LE BASI GEOGRAFICHE DELLA GEOPOLITICA
…Il complesso unitario dei continenti di Europa, Asia e Africa forma un’isola, di fatto e non solo teoricamente. Da ora in poi, non dimentichiamolo, nelle pagine che seguono, la chiameremo World-Island, Isola del Mondo.
Una delle ragioni per cui i navigatori fino a poco tempo fa non pervennero all’acquisizione generalizzata del concetto implicito nella espressione World-Island è da ricercarsi nel fatto che essi non avrebbero potuto circumnavigarla. Un capo circondato dal ghiaccio, duemila miglia attraverso la banchisa del Mare Artico, una fascia costiera sulle secche dei bassi fondali dell’estremo Nord dell’Asia: per le comuni esigenze della navigazione, dunque, il grande continente non è un’isola.
Di conseguenza, i navigatori degli ultimi quattro secoli lo hanno considerato un vasto promontorio che si estende verso Sud da un Nord dai contorni imprecisati, come la cima di una montagna che sorga in mezzo alle nuvole nascondendo i suoi contrafforti più bassi. Ancora nel secolo scorso, dopo l’apertura del Canale di Suez, le rotte per mare verso Est giravano intorno ad un promontorio, sia pure con la sua punta estrema a Singapore invece che a Cape Town.
…I navigatori indicano la World-lsland semplicemente con la denominazione «Il Continente», cioè la terra continua.
Consideriamo per un momento le proporzioni e le caratteristiche di questa Grande Isola che abbiamo appena scoperta… Tracciando una linea dal Polo Nord al Polo Sud lungo il meridiano centrale dell’ Asia, troviamo anzitutto un migliaio di miglia di acque ricoperte dal ghiaccio fino alla costa settentrionale della Siberia, poi cinquemila miglia di terre fino alla punta meridionale della penisola indiana, e infine settemila miglia di mare fino alla punta settentrionale dell’Antartide. Tuttavia, spostando la linea lungo il meridiano del Golfo del Bengala o del Mare Arabico, la profondità del continente appare limitata a circa tremilacinquecento miglia.
Tra Parigi e Vladivostok vi è una distanza di circa seimila miglia, ed è analoga a quella che corre tra Parigi e il Capo di Buona Speranza: si tratta di distanze calcolate su un globo la cui circonferenza è di trentaseimila miglia. Se non fosse per gli ostacoli dei ghiacci che ne hanno impedito la circumnavigazione, da lungo tempo i navigatori ne avrebbero parlato come di una Grande Isola, o con altra denominazione di analogo significato, poiché è appena poco più estesa, di un quinto, dell’Oceano che la bagna (a Sud).
La World-lsland, l’Isola del Mondo, termina in due punti estremi, a Nord Est e a Sud Est. A partire dall’estremo capo nordorientale, si può vedere chiaramente, al di là dello Stretto di Bering, l’inizio di una coppia di lunghe penisole – ognuna delle quali misura un ventiseiesimo del globo – che noi chiamiamo Americhe.
Da un punto di vista superficiale risulta indubbia una certa somiglianza di forme tra il Vecchio Mondo e il Nuovo: entrambi consistono in due penisole, Africa e Eurasia in un caso, Nord e Sud America nell’altro. Ma in realtà, non vi è effettiva somiglianza fra di essi. Le coste settentrionali e nordorientali dell’Africa per quasi quattromila miglia sono cosi strettamente collegate con le coste opposte dell’Europa e dell’ Asia, che il Sahara costituisce una separazione molto più profonda del Mediterraneo nella continuità dei territori abitati…
… L’America del Nord e del Sud, collegate a Panama da un sottile istmo, per ragioni pratiche appaiono l’una rispetto all’altra tanto insulari quanto peninsulari. Il Sudamerica non si proietta semplicemente verso Sud, ma anche verso buona parte della regione orientale del Nordamenrica; le due terre appaiono secondo una collocazione sfalsata, in modo che l’aperto oceano circondi il Sudamerica, ad eccezione di una minima parte del suo contorno geografico.
Una considerazione analoga è applicabile alla collocazione geografica del Nordamerica rispetto all’ Asia, poiché esso si estende nell’Oceano attraverso lo stretto di Bering in modo tale che la distanza più breve tra Pekino e New York – come si può constatare osservando un mappamondo – passa proprio attraverso lo stretto di Bering, una circostanza che si rivela importante per chi viaggia in ferrovia o per mare.
Il terzo dei nuovi continenti, l’Australia, si colloca geograficamente a un migliaio di miglia dalla punta estrema sudorientale dell’Asia, e misura solo un sessantacinquesimo della superficie del globo.
