Fonte: Strategic Culture Foundation http://en.fondsk.ru/print.php?id=2728 28.01.2010
L’ex primo ministro georgiano e Leader del Movimento per una Fiera Georgia, Z. Noghaideli, ha in programma di visitare Mosca, ancora una volta, questo mese di febbraio. Secondo il sito internet Vzglyad, lo scopo della visita è quello di firmare un accordo di cooperazione con il partito filo-governativo Russia Unita. Noghaideli ha detto, in un’intervista a Vsja Nedelya, che è giunto il momento di “mettere fine all’inutile confronto con la Russia e di stabilire normali relazioni, se non di amicizia, con essa”. Ha detto che questo è, tra le altre cose, necessario per affrontare i problemi della Georgia con l’Abkhazia e l’Ossezia del sud.
La stessa visione è data (almeno pubblicamente) dai leader della NATO. A seguito dell’incontro del dicembre 2009 tra i ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Alleanza e quelli dell’Ucraina e della Georgia, il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, ha chiesto alla Georgia di aprire un dialogo con la Russia, e ha detto questo è ciò di cui il paese ha bisogno, per aumentare le sue possibilità per l’ammissione alla NATO. Tuttavia, Bruxelles continua a sostenere la “integrità territoriale” e le riforme militari della Georgia. Le discussioni relative al progetto ‘Strategie georgiane verso le regioni separatiste’ sono in corso a Tbilisi. Il documento, sembra sottolineare le questioni umanitarie, come rendere possibile ai residenti di Abkhazia e Ossezia del Sud, a prendere parte agli scambi di studenti USA-Georgia (gli studenti hanno bisogno di ottenere il passaporto georgiano per essere iscritti ai programmi corrispondenti).
Nel frattempo, la riforma “militare” in Georgia è in pieno svolgimento. L’istruzione militare e patriottica nelle scuole georgiano, che era stata abolita nel 2007, è stata reintegrato. Il 26 dicembre 2009, il presidente georgiano M. Saakashvili ha dichiarato che il paese era pronto ad iniziare l’addestramento dei riservisti. Ha detto, durante l’inaugurazione del nuovo edificio dell’amministrazione della Guardia nazionale, che si è scatenata una guerra contro la Georgia, il paese è di fronte a una minaccia quotidiana, e non solo i suoi militari, ma tutti i suoi cittadini, compresi le donne, devono essere armati e pronti a resistere e a trasformare ogni casa in una roccaforte. Saakashvili ha detto che la Georgia aveva abbastanza mitragliatrici e munizioni per armare 100.000, 200.000 o anche mezzo milione di persone, se necessario (1).
È una questione aperta, su quanti georgiani siano effettivamente pronti a rischiare la vita combattendo per la Georgia e il suo controverso presidente. Ovviamente, l’effetto della campagna di mobilitazione afferma che la Russia ha lanciato un’aggressione contro la Georgia nel mese di agosto 2008, è stato modesto. Tuttavia, la Georgia ha grandi forze armate e servizi speciali.
La conclusione dello studio ‘August Tanks’, sulla guerra dei cinque giorni, è che attualmente la Georgia sta continuando ad attuare i programmi militari lanciati prima della guerra dei cinque giorni. L’orientamento dell’amministrazione georgiana sta diventando sempre più anti-russo, l’obiettivo generale è quello di affrontare militarmente la Russia in un senso più ampio, piuttosto che riconquistare l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud (2).
Dall’estate del 2008, l’esercito georgiano conta 32.000 militari. La sua componente terrestre – 22.000 militari – si componeva di cinque brigate di fanteria, una brigata di artiglieria, una brigata di genieri (in fase di addestramento), un gruppo per le operazioni speciali, sette battaglioni (carri armati e fanteria, fanteria leggera, medici, polizia militare, comunicazioni, ricognizione radar, rifornimenti), e una batteria di difesa aerea. La 5° brigata di fanteria era in fase di costituzione (il suo 53° battaglione di fanteria leggera effettuava 12 settimane di addestramento di base solo dal 3 ottobre 2008), e la maggior parte della meglio addestrata 1° brigata di fanteria (2.000 militari) era in Iraq.
Secondo i dati del bilancio del ministero della Difesa georgiano, nell’estate del 2009 il numero di militari delle forze armate georgiane ha raggiunto 37.800. Fonti alternative, portano il numero a 36.600, tra cui 36.200 in diretto servizio militare. Le forze terrestri della Georgia contano 23.000 militari (attualmente la cifra ufficialmente dichiarata è di 20.500, ma non include le nuove formazioni, come il recentemente creato battaglione anti-carro). In contrasto con la situazione del mese di agosto 2008, al momento praticamente tutti i militari della Georgia sono nel paese e, oltre a un piano per inviare un piccolo continente in Afghanistan, nessun altro sta andando via. Inoltre, le relativamente nuovo 4° e 5° brigate di fanteria hanno ricevuto l’addestramento complementare, dopo la guerra dei cinque giorni.
