni parlamentari al presidente dell’Assemblea Popolare, Ahmad Fathi Sorour, affinché venga resa nota la posizione del Governo egiziano circa le informazioni che riguardano la costruzione del ‘Muro di acciaio’ al confine con la Striscia di Gaza. Essi sottolineano che – secondo quanto confermano testimoni oculari – l’iter di costruzione del muro è già iniziato: si scava a notevole profondità e vengono trasportate enormi lastre d’acciaio.
Sovranità o Resistenza?
Nella prima reazione semiufficiale, il direttore del quotidiano ufficiale “al-Jumhuriyya” (La Repubblica), Muhammad Ibrahim, ha cercato di spiegare la sostanza del muro minimizzandone l’importanza ed affermando che “la sovranità egiziana è più importante della resistenza”.
Nel suo articolo di giovedì 17 dicembre, egli ha criticato fortemente gli scrittori egiziani contrari alla costruzione del muro: questo muro servirebbe tra l’altro a non veder ripetere l’ingresso in massa degli abitanti di Gaza in Egitto, come avvenne nel gennaio 2008.
Ibrahim ha scritto: “Indipendentemente dalla tecnica utilizzata per la costruzione del muro, ciò che m’interessa, in primo luogo, è il rafforzamento della sovranità dell’Egitto, in qualsiasi modo”. Di qui – egli ha affermato – la necessita di porre un “discrimine tra il “diritto alla sovranità e il diritto alla resistenza”.
Egli ha poi voluto precisare che ciò non significa assediare Gaza, poiché l’Egitto si rifiuta categoricamente di partecipare all’“accordo sulla sicurezza” firmato dall’America e Israele (da Condoleezza Rice e Tzipi Livni) alla fine della seconda presidenza Bush, il quale obbliga gli Stati della regione a concedere diritti di controllo, da terra, mare e cielo, sul “contrabbando” attraverso la frontiera con Gaza.
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