Di conseguenza, i tre cosiddetti Nuovi Continenti, dal punto di vista della loro area, sono semplici satelliti del Vecchio Continente. Vi è un oceano che si estende su un’ area pari a nove dodicesimi del globo; un continente – la World-lsland – che ne copre i due dodicesimi; e molte isole più piccole, fra le quali due, America del Nord e del Sud, che occupano la rimanente dodicesima parte. Dunque, il termine «Nuovo Mondo», ove si voglia considerare la realtà e non le semplici apparenze limitate nel tempo, implica l’assunzione di una prospettiva errata…
…Il margine settentrionale dell’Asia è formato da una costa inaccessibile, circondata dai ghiacci ad eccezione di un angusto braccio di mare, che si apre qua e là lungo la spiaggia durante la breve stagione estiva, a causa dello scioglimento dei ghiacci formati in inverno tra la banchisa polare e la terraferma. Cosi, si verifica che tre dei più ampi fiumi del mondo, Lena, Yenisei e Obi, scorrono a nord attraverso la Siberia fino a questa costa, e quindi per ragioni di ordine pratico risultano isolati dal sistema globale della navigazione oceanica e fluviale.
Nel Sud della Siberia vi solo altre regioni non meno ampie, con bacini di drenaggio che sfociano su laghi salati senza alcuno sbocco sugli oceani: sono i bacini del Volga e dell’Ural che si gettano nel Mar Caspio, e quello dell’Oxus e dello Jaxartes che danno sul Mare di Arai. I geografi di solito definiscono «continentali» questi bacini interni.
Prese insieme, le regioni del bacino artico e continentale coprono quasi metà del territorio dell’Asia ed un quarto dell’Europa, formando una grande area continentale continua nella parte settentrionale e centrale del Continente. Quest’area, estesa dalle coste piatte e ghiacciate della Siberia alle coste sconnesse e torride del Baluchistan e della Persia, risulta inaccessibile alle rotte di navigazione oceaniche… Chiameremo questa vasta regione lo Heartland – terra centrale, cuore – del Continente.
Il nord, il centro e l’ovest dello Heartland formano una pianura, con rilievi che non superano qualche centinaio di piedi sopra il livello del mare. Questa, che è la più grande pianura del mondo, comprende Siberia occidentale, Turkestan, e in Europa il bacino del Volga; e poiché i Monti Urali – per quanto distesi su uno spazio molto lungo – non presentano altezze elevate e terminano a circa trecento miglia a Nord del Caspio, lasciando un ampio passaggio tra la Siberia e l’Europa, si può a buon diritto parlare di un’unica grande pianura, che denominiamo Great Lowland.
A sud, la grande pianura eurasiatica – Great Lowland – termina ai piedi di un altopiano, la cui quota si aggira in media sul mezzo miglio, con catene di montagne di altezza intorno ad un miglio e mezzo. Questo altopiano sopporta sulle proprie ampie spalle tre paesi, Persia, Afghanistan e Baluchistan; per convenzione definiremo l’insieme di questa regione Altopiano Iranico.
Il cuore del continente euroasiatico, Heartland, in quanto regione del bacino artico e continentale, include la maggior parte della Grande Pianura Great Lowland) e dell’ Altopiano Iranico; e si estende quindi fino all’arco prolungato ed elevate delle montagne della Persia che scendono a picco sulle depressioni della valle dell’Eufrate e del Golfo Persico.
Spostiamoci ora con un viaggio immaginario nella parte occidentale dell’Africa… Con la sua ampiezza di circa un migliaio di miglia, il Sahara si estende attraverso l’Africa del Nord dall’Oceano Atlantico alla valle del Nilo. Il Sahara non è comunque totalmente desertico; vi sono molte oasi – valli incassate con fonti di acqua che scorre nelle falde inferiori del sottosuolo, o zone collinose sulle quali di tanto in tanto scendono delle piogge – ma sono eccezioni irrilevanti, disperse su un’ area arida e priva di fiumi più grande dell’Europa. Il Sahara è il maggiore confine naturale ininterrotto del mondo; nel corso della storia ha fatto da barriera fra gli uomini bianchi ed i neri…
…Possiamo considerare la parte interna dell’Africa subsahariana come un secondo Heartland, uno Heartland del Sud in analogia con lo Heartland del Nord euroasiatico…
…L’Arabia è contigua allo Heartland del Nord, dove per centinaia di miglia l’Altopiano Iranico cala verso la valle dell’Eufrate; mentre lo Heartland del Sud, con il suo corno nordorientale in Abissinia e in Somalia, aggancia, al di là di un breve tratto di mare, l’angolo meridionale fertile dell’ Arabia, conosciuto come Yemen. Cosi, le steppe dell’Arabia, incorniciando le sue distese desertiche, fungono da area di passaggio tra lo Heartland del Nord e quello del Sud…
…Al di fuori dell’ Arabia, del Sahara, e dei due Heartland, restano dell’Isola del Mondo
(World-Island), solo due regioni relativamente piccole, tuttavia le più importanti del globo. Intorno al Mediterraneo, e nelle penisole e le isole europee, abitano 400 milioni di persone; mentre nelle coste meridionali e orientali dell’ Asia – oppure, volendo usare un’ espressione dei tempi passati, nelle Indie – vivono 800 milioni di abitanti. Queste due regioni, dunque, contengono i tre quarti della popolazione mondiale… La somiglianza fra queste due Coastlands (fasce costiere) non si limita alla navigabilità dei loro fiumi…
IL SENSO GEOPOLITICO DELLA STORIA
…Chiamiamo ora la Storia in nostro aiuto, poiché non vi è un’idea pratica, nessuna delle idee che spingono gli uomini all’azione, che possa ancorarsi unicamente su basi statiche, avulse dal divenire storico…
… Uno dei grandi eventi della Storia classica si verificò quando i Persiani abitanti l’Altopiano Iranico, sotto il re Ciro, calarono sulla piana dell’Eufrate e, conquistata Babilonia, passarono attraverso la via siriana di Damasco andando a conquistare l’Egitto… Un secondo grande evento della Storia classica si compì quando i Macedoni, sotto il re Alessandro, attraversati i Dardanelli e il cuore stesso dell’Asia Minore, discesero in Cilicia dai passi del Tauro, entrarono in Siria e in Egitto, poi dall’Egitto tornarono indietro attraverso la Siria, fino all’Eufrate. e quindi in Babilonia. Se è vero che Alessandro condusse i suoi Macedoni fino alla regione araba, è altrettanto vero che la sua offensiva si basava in realtà sul potere navale, come risulta evidente dal rapido sviluppo dei porti di Alessandria e di Antiochia, capitali costiere di lingua greca delle genti del mare penetrate nel cuore della terraferma.