Una separata 2° brigata di artiglieria è in addestramento nella base del gruppo Khoni, della brigata artiglieria Gori. L’addestramento del suo personale è iniziato nel novembre 2008. La 5° brigata carri si sta addestrando nella parte occidentale della Georgia, al fine di rafforzare le capacità militari georgiani verso L’Abkhazija. Il processo di formazione del personale nell’esercito georgiano, le sue procedure di mobilitazione e di formazione della riserva, sono state radicalmente migliorate, (i riservisti georgiani hanno dimostrato un livello di prontezza al combattimento pari a zero, nell’agosto 2008).
Nel complesso, la componente terrestre delle forze armate georgiane ha aggiunto una brigata di fanteria regolare (o tre brigate, considerando che due brigate di riservisti dell’esercito, si stanno addestrando) e una brigata di artiglieria, il che significa un incremento del fattore di 1,5-2 (3). Poiché nessun embargo imposto sulla Georgia, armare le forze non dovrebbe essere un problema per il paese.
L’analisi della dinamica del bilancio militare della Georgia, conferma quanto sopra. Per un totale di 138,8 mln di Lari (77,6 milioni di dollari US) nel 2005, e di 260 milioni di Lari (146 mln) nel 2006. È interessante notare che, nel 2006, l’UE ha chiesto che la Georgia congelasse il suo bilancio militare, poiché i bisogni più urgenti del paese, erano nei settori dell’assistenza sanitaria, assistenza sociale e sostegno alle piccole imprese, mentre l’aumento del bilancio militare, in alcun modo avrebbe beneficiato la popolazione. Tuttavia, l’anno prossimo, il bilancio militare del paese, il cui Presidente, per una qualche ragione, mette la bandiera dell’Unione europea nel suo ufficio durante le interviste, è salito a 955 mln di Lari (680 mln di dollari US). Ha raggiunto i 1350 mln Lari (965 mln di dollari US) nel 2008, e si è ridotto di un terzo solo l’anno scorso – a 950 mln di Lari (679 mln di dollari US). Nonostante la contrazione, la Georgia continua a seguire un corso finalizzato alla sua militarizzazione totale (1).
Discussioni sulla potenziale apertura di basi militari statunitensi in Georgia – e anche in Azerbaigian – sono diventati un tema ricorrente. Nel contesto del piano Usa già annunciato, di attaccare l’Iran, basi aeree nella regione potrebbero essere di grande utilità per Washington. Ci sono voci secondo cui Georgia e Israele hanno firmato un accordo segreto con cui due aeroporti georgiani saranno provvisoriamente posti sotto il controllo israeliano, probabilmente volti contro gli impianti nucleari iraniani (5).
Alla luce di quanto sopra, la visita, nel gennaio 2010, del Ministro degli esteri georgiano, Grigol Vashadze, in Iran, ha causato sensazione. Le dichiarazioni rese da Vashadze, durante i colloqui con il suo omologo iraniano e con M. Ahmadinejad, meritano un’attenta analisi. Il ministro degli esteri georgiano ha sottolineato che il suo paese non si unirà mai a una guerra contro l’Iran, a prescindere dal coinvolgimento della Georgia in una qualsiasi alleanza. In altre parole, la Georgia ha combinato gli stretti legami politici e militari con gli Stati Uniti con la cooperazione con l’Iran, paese attivamente integrato nei progetti energetici caucasici. E’ generalmente troppo presto trarre conclusioni sullo sviluppo delle relazioni del triangolo Washington-Tbilisi-Teheran, ma una domanda sugli obiettivi dell’attuale escalation militare georgiana, le missioni che le forze armate georgiane stanno per intraprendere e il loro calendario, è del tutto naturale.
Sembra che la visita di G. Vashadze a Teheran, e la visita di Z. Noghaideli a Mosca, abbiano lo scopo di bilanciare la politica georgiana eccessivamente orientata verso gli USA, che ha già provocato catastrofi che hanno colpito non solo la Georgia, ma l’intero Caucaso. Tuttavia, l’iniziativa è stata limitata alle parole, finora, e non è chiaro se qualcosa di pratico seguirà o tutto ciò è solo uno spettacolo di pura politica.
