Il 14 agosto ha avuto luogo a Bishkek un evento, a prima vista esclusivamente interno al paese. Nel Teatro nazionale dell’Opera e della Danza, si è svolto il primo congresso del partito dell’Unione SSR (USSR). L’acronimo del nuovo partito kirghizo si richiama esplicitamente alla defunta Unione Sovietica (SSR stanno per: Svoboda – Libertà; . Spravedlivost – Giustizia; Rodina – Patria.

Il Congresso dell’ ”Unione Libertà Giustizia Patria” ha ospitato circa 800 delegati provenienti dalle 48 circoscrizioni delle 9 regioni del Kirghizistan.

In un breve periodo di tempo, il Kirghizistan ha vissuto già una seconda rivoluzione, accompagnata da scontri interetnici nelle regioni Osh e Jala-Abad e rivolte in varie parti del paese.

Ora il governo ad interim, succeduto al sollevamento contro di Bakiev, ha indetto le elezioni per il rinnovo del parlamento della repubblica per il 10 ottobre. Queste elezioni sono cruciali per la popolazione. La questione principale è: quali forze entreranno nel parlamento e quali costituiranno il nuovo governo? Dal nuovo rapporto di forze dipenderanno le sorti del paese per quanto concerne l’integrità territoriale dell’ex repubblica sovietica.

Il partito USSR è stato costituito in vista della prossima ricorrenza. Il prossimo anno, infatti, saranno 20 anni dalla caduta dell’Unione Sovietica. Questo collegamento è stato sottolineato dai partecipanti al congresso.  La nostalgia per il “futuro assicurato”, la pace interetnica, la giustizia sociale hanno spinto i militanti di diversi gruppi etnici del paese a costituire un partito distinto. In meno di un mese, il numero degli aderenti al nuovo partito si è decuplicato. Molti partiti politici hanno dichiarato la loro disponibilità ad entrare nella nuova organizzazione. Oltre il 60% dei candidati dall’Unione SSR sono rappresentanti delle diaspore nazionali.

Unire il popolo kirghizo e i rappresentati delle diaspore nazionali in una unica forza differenzia il partito USSR dalle altre 12 organizzazioni politiche registrate dal Comitato centrale elettorale (CEC)

Come ha osservato Andrew Poroskun, vice capo del partito: “20 anni sono un periodo lungo che ci permette di valutare quello che abbiamo ottenuto e cosa abbiamo perso.

Ciò che è grande è visibile da lontano. In pratica, tute le parole d’ordine per le quali il popolo sovietico era sceso in piazza ed aveva protestato contro i Sovietici non vengono attuate. Le forze democratiche, che distrussero lo stato sovietico, facevano dichiarazioni, per esempio, sul “proprietario efficiente” che avrebbe dovuto privatizzare le imprese statali. Questo slogano è stato il più grande inganno. Le imprese sono state privatizzate, ma ciò è stato un bene o un male per la vita del popolo? I profitti ricavati da queste privatizzazioni sono stati utilizzati per le necessità sociali, per i bisogni dei lavoratori e delle famiglie? Tutti noi conosciamo le risposte a queste domande. La transizione dal socialismo al capitalismo selvaggio ha forse elevato il livello culturale dei giovani? Ha creato nuova occupazione, ha migliorato il livello di vita degli anziani e delle fasce più vulnerabili? Forse la medicina è diventata perfetta e più accessibile? Possiamo elencare all’infinito questi falsi slogan”.

La maggior parte dei partecipanti del congresso ha sostenuto che il crollo dell’Unione Sovietica era un inganno e un tradimento dei popoli che vivono in URSS.

E le conseguenze di questo tradimento si fanno ancora sentire.

Le conseguenze delle rivoluzioni colorate in Kirghizistan, Ucraina e Georgia sono evidenti a tutti.

I dirigenti democratici di questi paesi hanno preso il potere attraverso la manipolazione delle persone insoddisfatte della realtà post-sovietica. Ironicamente, lo strumento principale della politica dei democratici è diventata il nazionalismo.

La loro regola ha mostrato che il nazionalismo non giova al popolo. Deprivando dei diritti le varie comunità e discriminandole, il potere non rende le giovani generazioni più educate, non incrementa il livello sociale del popolo, non assicura una vita sicura. Il risultato principale dei regimi di colore è costituito dalla minaccia per l’integrità di quei paesi in cui la rivoluzione colorata ha avuto luogo. Il presidente arancione Yushchenko ha definitivamente scisso la società  nell’ Ucraina occidentale e orientale. La Georgia ha perso l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud – una grossa fetta del suo territorio, proprio a causa della follia nazionalista di Saakashvili. In Kirghizistan, il governo Bakiev ha esacerbato le aspirazioni separatiste tra alcune diaspore nazionali.

Siamo tutti testimoni del fatto che il nazionalismo come base per la politica non è diretto né al rafforzamento dello Stato, né al miglioramento della qualità della vita delle nazioni titolari, ma piuttosto alla distruzione di ciò che è rimasto dopo il crollo sovietico, il crollo degli Stati indipendenti emersi in luogo delle repubbliche sovietiche. Fortunatamente, tra i tre paesi che hanno sperimentato la rivoluzione colorata, Saakashvili è stato l’unico che è riuscito a realizzare pienamente lo scenario della disintegrazione della Georgia.

Molti dei membri del Congresso hanno sperimentato tutte le delizie del regime colorato Bakiev. Al fine di far salire i loro affari, molti furono gettati in prigione: il capo del Partito URSS, Ishenbai Kadyrbekov, ex presidente del parlamento, è stato anche sottoposto a persecuzioni politiche ed è stato messo in prigione.

Molti si sono iscritti al partito USSR, perché non vogliono vedere il crollo del loro paese. Arif Alaferdov (rappresentante della comunità Azerbaigian nel consiglio politico del partito), ha dichiarato: “Vedo che questo partito è l’unico in Kirghizistan che intende attuare la politica internazionale, non a parole ma nei fatti.”

Ishenbai Kadyrbekov, presidente del consiglio politico del partito dell’Unione SSR, ha sottolineato più volte che il Kirghizistan è orgoglioso delle sue diversità – etniche, linguistiche, culturali: “La nostra sfida è quella di prendere tutto ciò che era meglio nell’URSS e rendere il nostro paese forte e prospero. Solo lavorando insieme al fine di rafforzare e sviluppare il Kirghizistan, siamo in grado di superare le minacce che la nostra società deve affrontare “.


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