Fonte : http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=18136
15 marzo 2010
E così, ci spiega Le Monde.fr (edizione internet) del 13 marzo 2010, il Vice Presidente della Commissione Europea ed Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e della Politica di Sicurezza – scusate se è poco! – Catherine Ashton, baronessa britannica uscita da non si sa dove in uno dei paesi più euroscettici dell’Unione e sempre ben allineato sulla politica guerriera dell’impero USA, si dice « molto preoccupata » per l’annuncio del ministro dell’interno israeliano di un progetto di costruzione di 1600 nuove abitazioni in un quartiere di Gerusalemme-est…Alla lettura di questa irritante informazione, si può a malapena immaginare la testa di chi trasforma un sorriso in una smorfia! Così, nonostante la pletora di funzionari e imbrattacarte superpagati che brulicano nei dedali delle istituzioni europee, la Ashton scoprirebbe all’improvviso un dettaglio in una situazione molto più vasta? Sarebbe quindi opportuno informarla senza indugiare sui piani sionisti in questione e consigliarle la lettura – alla fonte, come si suol dire – del giornale di sinistra israeliano Haaretz che fa il punto sui progetti di 50 000 nuove abitazioni nella parte est di Gerusalemme nei prossimi anni, per una popolazione stimata di 200 000 nuovi coloni! ( Haaretz )
Sulla stessa linea, il presidente di turno dell’UE – sapete, questo carosello per grandi bambini benestanti che conviene non contraddire – fissato al momento dalla Spagna, si è ugualmente « mostrato inquieto » della cosa! Si, il ministro spagnolo degli affari esteri Miguel Angel Moratinos arriva a dichiarare che «…se attendiamo ancora due anni, sarà troppo tardi, poiché non ci saranno più territori da negoziare…».
Perspicace, non è vero?!
Dopo questi energici annunci, noi, cittadini democratici europei, non possiamo che ammirare le nostre élite… È vero, dopo tali dichiarazioni, possiamo alla fine sentirci fieri e constatare a quale punto i nostri molteplici ed innumerevoli rappresentanti politici hanno compreso tutta la misura e la portata del problema. E possiamo finalmente dormire tra due guanciali, sapendo che d’ora in avanti le nostre eminenze agiranno, poiché si dicono « preoccupate »… E dunque lo Stato ebraico può sicuramente tremare di fronte tanta unanimità e determinazione europee!
Tuttavia, una questione mi tormenta e non smette di affliggermi l’animo: se dopo più di sessantadue anni di palese ingiustizia fatta al popolo palestinese, la tutta fresca rappresentate della diplomazia europea non sembra essere che « preoccupata » per la situazione, non bisognerà mica attendere anni e altri numerosi elementi a carico della politica coloniale di Israele perché l’Europa passi dal registro di « preoccupazione » a quello delle sanzioni, come può essere il caso per ogni altro Stato violante da decenni ed in maniera così flagrante il diritto internazionale e umanitario? Pensateci…
Come prova dell’importanza che Israele dà a questi discorsi vani e vuoti di una diplomazia europea tanto disparata e immobile quanto inutile, la reazione fin dalla domenica seguente del Primo Ministro israeliano Netanyahu già « minimizzava » la recente polemica a proposito di queste 1600 nuove abitazioni, forte senza dubbio dell’ultima rinnovata dichiarazione americana tramite l’intermediario del suo Vice Presidente Joe Biden circa « un impegno totale, assoluto e senza riserve per la sicurezza di Israele » (Libération) .
Quello che dovrebbe un minimo preoccupare la cara baronessa e la sua gente, è quest’altra dichiarazione del professore israeliano Martin Van Karfeld, esperto in storia militare, che durante un’intervista diffusa sul 7mo canale sionista ha affermato: “Israele si vedrà obbligato a distruggere il continente europeo, nel caso in cui venga minacciato di abbattimento totale…” … E allora?! In un tale scenario, molto meno improbabile che le pessime fiction con cui ci abbevera il cinema hollywoodiano, l’impegno di cui parla il Vice Presidente Biden andrà verso chi? Il minuscolo Stato di Israele o l’Europa? Quando si è in un mondo decisamente malato, dove la realtà supera la fantasia, lascio a ciascuno il compito di immaginare il seguito…
In ogni caso, se fossi stato al governo israeliano, mi sarei detto che rimane ancora un certo lasso di tempo per proseguire la politica di colonizzazione condotta attualmente e che all’orizzonte dei due anni già concessi da Moratinos, sarà sempre tempo di valutare in quali termini l’Europa passerà dallo stadio della « preoccupazione »…a quello probabile e già prevedibile della « viva inquietudine », o qualcosa del genere secondo la terminologia asettica ed evirata di tutto quel bel mondo volteggiante in un universo sempre più lontano dalle realtà del mondo. In fondo, in questo scomodo ed irritante dossier palestinese, « tutto va benissimo, Madame la marchesa baronessa, tutto va benissimo, tutto va benissimo…»! E non bisogna essere un indovino per pronosticare che la vostra visita nei prossimi giorni nella regione non cambierà nulla nella faccenda, ben inteso che si tratta, alla fine, di popolazioni arabe, senza dubbio assai lontane dai nostri vostri criteri comunitari di risollevamento delle sole condizioni che meritano le nostre identità europee o simili…
Più seriamente, in queste totali ipocrisia e vigliaccheria delle nostre istanze, che voi vi intromettiate o meno, una cosa sembra chiara: lo Stato di Israele approfitta di questi anni che gli restano ancora per apprezzare la quiete e l’impunità in cui si immerge…poiché gli eventi si ritorceranno presto contro di lui. Il tempo che esso considera giocare in suo favore nella sua guerra « incompiuta » per la « riconquista » del suo territorio, finirà per inghiottirlo proprio come esso ha inghiottito lentamente ma inesorabilmente gli USA nonostante tutta la loro potenza mostrata e dispiegata un po’ dappertutto nel mondo… Basta tornare sufficientemente indietro nella storia per vedere quante volte questa tesi si è verificata, qualunque fosse la potenza in gioco. Non (voler) vederlo e non tenerne conto porta inevitabilmente a prendere delle iniziative sbagliate. E non può che trascinare un po’ più rapidamente ad un’irrimediabile caduta…
Le opinioni espresse nell’articolo sono dell’autore e potrebbero non coincidere con quelle di “Eurasia”
Daniel Vanhove: osservatore civile, membro del Mouvement Citoyen Palestine, autore di Si vous détruisez nos maisons, vous ne détruirez pas nos âmes – 2004 e di La Démocratie Mensonge – 2008 Ed. Marco Pietteur – coll. Oser Dire
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