La stessa visione è data (almeno pubblicamente) dai leader della NATO. A seguito dell’incontro del dicembre 2009 tra i ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Alleanza e quelli dell’Ucraina e della Georgia, il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, ha chiesto alla Georgia di aprire un dialogo con la Russia, e ha detto questo è ciò di cui il paese ha bisogno, per aumentare le sue possibilità per l’ammissione alla NATO. Tuttavia, Bruxelles continua a sostenere la “integrità territoriale” e le riforme militari della Georgia. Le discussioni relative al progetto ‘Strategie georgiane verso le regioni separatiste’ sono in corso a Tbilisi. Il documento, sembra sottolineare le questioni umanitarie, come rendere possibile ai residenti di Abkhazia e Ossezia del Sud, a prendere parte agli scambi di studenti USA-Georgia (gli studenti hanno bisogno di ottenere il passaporto georgiano per essere iscritti ai programmi corrispondenti).
Nel frattempo, la riforma “militare” in Georgia è in pieno svolgimento. L’istruzione militare e patriottica nelle scuole georgiano, che era stata abolita nel 2007, è stata reintegrato. Il 26 dicembre 2009, il presidente georgiano M. Saakashvili ha dichiarato che il paese era pronto ad iniziare l’addestramento dei riservisti. Ha detto, durante l’inaugurazione del nuovo edificio dell’amministrazione della Guardia nazionale, che si è scatenata una guerra contro la Georgia, il paese è di fronte a una minaccia quotidiana, e non solo i suoi militari, ma tutti i suoi cittadini, compresi le donne, devono essere armati e pronti a resistere e a trasformare ogni casa in una roccaforte. Saakashvili ha detto che la Georgia aveva abbastanza mitragliatrici e munizioni per armare 100.000, 200.000 o anche mezzo milione di persone, se necessario (1).
È una questione aperta, su quanti georgiani siano effettivamente pronti a rischiare la vita combattendo per la Georgia e il suo controverso presidente. Ovviamente, l’effetto della campagna di mobilitazione afferma che la Russia ha lanciato un’aggressione contro la Georgia nel mese di agosto 2008, è stato modesto. Tuttavia, la Georgia ha grandi forze armate e servizi speciali.
La conclusione dello studio ‘August Tanks’, sulla guerra dei cinque giorni, è che attualmente la Georgia sta continuando ad attuare i programmi militari lanciati prima della guerra dei cinque giorni. L’orientamento dell’amministrazione georgiana sta diventando sempre più anti-russo, l’obiettivo generale è quello di affrontare militarmente la Russia in un senso più ampio, piuttosto che riconquistare l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud (2).
Dall’estate del 2008, l’esercito georgiano conta 32.000 militari. La sua componente terrestre – 22.000 militari – si componeva di cinque brigate di fanteria, una brigata di artiglieria, una brigata di genieri (in fase di addestramento), un gruppo per le operazioni speciali, sette battaglioni (carri armati e fanteria, fanteria leggera, medici, polizia militare, comunicazioni, ricognizione radar, rifornimenti), e una batteria di difesa aerea. La 5° brigata di fanteria era in fase di costituzione (il suo 53° battaglione di fanteria leggera effettuava 12 settimane di addestramento di base solo dal 3 ottobre 2008), e la maggior parte della meglio addestrata 1° brigata di fanteria (2.000 militari) era in Iraq.
Secondo i dati del bilancio del ministero della Difesa georgiano, nell’estate del 2009 il numero di militari delle forze armate georgiane ha raggiunto 37.800. Fonti alternative, portano il numero a 36.600, tra cui 36.200 in diretto servizio militare. Le forze terrestri della Georgia contano 23.000 militari (attualmente la cifra ufficialmente dichiarata è di 20.500, ma non include le nuove formazioni, come il recentemente creato battaglione anti-carro). In contrasto con la situazione del mese di agosto 2008, al momento praticamente tutti i militari della Georgia sono nel paese e, oltre a un piano per inviare un piccolo continente in Afghanistan, nessun altro sta andando via. Inoltre, le relativamente nuovo 4° e 5° brigate di fanteria hanno ricevuto l’addestramento complementare, dopo la guerra dei cinque giorni.
Una separata 2° brigata di artiglieria è in addestramento nella base del gruppo Khoni, della brigata artiglieria Gori. L’addestramento del suo personale è iniziato nel novembre 2008. La 5° brigata carri si sta addestrando nella parte occidentale della Georgia, al fine di rafforzare le capacità militari georgiani verso L’Abkhazija. Il processo di formazione del personale nell’esercito georgiano, le sue procedure di mobilitazione e di formazione della riserva, sono state radicalmente migliorate, (i riservisti georgiani hanno dimostrato un livello di prontezza al combattimento pari a zero, nell’agosto 2008).
