LIBIA: CESTARI, 130 AZIENDE ITALIANE FERME, DANNI PER OLTRE 100 MILIARDI =

CAMERA DI COMMERCIO ITALAFRICA CENTRALE-UNIONCAMERE DENUNCIA CRISI PER NOSTRE IMPRESE

Roma, 20 apr. – (Adnkronos) – L’Italia e’ “il primo Paese europeo investitore in Libia” ma la scelta del governo “ha avuto come diretta ed immediata conseguenza il sostanziale blocco di ogni tipo di attivita’ pianificata in seguito ad accordi intercorsi con il Governo Gheddafi”. Di qui un “danno al sistema-Italia, comprensivo del blocco dell’import/export, e’ oggi stimabile in oltre 100 miliardi di euro”.

E’ la denuncia lanciata da Alfredo Cestari, presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale-Unioncamere che sottolinea come sono “almeno 130 le imprese italiane che in Libia hanno fermato le proprie attivita’” con “gravi rischi occupazionali e inevitabili ripercussioni negative sul sistema industriale ed imprenditoriale dell’indotto” nel nostro paese.

“La conferma – spiega – arriva dai nostri tanti associati che ci raccontano le loro enormi difficolta’ nell’operare non solo in Libia ma in tutta l’Africa: quasi tutti i governi degli Stati di quel continente, dal Maghreb alla fascia sub sahariana, oggi vedono nell’Italia un Paese ostile, dalle posizioni opposte a quelle di Unione Africana, Lega Araba e Brics”. Per il presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale-Unioncamere “in simili situazioni a pagare lo scotto piu’ pesante sono le aziende italiane, piccole e grandi, che vedono sparire le commesse ed annullare i contratti”.

“Fino a prima della guerra – ricorda Cestari – le PMI italiane stavano coraggiosamente investendo in Libia per un ammontare di oltre 60 milioni di dollari prevalentemente in attivita’ di produzione nei settori dei materiali da costruzione, della meccanica, della plastica e del turismo”. “Altri progetti erano in fase di perfezionamento mentre alcuni raggruppamenti di imprese avevano scelto di impiantasi in Libia aprendo li’ i propri uffici di rappresentanza, ma oggi – conclude – non vi e’ nessuna certezza”.

(Sec/Pn/Adnkronos)


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