Se si considerano questi fatti storici dal punto di vista geografico, si osserva una cintura fertile che dall’Eufrate si estende verso Nord Ovest, poi piega a Sud lungo le montagne piovose della Siria, e termina ad Occidente in Egitto.
Si tratta di una cintura abitata da insediamenti di agricoltori. Ad eccezione di due tratti sterili, la strada principale dell’ antichità scorre tra i campi di grano di Babilonia e di Memphis. La chiave di alcuni dei maggiori eventi della Storia antica va ricercata nell’ asservimento dei popoli di questa striscia coltivata ora da questa ora da quella razza di vicini avvantaggiata dal possedere una superiore mobilità.
Dal Sud, avendo alle spalle tutta la profondità dell’Arabia, i nomadi sui dromedari avanzavano in direzione Nord Est contro la Mesopotamia, a Nord Ovest contro la Siria e verso Ovest contro l’Egitto. Da Nord Est, avendo alle spalle la profondità continentale dello Heartland, i popoli a cavallo calavano dall’ Altopiano Iranico in Mesopotamia. E da Nord Ovest, sia attraverso la penisola dell’ Asia Minore, sia direttamente dalle Coste del Levante, venivano contro la Siria e l’Egitto gli uomini del mare che avevano alle loro spalle le vie d’acqua d’Europa.
In Asia, i Romani si insediavano sulla parte occidentale delle conquiste macedoni. Come il Reno e il Danubio, presidiati dalle Legioni, segnavano l’estensione della penetrazione romana dal Mediterraneo verso Nord, così l’Alto Eufrate, laddove il fiume scorre da Nord a Sud prima di piegare a Sud Est, segnava il limite, difeso da altre Legioni, della penetrazione romana dal Mediterraneo verso Oriente.
L’Impero Romano, considerato a grandi linee, era di fatto un impero locale: si estendeva interamente sulla fascia costiera atlantica (Atlantic Coastland), Le province più lontane dell’impero macedone, in epoca romana finivano sotto il dominio dei Parti che, succedendo ai Persiani, erano a loro volta discesi dall’Iran in Mesopotamia.
Successivamente, si presentava un’altra opportunità per i nomadi sui dromedari. Ispirati dalla predicazione di Maometto, gli Arabi delle oasi poste al centro del Nejd, e delle sue propaggini occidentali nello Hedjaz della Mecca e di Medina, lanciavano all’attacco gli eserciti saraceni, che cacciavano i Parti – per l’esattezza i Sasanidi, successori dei Parti, NdT – dalla Mesopotamia, e i Romani (Bizantini) dalla Siria e dall’Egitto, ed edificavano una catena di capitali all’interno del territorio – Il Cairo, Damasco, Baghdad – lungo l’antica fascia fertile.
Partendo da questa base fertile, il potere saraceno si espandeva in tutte le regioni circostanti in modo tale da tentare di costituire un impero di dimensioni mondiali…
… L’impero saraceno veniva abbattuto non dall’Europa o dalle Indie, ma dal Nord, dallo Heartland, un fatto questo estremamente significativo. L’Arabia è dovunque circondata dal mare o dal deserto, salvo dal lato contiguo allo Heartland. Il potere navale degli Arabi veniva senza dubbio contrastato in Occidente da Venezia e da Genova e controllato in Oriente dai Portoghesi che avevano doppiato il Capo di Buona Speranza, ma la caduta dei Saraceni nella stessa regione araba era dovuta al potere terrestre dei Turchi…
I brani pubblicati sono stati tratti dall’opera completa di Halford John Mackinder pubblicata nel 1981 dalla Greenwood Pres, Westport Connecticut, con il titolo «Democratic Ideals and Reality».
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