Lo storico, diplomatico ed editorialista del “Corriere della Sera” Sergio Romano è stato intervistato per l’ultimo numero di “Eurasia” dal direttore Tiberio Graziani e da Daniele Scalea.
Con Romano, che fa parte del Consiglio scientifico di “Eurasia”, si è discusso delle scelte compiute in politica estera dall’attuale Governo Berlusconi, ed in particolare dei rapporti da esso instaurati con Libia, Russia, Israele e Iràn.
Secondo l’ex Ambasciatore, le scelte del presidente Berlusconi andrebbero inquadrate nella sua «politica degli affari» (Russia e Libia) oppure lette in chiave di ripercussioni sulla politica interna (Israele e Iràn). In particolare, il rapporto d’amicizia con Israele è motivato, secondo Romano, dal desiderio di conquistarsi il favore delle comunità ebraiche in Italia. Egli intravede comunque, sullo sfondo, un prosieguo della tradizionale politica mediterranea dell’Italia, e la riprova si troverebbe nell’accordo con la Libia, giudicato «un successo». Romano non ha mancato d’esprimere le sue perplessità circa la gestione del dossier iraniano: «La politica italiana nei confronti dell’Iràn è fotocopiata su quella delle altre potenze del Gruppo dei Sei; l’Italia sta dicendo cose che ritiene politicamente corrette, ma forse non pensa».
La discussione si è quindi spostata sul piano energetico. Romano ha elogiato l’atteggiamento del presidente dell’ENI Scaroni ed espresso appoggio all’ipotesi dell’apertura di centrali nucleari nel nostro paese. Ma ha anche lamentato l’assenza d’una politica energetica comune tra i paesi dell’Unione Europea.
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