Tutte le mani sull’Africa: il caso della Costa d’Avorio (Bologna, 3-12-2011)
Faremondo invita a discutere Boga Sako Gervais, giurista ivoriano esule in Europa dopo il colpo di stato con cui la Francia di Sarkozy, facendo da apripista nell’era dei nuovi crimini necessari al Piano dell’elite globale, sta cercando di affossare le speranze di futuro della Costa d’Avorio e dell’Africa intera…
Faremondo presenta
Tutte le mani sull’Africa: il caso della Costa d’Avorio
Senza dimenticare nemmeno un angolo di un intero continente sotto saccheggio
Incontro con Boga Sako Gervais
Bologna, sabato 3 dicembre 2011 ore 15-19
Centro Giorgio Costa
via Azzo Gardino 48
(zona Porta Lame, vicino al cinema Lumière)
Nel disegno a lungo termine dell’elite dominante l’intera Africa è destinata al saccheggio permanente delle sue riserve di materie prime e all’esportazione forzata dei prodotti alimentari per il consumo di tipo occidentale. Questo disegno è talmente trasversale che tutti gli attori dello scontro geopolitico, pur con la differenza di ruoli esibita finora, lo condividono: Usa, Francia e Cina stanno soltanto giocando più sul davanti della scena rispetto agli altri (Russia, Gran Bretagna e Germania anzitutto), ma tutti sono coinvolti nel piano, tutti hanno le loro mani sull’Africa.
Questo dovrebbero anzitutto comprendere tutti i popoli del continente. Quelli che si dovessero opporre a tale piano sanno già che dovranno affrontare una violenza peggiore rispetto a quella del primo colonialismo: il potere di corruzione delle menti dei dominati e il monopolio assoluto dei Megamedia da parte dell’elite conferisce a quest’ultima una capacità di devastazione inedita, incomparabilmente più terrificante rispetto a quella dei vecchi arnesi del colonialismo europeo.
Quasi tutto è cambiato, da questo punto di vista: se non si ha presente la qualità e la “potenza di fuoco” proprie del piano dell’elite – il cui punto cruciale è la fabbricazione della realtà data in pasto così formata alle plebi planetarie – non si può capire ciò che sta succedendo in Africa. Con questa chiave di lettura, invece, si può leggere l’aggressione alla Libia e le rivoluzioni colorate in Nord Africa passando per il colpo di stato ordito dalla Francia in Costa d’Avorio, per lo smembramento del Sudan, per l’accerchiamento di Somalia ed Eritrea, per l’escalation contro la resistente Siria e contro quel gran pezzo di Iran che non vuole saperne di bere veleno dal calice occidentale…
L’undici aprile 2011 è stato di nuovo confiscato un paese, la Costa d’Avorio, che negli ultimi tempi stava cercando in diversi modi una propria via di sopravvivenza e di autogoverno: proprio come la Jamahiriyya libica. L’esempio e l’eroica dignità nella resistenza da parte del presidente Laurent Gbagbo, da quella data nelle mani degli scherani locali di Sarkozy, può diventare una luce in mezzo al buio del continente: perché è la resistenza non solo di un popolo, ma dell’intera umanità africana che sa di poter vivere diversamente da come i dominanti hanno pianificato. Gheddafi e prima di lui Nasser, Sankara e adesso Gbagbo… Con il messaggio che essi rappresentano e veicolano sono le basi stesse del Potere occidentale ad essere messe in questione: il saccheggio delle risorse e il “sistema del debito”.
Ecco perché i dominanti si comportano in modo così platealmente criminale.
Il caso della Costa d’Avorio, del quale discuteremo ampiamente con Boka Sako Gervais, è per diversi aspetti paradigmatico di tutto ciò perché contiene in fondo tutti gli elementi dell’odierno attacco dell’elite globale alle possibilità di cambiare questo modo di vivere.
Boga Sako Gervais, giurista ivoriano già docente universitario di diritto e di lettere moderne, è presidente della FIDHOP (Fondazione ivoriana per i diritti dell’uomo e la vita politica). In seguito al golpe dell’11 aprile ha lasciato la Costa d’Avorio e vive da esule in Europa dove è impegnato in prima persona nella campagna per la liberazione di Laurent Gbagbo.
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