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Destabilizzazione interna ed intervento NATO. Dal Kosovo alla Libia

Il nostro redattore Stefano Vernole, autore di vari libri sul Kosovo, ha tenuto la conferenza Destabilizzazione interna ed intervento NATO: dal Kosovo alla Libia a Benevento, il 24 settembre scorso. L'evento è stato organizzato dall'associazione locale "Millenium" ed introdotto da Orazio Maria Gnerre. Di seguito il video integrale dell'incontro.

Kosovo: anche gli “eletti” cominciano a tremare

La partizione del Kosovo, della quale negli ultimi tempi hanno parlato a più riprese esponenti politici serbi, non ha incontrato il favore degli americani. La Serbia ritiene che sia l'unica soluzione realistica all'impasse che persiste sulla questione di tale paese, del quale Belgrado si rifiuta di riconoscere l'indipendenza. Ma la Germania ha già dettato a Belgrado le condizioni necessarie affinché la Serbia possa entrare a far parte dell'UE: il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo e l'ingresso nella NATO. Intanto si aprono spiragli affinché si apra un'inchiesta sul traffico di organi internazionale nella regione kosovara.

La lunga strada della Serbia verso Bruxelles

Il 26 maggio scorso, a distanza di sedici anni dalla prima incriminazione del Tribunale dell’Aja emessa nei suoi confronti, Ratko Mladić è stato arrestato nel villaggio di Lazarevo. Con la cattura del ricercato, che è accusato di genocidio e crimini contro l’umanità, il Presidente Tadić e il governo socialdemocratico compiono un passo importante in direzione dell’integrazione all’Unione Europea, sebbene per ottenere lo status di Paese candidato restino alla Serbia ancora molti ostacoli da superare.

L’arresto del generale Mladić – Intervista a Yves Bataille

C’è un fossato abissale tra la coscienza nazionale espressa dagli intellettuali serbi e i leader d’opinione occidentali. Dopo l’arresto del generale Mladić, la stampa occidentale ci ha riproposto i cliché che ci propina da quindici anni. Nessuna oggettività e sempre lo stesso vocabolario ostile. Si è fatto resuscitare questo linguaggio come scongelandolo. Giornalisti e politici si felicitano dell’arresto del “macellaio dei Balcani” (il titolo di una futura edizione della televisione de “la 2”) e evocano i benefici terapeutici del tribunale di La Haye.

Ratko Mladic e il vaso di Pandora della guerra bosniaca

Il processo dell’ultimo signore della Guerra degli anni ’90 è anche l’ultima possibilità di portare una reale giustizia a tutte le vittime di quegli anni dell’odio, invece che limitarsi ad una giustizia basata su retribuzioni e ri-educazioni dirette principalmente contro il gruppo sommariamente identificato come “colpevole”. Non può esserci una riconciliazione senza la verità, la quale, come osserva Slobodan Despot, è molto più complessa di quella data dalla rappresentazione manichea.

Dal Kosovo alla Libia: il lato oscuro dell'interventismo "umanitario"

Giunto simbolicamente a Belgrado il 23 marzo il capo del governo di Mosca, Vladimir Putin, avrebbe dichiarato che tra l’attuale crisi libica e quella kosovara di 12 anni fa esisterebbero diverse differenze. Sicuramente, però, vi sono anche parecchie analogie.

Libia – Dichiarazione del Movimento Donne Coscienza della Serbia (Zenes)

Il Movimento Zenes, che segue con un’attenzione particolare la situazione in Libia, denuncia il flusso di disinformazione e di menzogna che si abbatte su questo paese e sui suoi dirigenti. Un’odiosa campagna di stampa scatenata dai grandi media dei paesi della NATO e dalle petromonarchie arabe deforma da tre settimane la realtà, demonizza la Guida libica Mouhammar Gheddafi e getta infamia sulle sue strutture di difesa.

L'insabbiamento della mafia del Kosovo: la cultura dell'impunità in stile NATO

Gli attivisti dei diritti umani sono intransigenti quando si tratta di porre fine a quella che chiamano "la cultura dell'impunità" fintanto che essa non riguarda i loro clienti.

Traffico di organi sui civili serbi: denunce anche sul ruolo dei croati e dei...

Prima degli albanesi, anche i Croati ed i musulmani di Bosnia avrebbero espiantato gli organi dei prigionieri serbi e degli zingari catturati o uccisi durante il conflitto degli anni Novanta. Questi crimini sarebbero stati compiuti addirittura su bambini o comunque su persone in giovane età.

Kosovo: l’Ufficio della Del Ponte distrusse i documenti sui crimini contro i serbi

Fu l'Ufficio dell'ex procuratorice capo del Tribunale penale internazionale dell'Aja (TPI), Carla Del Ponte, a ordinare nel 2005 la distruzione di documenti relativi al traffico illegale di organi umani alla fine degli anni novanta in Kosovo e Albania. Lo ha detto al quotidiano belgradese Blic Frederick Swinnen, consigliere dell'attuale procuratore capo del TPI Serge Brammertz.
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