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Parola chiave: USA

Ratko Mladic e il vaso di Pandora della guerra bosniaca

Il processo dell’ultimo signore della Guerra degli anni ’90 è anche l’ultima possibilità di portare una reale giustizia a tutte le vittime di quegli anni dell’odio, invece che limitarsi ad una giustizia basata su retribuzioni e ri-educazioni dirette principalmente contro il gruppo sommariamente identificato come “colpevole”. Non può esserci una riconciliazione senza la verità, la quale, come osserva Slobodan Despot, è molto più complessa di quella data dalla rappresentazione manichea.

Tutta una questione di voti. Geografia elettorale degli Usa

I cambiamenti che stanno investendo la società statunitense rendono molto difficile riuscire a inquadrarne i comportamenti elettorali da un punto di vista geografico. La crisi economico-politica prima e quella sociale poi hanno messo in discussione le rigide categorie con le quali si era soliti suddividere le tendenze elettorali stato per stato. Di fronte al declino del proprio paese e alla paura di perdere i diritti sociali, gli elettori, da Obama in poi, sono diventati meno tradizionalisti e il loro comportamento sempre meno prevedibile.

Le guerre segrete dell'alleanza saudita-israeliana

I legami degli al-Saud con Tel Aviv sono diventati, negli ultimi anni, sempre più visibili e pervasivi. Questa alleanza segreta israelo-saudita esiste nel contesto della più ampia alleanza Khaliji-Israele. L'alleanza con Israele è stata instaurata attraverso la cooperazione strategica tra le famiglie regnanti dell'Arabia Saudita e degli sceiccati arabi del Golfo Persico. Insieme, Israele e le famiglie dominanti Khaliji, formano la prima linea di Washington e della Nato contro l'Iran e i suoi alleati regionali.

Silvia Cattori intervista Giorgio S. Frankel. Israele non cederà mai i territori occupati

I dirigenti israeliani affermano di essere "pronti a fare la pace" con i palestinesi. In realtà i governi israeliani succedutisi negli anni non hanno mai avuto nessuna intenzione di fare la pace. Si sono invece serviti del cosiddetto "processo di pace" per continuare la loro politica di distruzione e di disumanizzazione, non solo della Palestina ma anche di altri paesi e popoli del Vicino e Medio Oriente. Hanno potuto opprimere e scacciare il popolo palestinese senza mai subire sanzioni. Il giornalista italiano Giorgio S. Frankel, intervistato da Silvia Cattori, evidenzia la complicità di questi giornalisti di parte - e dei governi occidentali - nell’espansione dello Stato ebraico e nel prolungamento delle sofferenze del popolo palestinese.

Squadroni della morte in azione a Bengasi

I media internazionali mentengono un particolare silenzio sul numero di persone "eliminate" nella parte orientale della Libia, e su come coloro che sono accusati di non sostenere la leadership "ribelle", vengano incarcerati. Vari gruppi fondamentalisti sono affiliati al CNT, lavorando fianco a fianco con ex-membri del regime Gheddafi, uomini d'affari espatriati e gli agenti dell'intelligence statunitense.

La contro-rivoluzione nel Vicino Oriente

In pochi mesi, sono caduti tre governi filo-occidentali nel mondo arabo. Questi cambiamenti di regime sono accompagnati da manifestazioni contro il dominio degli Stati Uniti e il sionismo. Essi avvantaggiano politicamente l'Asse della Resistenza, incarnato a livello statale da Iran e Siria, e sul piano sub-statale da Hezbollah e Hamas. Per condurre la contro-rivoluzione in questa regione, Washington e Tel Aviv hanno usato il loro miglior supporto: il clan Sudairi, che interpreta più di ogni altro il dispotismo al servizio dell'imperialismo.

Obama: “Non eravamo certi che Bin Laden fosse lì”

Durante i 60 minuti di intervista con la CBS News l’altra sera, Barack Obama ha ammesso che i servizi segreti americani confidavano solo al 55% che Bin Laden fosse nel compound dove si è svolto il raid di domenica scorsa, temendo che l’occupante potesse essere in realtà un “principe di Dubai”, uno scetticismo condiviso fra i residenti di Abbottabad, uno dei quali ha detto alla BBC che l’uomo che si vedeva mentre guardava la televisione nei nastri diffusi sabato dalla Casa Bianca era in effetti il suo vicino di casa, non Bin Laden.

La Guerra Civile 150 anni dopo: tra festeggiamenti e commemorazione

Anche gli Stati Uniti hanno il loro centocinquantenario e si preparano a celebrarlo tra polemiche che si perdono nell’indifferenza dei più. Nonostante l’unità raggiunta dopo la Secessione esistono ancora oggi delle profonde differenze tra il Nord e il Sud degli Usa che le ricorrenze di questi giorni contribuiscono a evidenziare. E mentre da una parte le amministrazioni degli Stati meridionali cercano con imbarazzo di allontanare i fantasmi di un passato schiavista, dall’opinione pubblica arrivano chiari segnali che vanno nella direzione opposta.

Iran: ministro Intelligence, "Bin Laden è morto anni fa"

Fonte: http://italian.irib.ir/notizie/politica/item/91995-iran-ministro-intelligence-bin-laden-fu-ucciso-tempo-fa TEHERAN - "Osama Bin Laden non è stato ucciso il 2 maggio. Il blitz Usa contro Bin Laden e' stato una montatura...

Siria: fabbricazione d'un pretesto umanitario?

Vi sono prove di gravi manipolazioni e falsificazioni dei media, fin dall'inizio del movimento di protesta nel sud della Siria, il 17 marzo. I media occidentali non hanno menzionato è che tra i manifestanti c'erano uomini armati e cecchini che sparavano sia alle forze di sicurezza che ai manifestanti. Le cifre dei morti presentate nelle cronache, sono spesso prive di fondamento.
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