La stampa russa oggi ha fatto trapelare al pubblico i “dettagli della piattaforma per il Kosovo” del governo della Serbia. Questi dati indicano chiaramente che si tratta di “capitolazione incondizionata della Serbia davanti all’Occidente”, in violazione del diritto internazionale.
Si chiarisce così che Belgrado ha ormai completamente rinunciato alla risoluzione n. 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e alle alte istanze giuridiche internazionali, cedendo infine alle pressioni degli Stati Uniti e della Germania affinché accetti l’ammissione dello Stato del Kosovo nelle Nazioni Unite.
I media russi hanno propriamente riferito di un nuovo “piano” del governo serbo, in base al quale la Serbia acconsentirebbe all’ingresso del Kosovo all’ONU in qualità di Stato sovrano.
In pratica la Serbia non riconoscerà ufficialmente l’indipendenza del Kosovo ma dalle voci diplomatiche che trapelano in Russia si percepisce come una simile capitolazione di Belgrado costringerà la maggior parte degli Stati membri dell’Unione Europea, anche quelli che finora non hanno riconosciuto il Kosovo, a riconsiderare questo tema.
Nel documento si rileva che Mosca ha sempre sottolineato di voler appoggiare qualsiasi soluzione concordata con Belgrado.
Per l’opinione pubblica della Serbia, il governo di Belgrado ha impostato la questione sulla sorta di una soluzione simile a quella della Germania all’inizio della Guerra Fredda.
Si prevede che, d’altra parte, la Serbia, come contro-favore, riceva dall’Unione Europea una data di inizio dei negoziati per la sua adesione alla Comunità Europea, dove chiaramente sarà definito che la Serbia potrà aderire solo rinunciando a quella parte del suo territorio nazionale.
Rossiskaja Gazeta cita una fonte anonima del Ministero della Difesa della Federazione Russa, specificando che la diplomazia russa non è riuscita a convincere la parte serba che per la Serbia sarebbe più conveniente “congelare” a tempo indeterminato il conflitto in Kosovo, in modo che il Paese non si debba impegnare in nuovi negoziati con l’Unione Europea e gli Stati Uniti; questi ultimi esigono una piena rinuncia della Serbia alla propria integrità nazionale e alla sovranità sulla regione kosovara in cambio di “una vaga promessa” in relazione all’avvio delle trattative per l’ingresso nel mercato comune europeo, sottolineando il fatto che la Turchia è in tale “lista” da ben tredici anni e la Macedonia da sette, senza alcuna concreta prospettiva di adesione all’Unione Europea nel prossimo futuro.
La diplomazia russa è quasi certa che Belgrado abbia già accettato l’ingresso del Kosovo nelle Nazioni Unite come membro a pieno titolo, ed ha preparato un piano alternativo che potrebbe accelerare il riconoscimento internazionale di Abkhazia e Ossezia del Sud.
Fino ad oggi, la Russia non ha attivamente insistito sul riconoscimento di queste repubbliche caucasiche, prendendo in considerazione la situazione della Serbia relativamente al Kosovo, ma se la Serbia darà il suo via libera al riconoscimento del Kosovo, la Russia non avrà più nessun obbligo morale ad astenersi dalla campagna per il riconoscimento internazionale dell’indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud.
Il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa ritiene che in questo caso, dopo una sua iniziativa, almeno venti Paesi potrebbero a breve termine riconoscere l’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia.
Tra questi Paesi figurano Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Cuba, Ecuador, Zimbabwe e diversi altri Stati dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia, come riporta in un commento Rossiskaja Gazeta, indagando sulla “piattaforma del governo serbo”.
Sasha Pjevovic (16.11.2012)
Riferimento: “Rossijskaâ Gazeta”, Aleksandr Samožnev, Serbiâ gotova otkazatsâ ot prav suverennogo gosudarstva, 5.11.2012.
Traduzione dal serbo a cura di Gordana Soprana
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