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M.D. Nazemroaya: "Vi racconto cosa sta succedendo in Libia (e in Siria)"
Mahdi Darius Nazemroaya, sociologo canadese, è ricercatore associato del Centre for Research on Globalization (CRG). Si occupa in particolare di studiare le dinamiche geopolitiche e le relazioni internazionali nel Vicino e Medio Oriente. Attualmente si trova in Libia nell'ambito d'una missione indipendente per appurare sul terreno i fatti legati all'esplosione della guerra civile ed all'intervento straniero. I ricercatori dell'IsAG Giovanni Andriolo e Chiara Felli l'hanno intervistato in esclusiva per “Eurasia”.
La guerra in Libia: divisioni in seno al Consiglio di transizione e nelle forze...
La morte del generale Abdel Fattah Al-Younes, comandante in capo delle forze ribelli, è stata annunciata il 28 luglio. Younes è stato l'ex ministro degli interni del colonnello Gheddafi, che ha disertato con i ribelli. Younes è stato anche un leader chiave del Consiglio di transizione di Bengasi. La sua morte ha creato un vuoto nella struttura di comando militare, che inevitabilmente contribuirà, a breve termine, ad indebolire le capacità militari degli insorti. Si avranno anche ripercussioni sulla tempistica delle operazioni della NATO.
La NATO e l'ingratitudine dei Libici
La Coalizione dei volenterosi era giunta in Libia per salvare la popolazione civile della repressione del tiranno Gheddafi. Quattro mesi dopo, le folle libiche hanno disertato il territorio liberato di Bengasi e si sono ammassate in grandi manifestazioni contro la NATO. Di fronte a una realtà politica inaspettata, l'armada dell'Alleanza Atlantica non ha più una strategia. Gli italiani hanno iniziato il loro ritiro, i francesi cercano la via d'uscita.
L’Eredità di Obama e i conti con la Libia
Le guerre degli ultimi anni nel Vicino Oriente presentano oggi a Obama un conto piuttosto salato da pagare. La guerra civile in Libia, infatti, sta sollevando negli Stati Uniti un confuso dibattito sul ruolo che il Paese dovrebbe ricoprire nella missione della NATO. Le recenti proposte di legge sull’impegno militare statunitense e sui finanziamenti alla missione libica testimoniano le decisioni (indecisioni) del Congresso statunitense.
Il massacro di Sorman
Per una volta, Thierry Meyssan non fornisce una fredda analisi degli sviluppi geopolitici. Racconta i fatti di cui è testimone: la storia del suo amico, l'ingegnere Khaled K. Al-Hamedi. Una storia di orrore e di sangue in cui la NATO incarna il ritorno della barbarie. L'Alleanza Atlantica, i suoi lindi generali a quattro stelle e i suoi diplomatici benpensanti, hanno deciso di uccidere i figli dei leader libici per spezzarne la resistenza psicologica.
Kosovo: anche gli “eletti” cominciano a tremare
La partizione del Kosovo, della quale negli ultimi tempi hanno parlato a più riprese esponenti politici serbi, non ha incontrato il favore degli americani. La Serbia ritiene che sia l'unica soluzione realistica all'impasse che persiste sulla questione di tale paese, del quale Belgrado si rifiuta di riconoscere l'indipendenza. Ma la Germania ha già dettato a Belgrado le condizioni necessarie affinché la Serbia possa entrare a far parte dell'UE: il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo e l'ingresso nella NATO. Intanto si aprono spiragli affinché si apra un'inchiesta sul traffico di organi internazionale nella regione kosovara.
Appello del Movimento Donne di Serbia: No al Summit della NATO a Belgrado
La NATO, Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord, ha annunciato la sua intenzione di riunirsi a Belgrado il 13, 14 e 15 giugno.
Il...
La guerra segreta della NATO in Libia
Il testo che segue esamina i piani di guerra e le operazioni di intelligence NATO-USA relativi alla Libia, prima dell'inizio della sollevazione, in Libia orientale, e dell'adozione della risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Fin dall'inizio, il conflitto in Nord Africa era destinato a risolversi in una vera guerra della NATO. Il Pentagono e la NATO non solo hanno armato il Consiglio di transizione, in violazione del diritto internazionale, ma avevano anche forze sul campo fin dal principio.
Libia al collasso
La separazione di fatto della Libia in due parti riapre ferite che si credevano ormai rimarginate. Anche qualora il leader libico venisse ucciso o il regime implodesse, non si avrebbe l’unificazione della Libia sotto un governo democratico, ma uno “stato fallito” nel quale tribù, clan e bande armate si fronteggerebbero in un crescente disordine. Il mancato impegno negoziale e diplomatico dei paesi occidentali e la folle scelta dell’intervento armato sembrano preludere a questo scenario devastante.
Siria: fabbricazione d'un pretesto umanitario?
Vi sono prove di gravi manipolazioni e falsificazioni dei media, fin dall'inizio del movimento di protesta nel sud della Siria, il 17 marzo. I media occidentali non hanno menzionato è che tra i manifestanti c'erano uomini armati e cecchini che sparavano sia alle forze di sicurezza che ai manifestanti. Le cifre dei morti presentate nelle cronache, sono spesso prive di fondamento.