Fonte: http://www.balikligol.com/Yazar-omeraslan-1571.html
Dal 13 al 17 dicembre 2010 la Delegazione turca per l’Unione Europea ha visitato Bruxelles e Roma. Riportiamo le impressioni di Őmer Aslan, giornalista dello Yeniurfa Gazete, sull’incontro intercorso nella Capitale italiana fra il Direttore di “Eurasia – rivista di studi geopolitica” e i numerosi giornalisti turchi presenti nella Delegazione.
LA TURCHIA E’ ORMAI UN PAESE SOVRANO
Nel salone di ricevimento il Direttore della rivista “Eurasia”, Tiberio Graziani, ha tenuto per noi la sua relazione. Sono sette anni che “Eurasia” si occupa di geopolitica. Come il suo nome evoca chiaramente, si tratta di una rivista che si occupa sia di Europa che di Asia.
Graziani parla un linguaggio schietto e comunicativo ben diverso da quello consueto della diplomazia: le sue ricognizioni sono chiare.
«I politici europei che non vogliono la Turchia peccano di miopia – afferma – e gli Stati Uniti, benché appaiano come sostenitori del suo ingresso nell’Unione Europea, sono in realtà contrari».
«La Turchia – spiega il Direttore di “Eurasia” – non era un Paese sovrano, ma si muoveva secondo gli interessi di Israele e le disposizioni degli Stati Uniti d’America. Dopo il 2002 ha riacquistato la sua autonomia e si è presentata come nazione sovrana fra i Paesi vicini, crescendo gradatamente di importanza a partire dal 1° marzo 2003 (data in cui il Parlamento di Ankara rifiutò la concessione del territorio nazionale come base per scatenare l’attacco all’Iraq, ndr)».
Riprende Graziani: «L’idea di Europa nasce in Anatolia ed è perciò che tra Europa e Anatolia vi è un forte legame. Con la fondazione dello Stato di Israele la Turchia ha iniziato a seguire le decisioni americane. Nell’arena internazionale essa si conformava scrupolosamente alle decisioni di Washington: per questa ragione Ankara era tenuta in gran conto dagli USA.
«La Turchia era accomodante con Israele e manteneva una politica poco conciliante con gli altri Paesi vicini, così come auspicava Washington. Bisognava tenere un comportamento simile per esaudire le pretese americane.
«Questa situazione è perdurata fino al 2002, allorché con la vittoria elettorale dell’AKP e del suo leader Erdoğan un diverso orientamento politico si è manifestato. I contatti con la Russia e i vicini Stati mediorientali hanno favorito l’inizio di un percorso di indipendenza dagli Stati Uniti.
«Nel 2005 la Turchia ha richiesto la piena adesione alla Comunità Europea, nel 2007 l’arrivo di Ahmet Davutoğlu al ministero degli Esteri ha rafforzato la politica estera turca.
«Con Gül Presidente della Repubblica, Erdoğan Capo del Governo e Davutoğlu Ministro degli Esteri l’azione politica turca si è sviluppata armoniosamente e in modo propositivo. Sulla scena internazionale il ruolo politico di Ankara ha suscitato una crescente approvazione.
«In breve, le relazioni con i Paesi vicini sono decisamente migliorate. La Turchia agisce insomma geopoliticamente: crescendo come nazione chiave nei rapporti tra Russia, Asia ed Europa, tra Cina e Iran».
Tiberio Graziani si è anche soffermato sull’iter di adesione della Turchia all’Unione Europea :
«E’ dal 1959 che il Paese della Mezzaluna ha espresso il desiderio di entrare in Europa. Da allora ci sono stati ostacoli di ogni genere , con interventi esterni e colpi di Stato interni .
«Fino al 2005 l’Unione Europea ha sempre guardato con favore alla richiesta di ingresso della Turchia, ma dal 2005 ha cambiato atteggiamento, schierandosi per un ‘no con riserva’… giacchè l’azione convergente di Gül, Erdoğan e Davutoğlu ha trasformato la Turchia in uno Stato sovrano e in una potenza regionale libera dai condizionamenti statunitensi, autorevole di fronte a Bruxelles.
«Gli USA non sono restati a guardare: con il pretesto dell’Undici Settembre hanno coinvolto l’Unione Europea nella loro crociata ‘per la Cristianità’, ingenerando risentimento verso la Turchia e le comunità musulmane in genere.
«Ci sono Paesi ostili all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Questi Paesi non sono realisti. La questione di Cipro è un pretesto, alimentato proprio da quei Paesi. Da parte della Turchia c’è un invito a mettere da parte le discordie del passato, ma si vuole metterla con le spalle al muro con condizioni inaccettabili».
Dopo la relazione Tiberio Graziani ha risposto con chiarezza e precisione alle nostre domande.
(traduzione di Aldo Braccio)
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