Parola chiave: barack obama
GLI USA E IL TERRORISMO INTERNAZIONALE
Amin Hoteit, 7 agosto 2012, Tayyar - Mondialisation
Arriva un momento in cui le parole più semplici traducono le situazioni più complicate, perché finiscono per non dare adito...
LA GUERRA SEGRETA SIRIANA
Mahdi Darius Nazemroaya, Global Research, 31 luglio 2012
C’è molto di più nel conflitto in Siria di quanto appaia. La Siria è attualmente teatro di una...
IL GIOCO A SCACCHI GEOPOLITICO DI PUTIN CON WASHINGTON IN SIRIA E IN EURASIA
F. William Engdahl, Global Research, 23 luglio 2012
Dalla riassunzione della carica di Presidente della Russia, Vladimir Putin non ha perso un minuto nell’affrontare le minacce...
Travolti dal solito declino americano
Come nei grandi film gli ingredienti ci sono tutti, per una trama sebbene conosciuta comunque coinvolgente se si vuole prevedere come si articolerà il...
"La lotta per l'Africa", resoconto, foto e video
Alla presenza di un folto pubblico che ha riempito la sala dell’Hotel Farnese quasi in ogni ordine di posti, si è svolto venerdì 20 aprile il Seminario di “Eurasia – Rivista di Studi Geopolitici” dal titolo: “La lotta per l’Africa. Il neocolonialismo occidentale in Africa, l’ingerenza di Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia. La nuova politica africana della Repubblica Popolare Cinese“. L’incontro è stato introdotto e moderato dal prof. Claudio Mutti, direttore di “Eurasia”, che ha premesso come gli USA vogliano usufruire entro il 2015 del 25% del petrolio presente in Africa e a questo proposito tentino di disturbare la proficua politica di cooperazione della Cina con numerosi paesi africani.
La sedicente democratizzazione siriana: sulle tracce della realpolitik
Analizzare e comprendere le rivolte arabe oggi è diventato molto difficile. Questa difficoltà è in parte dovuta ai mass media che spesso trascurano la specificità di tali rivolte. “Istanze democratiche e richiesta di diritti” è la tesi più diffusa per giustificare la Primavera Araba. Ma c’è di più: i movimenti di protesta non sono tutti uguali e soprattutto non lo sono gli interessi geopolitici delle potenze in gioco. Il caso della Siria è emblematico in questo senso e ancora di più lo è notare come gli USA, ancora una volta, siano riusciti a muovere le proprie pedine in un Paese per loro strategicamente importante.
Gli Usa e il Mediterraneo: una nuova visione è possibile?
Fin dall’antichità il Mare Nostrum è stato al centro di dispute, guerre e contese tra i popoli. Le preziose risorse energetiche che custodisce e la sua posizione strategica tra alcune delle più importanti vie di comunicazione del mondo continuano a mantenerlo al centro dei dibattiti geopolitici. Attraverso una speciale chiave di lettura, quella della Nuova Geografia Culturale, è forse possibile scoprire le ragioni profonde della sua centralità.
Una guerra mondiale finanziaria dietro l'eliminazione di DSK
Non si può capire la caduta di Dominique Strauss-Kahn senza inserirla nel contesto del progetto che incarnava la creazione di una nuova valuta di riserva internazionale, in programma per oggi 26 maggio 2011. Paradossalmente, un progetto atteso dagli stati emergenti, come pure dalla finanza apolide, ma rifiutata dai complesso militar-industriale israelo-statunitense. Thierry Meyssan alza il velo sul colpo di mano di Obama, per non dovere mantenere gli impegni assunti.
Le contraddizioni di Obama
Recentemente il presidente nordamericano Barack Obama ha affermato che è necessario un ritorno ai confini precedenti al 1967 affinché il processo di pacificazione fra Israele e Palestina proceda senza problemi. Questa dichiarazione ha innescato un turbinio di reazioni da entrambe le parti.
Obama: “Non eravamo certi che Bin Laden fosse lì”
Durante i 60 minuti di intervista con la CBS News l’altra sera, Barack Obama ha ammesso che i servizi segreti americani confidavano solo al 55% che Bin Laden fosse nel compound dove si è svolto il raid di domenica scorsa, temendo che l’occupante potesse essere in realtà un “principe di Dubai”, uno scetticismo condiviso fra i residenti di Abbottabad, uno dei quali ha detto alla BBC che l’uomo che si vedeva mentre guardava la televisione nei nastri diffusi sabato dalla Casa Bianca era in effetti il suo vicino di casa, non Bin Laden.