Nel complesso, la componente terrestre delle forze armate georgiane ha aggiunto una brigata di fanteria regolare (o tre brigate, considerando che due brigate di riservisti dell’esercito, si stanno addestrando) e una brigata di artiglieria, il che significa un incremento del fattore di 1,5-2 (3). Poiché nessun embargo imposto sulla Georgia, armare le forze non dovrebbe essere un problema per il paese.
L’analisi della dinamica del bilancio militare della Georgia, conferma quanto sopra. Per un totale di 138,8 mln di Lari (77,6 milioni di dollari US) nel 2005, e di 260 milioni di Lari (146 mln) nel 2006. È interessante notare che, nel 2006, l’UE ha chiesto che la Georgia congelasse il suo bilancio militare, poiché i bisogni più urgenti del paese, erano nei settori dell’assistenza sanitaria, assistenza sociale e sostegno alle piccole imprese, mentre l’aumento del bilancio militare, in alcun modo avrebbe beneficiato la popolazione. Tuttavia, l’anno prossimo, il bilancio militare del paese, il cui Presidente, per una qualche ragione, mette la bandiera dell’Unione europea nel suo ufficio durante le interviste, è salito a 955 mln di Lari (680 mln di dollari US). Ha raggiunto i 1350 mln Lari (965 mln di dollari US) nel 2008, e si è ridotto di un terzo solo l’anno scorso – a 950 mln di Lari (679 mln di dollari US). Nonostante la contrazione, la Georgia continua a seguire un corso finalizzato alla sua militarizzazione totale (1).
Discussioni sulla potenziale apertura di basi militari statunitensi in Georgia – e anche in Azerbaigian – sono diventati un tema ricorrente. Nel contesto del piano Usa già annunciato, di attaccare l’Iran, basi aeree nella regione potrebbero essere di grande utilità per Washington. Ci sono voci secondo cui Georgia e Israele hanno firmato un accordo segreto con cui due aeroporti georgiani saranno provvisoriamente posti sotto il controllo israeliano, probabilmente volti contro gli impianti nucleari iraniani (5).
Alla luce di quanto sopra, la visita, nel gennaio 2010, del Ministro degli esteri georgiano, Grigol Vashadze, in Iran, ha causato sensazione. Le dichiarazioni rese da Vashadze, durante i colloqui con il suo omologo iraniano e con M. Ahmadinejad, meritano un’attenta analisi. Il ministro degli esteri georgiano ha sottolineato che il suo paese non si unirà mai a una guerra contro l’Iran, a prescindere dal coinvolgimento della Georgia in una qualsiasi alleanza. In altre parole, la Georgia ha combinato gli stretti legami politici e militari con gli Stati Uniti con la cooperazione con l’Iran, paese attivamente integrato nei progetti energetici caucasici. E’ generalmente troppo presto trarre conclusioni sullo sviluppo delle relazioni del triangolo Washington-Tbilisi-Teheran, ma una domanda sugli obiettivi dell’attuale escalation militare georgiana, le missioni che le forze armate georgiane stanno per intraprendere e il loro calendario, è del tutto naturale.
Sembra che la visita di G. Vashadze a Teheran, e la visita di Z. Noghaideli a Mosca, abbiano lo scopo di bilanciare la politica georgiana eccessivamente orientata verso gli USA, che ha già provocato catastrofi che hanno colpito non solo la Georgia, ma l’intero Caucaso. Tuttavia, l’iniziativa è stata limitata alle parole, finora, e non è chiaro se qualcosa di pratico seguirà o tutto ciò è solo uno spettacolo di pura politica.
Note
1) http://www.georgiatimes.info/analysis/29358.html
2) N. Poroskov, Coersion lessons, Vremya Novostei, December 3, 2009
3) V. Tseluyko, Tseluyko. The Present and the Future of the Conflict Between Georgia and Russia. The Military Aspect; M. Barabanov, A. Lavrov, V. Tseluyko, August Tanks, Moscow, Center for Analysis of Strategies and Technologies.
4) http://www.georgiatimes.info/analysis/29538.html
5) http://www.nob.su/2009/11/30/mishiko-ne-navoevalsja.html
1) http://www.georgiatimes.info/analysis/29358.html
2) N. Poroskov, Coersion lessons, Vremya Novostei, December 3, 2009
3) V. Tseluyko, Tseluyko. The Present and the Future of the Conflict Between Georgia and Russia. The Military Aspect; M. Barabanov, A. Lavrov, V. Tseluyko, August Tanks, Moscow, Center for Analysis of Strategies and Technologies.
4) http://www.georgiatimes.info/analysis/29538.html
5) http://www.nob.su/2009/11/30/mishiko-ne-navoevalsja.html
Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://www.aurora03.da.ru
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